I falsi miti sui funghi
Non sempre si hanno a disposizione informazioni corrette su come mangiare i funghi in sicurezza. Anzi, sono molte le “bufale” che ancora pericolosamente circolano sul tema. Ecco quali sono i principali “miti da sfatare”.
- di
- Alessandra Maggioni

Quali sono i falsi miti che ruotano attorno al mondo dei funghi? Consumarli in sicurezza vuol dire anche conoscerli, saper scegliere e sapere come conservarli in modo corretto. La scarsa informazione sul tema può essere molto pericolosa e generare false credenze. Ecco perchè è importante sapere quali sono le "bufale" più frequenti a cui non credere.
I miti da sfatare
È bene tenere a mente che non esistono metodi empirici per stabilire se un fungo è commestibile. Quindi, non è vero che sono sicuramente commestibili i funghi che :
- sono stati mangiati da lumache o insetti;
- sono cresciuti sugli alberi o nascono nei prati;
- hanno profumi gradevoli;
- hanno l’anello (cioè quella membrana che ricade sul gambo, che deriva dai resti del velo che ricopre i funghi a lamelle).
Allo stesso modo non è vero che:
- si può stabilire la commestibilità di un fungo utilizzando prezzemolo, pane, cipolla o aglio (vi è la falsa credenza che la cottura di funghi tossici insieme a questi alimenti li faccia annerire. Niente di più falso: se cucinati, infatti, con l’Amanita phalloides, un fungo mortale, conservano il loro colore originale);
- un cucchiaino o una moneta d’argento anneriscano se immersi nel liquido di cottura di un fungo tossico (la prova con l’Amanita phalloides ha smentito anche in questo caso questa credenza);
- bolliti nell’aceto o essiccati al sole perdono le sostanze velenose;
- sono velenosi i funghi che cambiano colore al taglio (i funghi mortali, per esempio, non lo fanno);
- diventano velenosi se cresciuti vicino a ferri arrugginiti;
- la velenosità del fungo è data dall’aspetto (“bello” non significa “buono” da mangiare);
- il latte è un antidoto.