Spiagge salate
L’indagine di Altroconsumo fotografa nuovi rincari per gli stabilimenti balneari italiani. Una situazione che mette in luce l’annoso problema delle concessioni balneari: solo con una vera concorrenza si può sperare di avere servizi efficienti e prezzi più bassi.

L’indagine di Altroconsumo sugli stabilimenti balneari mette in evidenza nuovi rincari, che aggiunti a quelli degli anni precedenti portano i prezzi a livelli tali da rendere il soggiorno al mare un lusso che non tutti possono permettersi. Dieci le località che abbiamo messo sotto la lente, con un costo medio di 228 euro settimanali per ombrellone e lettini. Alassio, Gallipoli e Alghero le località più care fra quelle prese in esame, Senigallia, Lignano e Rimini quelle in cui si paga un po’ meno.
Alla base di questa situazione c’è l’annosa questione delle concessioni balneari, che da anni vengono rinnovate automaticamente per lunghi periodi impedendo nei fatti una reale concorrenza, con tutti i benefici che potrebbe comportare anche per le tasche dei consumatori. Se ne sta parlando molto, dall’Europa arrivano pressioni perché l’Italia avvii un reale percorso di liberalizzazioni. Ma non sta succedendo ancora nulla, nonostante una recente sentenza del Consiglio di Stato che spinge per l’avvio di nuovi bandi.
È quanto chiede anche Altroconsumo attraverso una petizione che chiama a raccolta i cittadini verso un obiettivo comune: una riforma del settore balneare che porti a una maggiore concorrenza, con apra le porte a nuovi soggetti, con conseguenze positive in termini di qualità dei servizi e di prezzi. Firmiamo e facciamoci sentire. Poi godiamoci (comunque) le meritate vacanze.