Come scegliere un detersivo per piatti ecologico: i nostri consigli
Per lavare i piatti a mano, avere come alleato un buon detersivo è un aiuto fondamentale. Optare per un detersivo per piatti ecologico equivale a scegliere un prodotto che sia efficace ma con un impatto ambientale ridotto. Ecco i nostri consigli per un acquisto sostenibile.

Perché scegliere un detersivo per piatti ecologico?
Chi non ha la lavastoviglie lo sa: lavare i piatti a mano costa tempo e fatica; quindi, avere per alleato un buon detersivo per piatti è un aiuto fondamentale. Ma chi ha detto che per lavare bene i piatti a mano servano montagne di schiuma e olio di gomito? Lavare non vuol dire per forza inquinare, l’importante è trovare la formulazione giusta per le nostre esigenze di lavaggio piatti, un prodotto che ci aiuti a togliere lo sporco grasso dalle stoviglie, senza aggiungere troppi inquinanti alle acque di scarico.
Impatto ambientale dei detersivi tradizionali
L'impatto ambientale di un detersivo per piatti dipende da vari fattori, tra cui la sua composizione chimica, il packaging e il processo di produzione. Ecco i principali aspetti da considerare.
Tutti i detersivi per piatti contengono tensioattivi, profumi, coloranti e conservanti che possono avere effetti negativi sull'ambiente:
- Tensioattivi: possono essere di origine petrolchimica e risultare tossici per gli organismi acquatici. Alcuni sono biodegradabili, altri meno.
- Agenti chelanti: una volta erano i fosfati, oggi sostituiti da altre sostanze meno inquinanti, hanno la funzione di neutralizzare il calcare dell’acqua, che interferisce con il potere lavante dei tensioattivi. Questi ingredienti servono anche per mantenere la stabilità e l’aspetto del detersivo.
- Profumi: presenti in quasi tutti i detersivi per piatti a mano, servono a conferire un buon profumo al detersivo durante la fase d'uso e a contrastare il cattivo odore dello sporco da rimuovere. Le molecole dei profumi hanno un alto impatto ambientale perché sono poco biodegradabili.
- Conservanti: sono tra gli ingredienti più difficili da biodegradare e contribuiscono in gran parte al cattivo impatto ambientale dei detersivi liquidi.
Anche l'imballaggio contribuisce all'impatto ambientale globale di un detersivo per piatti. Nella scelta dell'imballaggio esistono diverse opzioni:
- Il classico flacone.
- La ricarica in busta di plastica flessibile.
- Detersivi solidi o in polvere da diluire in acqua.
Tutti gli imballaggi dei detersivi, sia di plastica che di cartone, possono essere riciclati. Un imballaggio ridotto e razionale contribuisce al basso impatto ambientale di un detersivo. Infine, anche il processo di produzione di un detersivo ha un impatto ambientale, dovuto principalmente ai consumi energetici e idrici degli stabilimenti produttivi.
Torna all'inizioDetersivi ecologici in commercio
I detersivi per piatti ecologici possono essere solidi, fatti di materie prime di origine sostenibile o concentrati. Vediamone, nel dettaglio, le caratteristiche.
Solidi: caratteristiche e vantaggi
I detersivi solidi per piatti sono una nuova versione del detersivo piatti ancora poco diffusa, rispetto al classico flacone di detersivo liquido. Si presentano come un panetto di sapone solido e vanno usati con una spugnetta per piatti o, meglio ancora, con una spazzola per piatti. Se ne scioglie la quantità desiderata sulla spazzola o spugna e si strofinano i piatti per insaponarli. I prodotti da noi testati producono una buona quantità di schiuma, sgrassano bene e durano molto a lungo. Essendo prodotti solidi, richiedono sicuramente meno conservanti, rispetto a un detersivo liquido e hanno anche il vantaggio di evitare l’uso del flacone di plastica come imballaggio. I detersivi solidi piatti si trovano in vendita in leggere scatole di cartoncino.
Materie prime di origine sostenibile: cosa significa e perché è importante
Molti detersivi in commercio vantano la presenza di materie prime di origine sostenibile, alcuni affermano semplicemente di essere a base di tensioattivi di origine vegetale. Ma quali sono le materie prime di origine sostenibile presenti nei detersivi per piatti? Sicuramente lo possono essere i tensioattivi, gli ingredienti maggiormente presenti nel detersivo liquido per piatti. I detersivi ecologici, anziché utilizzare tensioattivi di origine petrolchimica (derivati dal petrolio e prodotti dall’industria petrolchimica), spesso utilizzano tensioattivi prodotti da grassi vegetali, come l’olio di cocco o l’olio di palma. E’ importante che queste materie prime di origine vegetale (e tropicale) siano effettivamente sostenibili e che la loro coltivazione e approvvigionamento non danneggi l’ambiente e la biodiversità. Per questo, l’industria europea dei detersivi ha pubblicato alcune semplici linee-guida per indirizzare i produttori di detersivi a scelte di fornitura di ingredienti bio-based che siano davvero sostenibili.
