Riparare è meglio che sostituire
La nuova direttiva sul diritto alla riparazione segna un passaggio importante verso una nuova logica nel ciclo si vita dei prodotti. In caso di visto, i consumatori saranno agevolati nella scelta di riparare anziché sostituire.

Quando hai comprato un prodotto da poco tempo, la cosa peggiore che possa capitare (e a me è capitata) è che si rompa due giorni dopo la scadenza della garanzia.
Questa situazione, che unisce al danno la beffa, sarà molto più facile da digerire grazie alla nuova direttiva europea sul diritto alla riparazione, che ha proprio nel facilitare gli interventi oltre i due anni di garanzia uno dei suoi principali cardini.
Quando la direttiva sarà recepita nei singoli paesi (serve ancora un po’ di pazienza) non ci sentiremo più dire che riparare non è possibile perché costa troppo o perché sono finiti i pezzi di ricambio. Non sarà più ammesso obbligare il consumatore a rivolgersi solo alla rete assistenza del produttore. Al contrario, avremo a disposizione una piattaforma online per scegliere il riparatore che effettuerà l’intervento in tempi rapidi e costi ragionevoli e che potrà contare sulla collaborazione dei produttori per quanto riguarda pezzi di ricambio e tutte le informazioni necessarie.
Per i prodotti ancora in garanzia, i consumatori potranno - in caso di malfunzionamenti - continuare a scegliere fra sostituzione e riparazione, ma se opteranno per questa seconda soluzione saranno “premiati” con un anno di garanzia in più.
Questa importante direttiva, oltre a far risparmiare soldi, rientra nella logica di migliorare l’impatto ambientare dei prodotti, ridurre i rifiuti e affermare sempre di più una cultura che privilegi il recupero anziché la sostituzione.
Anche questo è un “impegno a cambiare” (per riprendere il nome della nuova piattaforma creata da Altroconsumo) che vuole promuovere una nuova responsabilità individuale e collettiva, per mettere sempre al primo posto il bene comune. Anche quando dobbiamo acquistare (o far riparare) un prodotto.