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Mytaxi Italia e il balzello non dichiarato sulla app Free Now: multa di 400.000 euro da Antitrust

80 centesimi in più per ogni corsa pagata attraverso la app Free Now di My Taxi. Motivo? Una commissione per sostenere un programma "ambientale" per compensare le emissioni dei taxi. Abbiamo provato a prenotare una corsa e abbiamo rilevato che l'utente non viene informato dell'aggiunta al prezzo se non al momento del pagamento. Abbiamo segnalato la pratica scorretta all'Antitrust, che ora ha multato la società per 400.000 euro.

  • contributo tecnico di
  • Anna Vizzari
  • di
  • Luca Cartapatti
19 luglio 2022
  • contributo tecnico di
  • Anna Vizzari
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  • Luca Cartapatti
Mytaxi

L'importo del tassametro segna una tariffa massima garantita di 23,50 euro, ma poco prima di pagare ecco che compaiono 80 centesimi di commissione, indicati senza troppe spiegazioni sotto la voce "Clean air fee". È quello che succede a chi prenota e paga un taxi (ad esempio per Roma Termini) utilizzando la app (o la piattaforma) Free Now, un servizio gestito interamente dalla società Mytaxi Italia. Ma tra poco (la società ha 60 giorni di tempo per eliminare la pratica scorretta) non dovrebbe essere più così: Antitrust ha multato la società per 400.000 euro e inibito la continuazione della pratica scorretta. Il condizionale è d’obbligo perché la società potrebbe fare ricorso al Tar del Lazio contro la multa. 

La possibile pratica scorretta

Dall’8 novembre 2021, infatti, Mytaxi Italia addebita ai clienti una commissione di 0,80 euro chiamata appunto "Clean air fee" per ogni corsa pagata attraverso la sua app Free Now; commissione che invece non viene applicata quando si paga il taxi senza usare la app

Ma che cos'è questa "Clean air fee"? Stando a quanto riportato sul sito di Free Now, “la Clean Air Fee è un contributo, per un valore di 0,80€, che verrà applicato a ogni corsa taxi effettuata tramite l'app di FREE NOW. La Clean Air Fee fa parte del nostro progetto MAKE A MOVE e ha l'obiettivo di supportare le attività di compensazione delle emissioni generate dall'utilizzo del nostro servizio”. Una sorta di contributo "ambientale", quindi, che però viene comunicato all'utente solo poco prima di pagare la sua corsa.

Le prove di Altroconsumo

Dopo una serie di segnalazioni da parte di soci e consumatori, abbiamo effettuato una simulazione del pagamento di alcune corse taxi attraverso Free Now nelle città di Milano, Napoli, Roma e Torino. In tutti i casi pagando con la app abbiamo ritrova la commissione di 0,80 euro solo al momento del pagamento. Durante la prenotazione della corsa, infatti, viene fornita all'utente soltanto l'indicazione della "tariffa massima garantita", tariffa totale che quindi l'utente si aspetta di pagare alla fine del processo di acquisto: ma al momento di pagare, spunta la fee ambientale.

Sul sito e sulla app le spiegazioni di questa commissione si possono trovare solo dopo molti passaggi, e non senza difficoltà (sono nascosti sotto la voce Aiuto/Passeggero/Pagamento); solo navigando sul sito si scopre che chi paga con la app Free Now subirà una maggiorazione di prezzo pagando la "Clean air Free" per compensare le emissioni nocive all’ambiente legate all’utilizzo del taxi. 

La segnalazione, il procedimento e la multa 

Per queste ragioni abbiamo deciso di segnalare il comportamento di Mytaxi Italia all'Antitrust. L'Antitrust ha ora confermato le nostre ipotesi e ha aperto un procedimento nei confronti della società Mytaxi Italia perché sussistono i presupposti della pratica scorretta attraverso la piattaforma e la app Free Now, in quanto si impongono ai clienti commissioni aggiuntive rispetto all’importo del tassametro quando pagano attraverso la app, senza alcuna comunicazione preventiva.

Un procedimento aperto in base all’articolo 62 del Codice del Consumo, che infatti afferma che è pratica scorretta applicare commissioni aggiuntive al cliente quando usa un certo mezzo di pagamento, e in base all’articolo 65 del Codice del Consumo, visto che sono applicati supplementi di prezzo senza alcun consenso da parte del cliente. Per questo motivo il consumatore non è messo nelle condizioni di fare delle scelte consapevoli o comunque è portato a fare scelte che non avrebbe fatto se avesse avuto informazioni chiare e complete. Inoltre, Antitrust ha chiesto anche il termine della pratica scorretta cosa da realizzarsi entro 60 giorni dalla notifica del procedimento alla società, avvenuta in questi giorni. 

 

La replica di Free Now

In data 29 luglio 2022 riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione richiesta da Free Now. 

"Alla luce dell'indagine da parte dell'AGCM, ci teniamo a precisare che FREE NOW ha fin da subito collaborato con l'Autorità al fine di garantire la massima chiarezza nel rispetto di tutti i propri utenti. La trasparenza e il costante impegno sui temi della sostenibilità sono ben noti a quei 56 milioni di clienti che ogni giorno ci scelgono decidendo di utilizzare la nostra app in 16 mercati in tutto il mondo. Se da una parte continueremo a lavorare consapevolmente a fianco delle istituzioni e autorità di riferimento, dall'altra tuteleremo i nostri interessi per chiedere l'annullamento del provvedimento presso le sedi competenti. Siamo infine rammaricati su come la notizia sia stata diffusa, in modo strumentale e con numerose inesattezze e incongruenze".

 

Prendiamo atto di quanto comunicato e dell'impegno dimostrato dalla società. Non capiamo però il riferimento alle presunte "numerose inesattezze e incongruenze" contenute nell'articolo: ribadiamo perciò la correttezza di quanto riportato, frutto di quanto comunicato dall'Agcm e delle verifiche degli esperti di Altroconsumo effettuate sul campo.