Inoltre, secondo Altroconsumo, è importante che un detersivo, per quanto abbia materie prime di origine sostenibile, mantenga una buona efficacia di lavaggio. Per questo, i detersivi che premiamo con la “Miglior Scelta Green” nei nostri test, devono avere il massimo giudizio in impatto ambientale, ma anche trovarsi in zona buona o ottima della nostra tabella. Produrre un detersivo super-ecologico, magari molto diluito, non è difficile se non si tiene conto dell’efficacia di lavaggio. Un buon detersivo ecologico deve anche svolgere la sua funzione primaria di togliere lo sporco dai piatti.
Concentrati: meno spreco, più efficacia
Un flacone di detersivo piatti molto grande potrebbe suggerire una buona convenienza e lunga durata del flacone prima di doverne acquistare un altro. La verità invece è un’altra. Nei flaconi più grandi di detersivo per piatti sono contenute formulazioni meno concentrate, più liquide e meno efficaci. Le formulazioni davvero concentrate si trovano generalmente in vendita in flaconi più piccoli, di 500 o 750 ml. Un detersivo piatti davvero concentrato riporta in etichetta una composizione con almeno 5-15% di tensioattivi. Se ne contiene meno del 5% non è un prodotto concentrato e avrà una bassa efficacia di lavaggio.
Quando il detersivo è concentrato, i vantaggi sono tre:
- Il flacone di plastica è più compatto, quindi si producono meno rifiuti di plastica.
- Un minore volume di detersivo da trasportare riduce le emissioni della fase di trasporto e logistica.
- Minore uso di conservanti nella formulazione del detersivo: un prodotto meno acquoso richiede anche meno conservanti e ha quindi un minore impatto ambientale per gli ingredienti.
L’importanza dell’imballaggio ridotto
Abbiamo visto che, oltre all’inquinamento dovuto agli ingredienti utilizzati nel detersivo, anche l’imballaggio contribuisce all’impatto ambientale del detersivo per piatti. Vediamo quali scelte si possono fare per ridurre l’imballaggio.
Alternative alla plastica monouso
Una volta finito il detersivo, il flacone di plastica va buttato nella raccolta differenziata della plastica. Ciascun flacone pesa diverse decine di grammi, è fatto generalmente di polietilene tereftalato (PET) mentre il tappo è di polipropilene (PP), ma possono essere buttati entrambi nel sacco della plastica. Spesso i flaconi dei detersivi per piatti hanno un rivestimento, un’etichetta colorata (“sleeve”) che riveste l’intero flacone e che è bene separare dal flacone, prima di buttare tutto a riciclo. Si può trovare un tratteggio sulla sleeve che ne facilita il distacco. Per evitare la plastica monouso, o provare a ridurla, si possono adottare soluzioni riutilizzabili. Alcuni negozi vendono detersivi alla spina: ci si può andare con il proprio flacone pulito e riempirlo con il detersivo, evitando così di buttare via ogni volta un flacone che può resistere a più utilizzi.
Ricariche e packaging biodegradabili
Un altro modo per ridurre i rifiuti di imballaggio è quello di acquistare prodotti in formato “refill”. Che cosa si intende per refill? È la classica busta morbida di detersivo, in formato decisamente più capiente del flacone di plastica. Con una capienza maggiore e un materiale molto più leggero, acquistare refill permette di ridurre notevolmente il peso e il volume dei rifiuti di plastica. Una volta a casa, il detersivo si può versare in un flacone di plastica più maneggevole o in un dispenser di sapone in vetro, ceramica, plastica, che ne favorisce anche un comodo dosaggio.
E un packaging biodegradabile per i detersivi piatti avrebbe senso? Secondo noi no. Innanzitutto, dobbiamo ricordare che “biodegradabile” di per sé ha ben poco significato: quel che importa è sapere dove quel rifiuto è progettato per biodegradarsi. Se l’imballaggio è progettato per degradarsi in impianto di compostaggio industriale, dovrà riportare una certificazione di compostabilità e indicare chiaramente che va buttato nell’umido. Ma, in secondo luogo, la biodegradabilità o compostabilità per un imballaggio di un detersivo non ha molto senso: ha un limitato beneficio ambientale e, soprattutto, rischia di non essere davvero conferito con l’umido, ma di finire nell’indifferenziata o nella raccolta plastica.
Torna all'inizioIngredienti da evitare e alternative sostenibili
Per uno uso sostenibile dei detersivi per i piatti, ecco quali sono gli ingredienti da evitare e le alternative che si possono scegliere.
