News

Ora solare 2025: quando cambia e perché in Europa c’è chi dice basta

Tra sabato 25 e domenica 26 ottobre torna l’ora solare: alle 03:00 lancette indietro di 60 minuti. Nei sette mesi di ora legale l’Italia ha risparmiato 90 milioni di euro e 310 milioni di kWh. Ma le parole del premier spagnolo Sánchez riaccendono il dibattito europeo sull’opportunità di cambiare ora due volte l’anno. Ecco vantaggi e svantaggi di questo spostamento.

articolo di:
24 ottobre 2025
Orologio meridiana di legno

Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, in Italia tornerà l’ora solare: alle 03:00 le lancette dovranno essere spostate un’ora indietro, tornando così alle 02:00. Si dormirà quindi un’ora in più, guadagnando luce al mattino ma perdendola nel tardo pomeriggio. L’ora solare resterà in vigore fino all’ultima domenica di marzo 2026 (29 marzo), quando tornerà l’ora legale.

Il risparmio in numeri secondo Terna

Secondo i dati ufficiali diffusi a ottobre da Terna (la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale), nei sette mesi di ora legale (dal 30 marzo al 26 ottobre) il sistema elettrico italiano ha registrato minori consumi per 310 milioni di kWh, equivalenti al fabbisogno medio annuo di 120 mila famiglie. Il risparmio economico complessivo è stato di oltre 90 milioni di euro, mentre le emissioni di CO₂ sono diminuite di 145 mila tonnellate. Dal 2004 al 2025, l’adozione dell’ora legale ha consentito al Paese un risparmio complessivo di 2,3 miliardi di euro e oltre 12 miliardi di kWh di elettricità.

Torna all'inizio

Perché si cambia l’ora e qual è la situazione in Europa

Il cambio tra ora legale e ora solare nasce per sfruttare meglio la luce naturale, spostando avanti le lancette nei mesi con più e riducendo così il consumo di energia per l’illuminazione. In Italia l’ora legale è stata introdotta stabilmente nel 1966, mentre a livello europeo è stata armonizzata negli anni Ottanta, quando la Comunità Economica Europea decise di uniformare le date del cambio d’ora per evitare disallineamenti nei trasporti e nelle comunicazioni tra Paesi.

Il dibattito riaperto dalla Spagna

Il tema è tornato d’attualità dopo che, nell’ottobre 2025, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha rilanciato a Bruxelles la proposta di abolire il cambio d’ora. Secondo il governo spagnolo, la pratica non garantisce più risparmi energetici significativi e può avere effetti negativi sulla salute. La richiesta di Madrid, inserita all’ultimo momento all’ordine del giorno del Consiglio dell’Unione Europea, ha riaperto un dibattito che si era arenato negli ultimi anni.

La posizione dell’Unione Europea

Già nel 2018, dopo una consultazione pubblica in cui l’84% dei cittadini europei si era detto favorevole all’eliminazione dei cambi stagionali, il Parlamento Europeo aveva approvato una proposta per abolirli. Ogni Stato avrebbe dovuto decidere entro il 2021 se mantenere per tutto l’anno l’ora legale o quella solare, ma finora nessun Paese ha legiferato in merito.

Le diverse posizioni in Europa

In un’Europa alle prese con la crisi energetica e l’instabilità internazionale, molti governi preferiscono attendere nuovi dati. La Francia, ad esempio, in una consultazione pubblica promossa dall’Assemblea Nazionale, ha visto la maggioranza dei cittadini esprimersi a favore dell’ora legale permanente, una posizione simile a quella di diversi studi italiani. Al contrario, i Paesi nordici restano più favorevoli all’ora solare, poiché nei mesi estivi godono già di molte ore di luce naturale. L’Italia, per ora, mantiene un approccio prudente: riconosce i benefici energetici dell’ora legale, ma continua con l’alternanza stagionale, in attesa di una decisione condivisa a livello europeo.