Sostanze chimiche dannose per l’ambiente
Gli ingredienti dei detersivi non sono tutti uguali: alcuni sono più dannosi per l’ambiente rispetto ad altri a causa della scarsa biodegradabilità, della tossicità o della loro scarsa utilità nella funzione lavante del detersivo. Le sostanze davvero necessarie a un detersivo sono i tensioattivi, composti che hanno proprio la funzione di staccare lo sporco dalle superfici e disperderlo nell’acqua di lavaggio. I tensioattivi sono composti da lunghe molecole, per lo più di origine petrolchimica e scarsamente biodegradabili. La biodegradabilità di un detersivo è un aspetto molto importante da considerare, perché dopo aver lavato i nostri piatti, è bene che i residui di detersivo che finiscono negli ambienti acquatici (fiumi, mare) siano facilmente biodegradabili e non persistenti.
Per la protezione della salute e dell’ambiente, il regolamento europeo sui detersivi (Regolamento N. 648/2004) pone un limite minimo di biodegradabilità sui tensioattivi utilizzati in tutti i detersivi immessi in commercio in UE.
Oltre ai tensioattivi, necessari per pulire, tra i componenti dei detersivi troviamo anche profumi e coloranti: non hanno nessuna funzione pulente e non migliorano le prestazioni del prodotto, anzi hanno un impatto sull’ambiente molto negativo e possono provocare allergie nelle persone. I conservanti, in particolare, pur avendo spesso un pessimo impatto ambientale perché tossici per l’ambiente acquatico, sono additivi praticamente inevitabili in un detersivo liquido, perché devono garantire la buona conservazione del prodotto durante la fase d’uso. Anche tra i conservanti esistono alternative meno dannose per l’ambiente acquatico: phenoxyethanol e potassium sorbate sono meno dannosi di methylchloroisothiazolinone e methylisothiazolinone, per esempio.
Tensioattivi biodegradabili e ingredienti naturali
Non facciamoci attirare dal fatto che alcuni detersivi dichiarino di contenere limone o altri ingredienti naturali: se presenti, lo sono in quantità minime e non sono un ingrediente attivo, ma solo un profumo. Dei tensioattivi biodegradabili e materie prime sostenibili abbiamo già detto, ma quali sono gli ingredienti naturali di un detersivo piatti? Il limone è sicuramente il più diffuso e viene talvolta aggiunto come estratto naturale. La sua concentrazione è però molto bassa e serve per lo più a rendere più forte e gradevole il profumo di limone sprigionato dalla schiuma e dal detersivo, nessun vantaggio nelle prestazioni lavanti del detersivo.
Torna all'inizioCome riconoscere un vero detersivo ecologico
Oltre alle asserzioni spontanee presenti sull’etichetta del prodotto (“green”, “eco”, “natural”…), come è possibile individuare un detersivo per piatti davvero ecologico? Ecco come orientarsi.
Certificazioni e marchi di qualità (Ecolabel, ICEA, ecc.)
Alcune certificazioni ambientali possono essere davvero utili, in questo caso. Ecolabel Europeo, Nordic Swan (poco diffuso in Italia) e Blauer Engel (anche questo poco diffuso in Italia) certificano che il prodotto ha un minore impatto ambientale lungo tutto il suo ciclo di vita. Questo aspetto è molto importante, perché grazie al marchio di qualità ambientale possiamo essere certi che quel prodotto ha ridotto gli impatti ambientali anche sul ciclo produttivo. Per questo, anche Altroconsumo tiene conto della presenza di questi marchi ecologici affidabili sui prodotti.
Lettura dell’INCI e trasparenza del produttore
L’acronimo INCI sta per “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” ed è, sui cosmetici, l’elenco degli ingredienti, ordinati dal più abbondante al meno abbondante, in quel prodotto.
L’elenco degli ingredienti in nomenclatura INCI è, purtroppo, prerogativa dei cosmetici e dei prodotti per la cura del corpo. L’obbligo di riportare tutti gli ingredienti non vale per i detersivi. Le etichette dei detersivi debbono riportare semplicemente i principali ingredienti, raggruppati per classi di abbondanza: tra il 15 e il 30%, tra il 5 e il 15 %, meno del 5%.
L’etichetta dei detersivi non riporta quindi l’intero elenco delle materie prime utilizzate per produrre quel detersivo, ma solo gli ingredienti principali. I produttori dei detersivi sono però obbligati a rendere disponibile la lista completa degli ingredienti di ciascun detersivo su un sito web, generalmente riportato sull’etichetta del detersivo. Tramite una ricerca sul sito web riportato sulla confezione del detersivo è quindi possibile reperire la lista completa degli ingredienti di un detersivo. Ma, anche qui, non si può sapere in che concentrazione i singoli ingredienti siano presenti nel detersivo. La valutazione della lista ingredienti di un detersivo è quindi una “caccia al tesoro” che solo consumatrici e consumatori più attenti e determinati avranno la tenacia di fare.