Torna all'inizio

Impatto sulla salute: nessuna certezza

Anche sul versante dell’impatto sulla salute (invocato dal presidente Sánchez) non ci sono pareri unanimi. Tuttavia, diversi studi e istituzioni richiamano l’attenzione sugli effetti del cambio d’ora sul ritmo biologico, sul sonno e sulla vigilanza. Ad esempio, secondo una revisione sistematica condotta dal Irccs Neuromed di Pozzilli (in collaborazione con altri centri italiani) che ha analizzato 27 studi, il passaggio primaverile all’ora legale è associato a riduzione della durata del sonno, maggiore frammentazione e incremento della sonnolenza diurna, con particolare effetto sui “nottambuli” (in termini tecnici “cronotipi serali”).

L’Istituto Auxologico Italiano segnala che l’adattamento dell’orologio biologico umano non segue automaticamente quello dell’orologio sociale, e che i cambi stagionali dell’ora possono comportare affaticamento, difficoltà di concentrazione e alterazioni dell’umore.

Tra gli effetti più citati vi sarebbero l’aumento del rischio nei giorni successivi al cambio primaverile di eventi cardiovascolari (infarti, fibrillazioni), maggiori incidenti stradali e difficoltà di adattamento soprattutto da parte di bambini, anziani o soggetti con disturbi del sonno pre-esistenti. Va però sottolineato che tali effetti sono in genere transitori e che gli studi presentano limiti metodologici: campioni ridotti, strumenti diversi, scarsa uniformità.

Torna all'inizio

I tre scenari a confronto

Si possono identificare tre possibili scenari per la gestione dell’ora in Italia: continuare con il sistema attuale di alternanza ora legale/solare, mantenere tutto l’anno l’ora legale oppure mantenere tutto l’anno l’ora solare. Di seguito i pro e i contro.

Scenario Vantaggi principali Svantaggi principali

Alternanza (ora legale + ora solare)

Risparmio energetico consolidato nei mesi con più luce; adattamento alle stagioni.

Il cambio stagionale che potrebbe causare disturbi del sonno; complessità nella gestione del passaggio.

Ora legale tutto l’anno

Maggiore luce serale anche in inverno; potenziale ulteriore risparmio energetico.

Le mattine invernali risulterebbero più buie (più ore di buio prima dell’alba); adattamento sociale necessario.

Ora solare tutto l’anno

Mattine più luminose in inverno; migliore allineamento con l’orologio biologico. 

Meno luce serale nei mesi estivi; potenziale riduzione del risparmio energetico.

  • Alternanza: è il sistema storico in Italia e ha dimostrato risparmi significativi in energia ed euro; tuttavia comporta due transizioni all’anno, che come visto possono avere un impatto sulla salute.
  • Ora legale tutto l’anno: potrebbe ampliare i benefici energetici e sociali legati alla luce serale, ma bisognerebbe valutare attentamente l’effetto delle mattine più buie, specialmente nei mesi invernali, e il livello di risparmio effettivo nei mesi critici.
  • Ora solare tutto l’anno: appare più “fisiologica” dal punto di vista dei ritmi circadiani e della salute (mattine più luminose), ma potrebbe ridurre i vantaggi energetici e non rispondere al meglio alle esigenze delle ore serali nei mesi estivi.
Torna all'inizio
Glass.Mapper.Sc.Fields.Image
Luca Cartapatti
Giornalista di Altroconsumo
Il cambio all’ora solare dell’ottobre 2025 segna l’avvio del periodo in cui sarà attiva l’ora solare fino all’ultima domenica di marzo 2026. I dati di Terna confermano che l’ora legale ha apportato benefici in termini di risparmio energetico e ambientale, mentre il dibattito europeo (con la Spagna in prima linea) e alcune ricerche sulla salute spingono a valutare la possibilità di scegliere un orario permanente. Rimane però cruciale un’analisi bilanciata che tenga insieme aspetti energetici, sociali e fisiologici.