Detersivi per piatti ecologici testati da noi
Nel test comparativo sui detersivi per piatti, Altroconsumo incontra spesso detersivi ecologici tanto da poterne nominare diversi “Miglior Scelta Green”. I detersivi per piatti ecologici sono prodotti concentrati, con ridotta quantità di plastica per dose di prodotto e con una lista di ingredienti a basso impatto ambientale.
Tra i detersivi per piatti ecologici più innovativi da noi testati, c’è Everdrop Detersivo piatti limone menta e zenzero, un detersivo della gamma Everdrop, venduto direttamente in formato “ricarica”, con una bustina di detersivo in polvere da sciogliere direttamente in acqua nel flacone dosatore. Una volta sciolta in acqua, la polvere di detersivo dà luogo a un detersivo liquido dalla buona viscosità e densità. Anche il profumo è gradevole e così pare anche il potere pulente sulle stoviglie. Alla prova del nostro test di laboratorio, però, una dose di Everdrop non riesce a sgrassare più di 15 piattini unti con lo sporco standard del test. Un risultato assai più basso dei detersivi piatti in commercio, che arrivano a sgrassare mediamente 31 piatti con una dose di prodotto (circa 2 grammi di prodotto, l’equivalente di un cucchiaino da caffè, in 5 litri di acqua calda). Il flacone infatti termina prima rispetto a detersivi di analogo volume e sul fondo del flacone rimane anche un po’ di detersivo che non si riesce a usare se non svitando la pompa dosatrice.
Anche i detersivi solidi sono una valida alternativa ecologica al classico detersivo liquido concentrato: ma lavano bene i piatti? Sono comodi da usare? Abbiamo testato TEA NATURA Piatti a mano solido, con olio essenziale di lavanda e arancio (55g) e SOLARA Piatti solido, arancio dolce orange (80g).
Abbiamo inoltre testato LA CORVETTE Savon vaisselle à l’huile essentielle de citron bio - au savon de marseille (200g), reperibile su alcuni canali di acquisto online, ma è un sapone prodotto in Francia.
Le barre di sapone solido sono state messe alla prova da parte di 10 tecnici esperti in detergenza, in un test di laboratorio che prevede il lavaggio di 50 piatti, sporcati con una quantità standard di sporco grasso. I tecnici lavano i piatti, aggiungendo sapone quando necessario e registrando la quantità e la tenuta della schiuma durante il lavaggio. Una volta lavati i 50 piatti, si misura, per differenza di peso, la quantità di sapone che è stata necessaria per sgrassare quei 50 piatti.
Vediamo i risultati del test di laboratorio, eseguito da tecnici esperti in detergenza.
TEA NATURA Piatti a mano solido
È il sapone con la più alta efficacia di lavaggio, perché ha richiesto una minore quantità di sapone per lavare i 50 piatti del test. Anche la tenuta della schiuma è stata molto buona, ne basta una piccola quantità per produrre schiuma sufficiente a un lavaggio efficace. Questo prodotto si distingue rispetto agli altri saponi testati.
SOLARA Piatti solido arancio dolce
Ha prestazioni di lavaggio leggermente più basse rispetto a TEA NATURA, ma la sua forma cilindrica è stata apprezzata per maneggevolezza dai tester. Il profumo è gradevole e non ci sono particolari svantaggi nella praticità d’uso per questo prodotto. Questo sapone solido è etichettato come “irritante” per gli occhi e per la pelle, a conferma di quanto abbiamo scritto riguardo alla presenza di materie prime di origine naturale: “naturale” non significa privo di rischi.
LA CORVETTE Savon vaisselle
Questo solido piatti è più voluminoso (200g) rispetto agli altri saponi del test e ha prestazioni di lavaggio medie, simili a SOLARA. Contiene sapone e lascia un leggero strato oleoso sulle mani dopo il lavaggio. Il suo profumo è stato giudicato troppo forte e sgradevole da buona parte dei tester.
Nei saponi solidi il tensioattivo utilizzato è per lo più sodium coco sulphate, un tensioattivo anionico solido, prodotto dall’olio di cocco e dal basso impatto ambientale. Anche l’amido di riso è un ingrediente presente nei saponi solidi per dare consistenza e densità al sapone solido. Nessuno dei saponi solidi contiene conservanti di difficile biodegradabilità, confermandosi una valida alternativa green per il lavaggio dei piatti a mano.
Per chi volesse passare a un detersivo solido piatti, le abitudini di lavaggio non richiedono grandi cambiamenti: un piattino drenante per conservare bene il sapone e permetterne l’asciugatura tra un lavaggio e l’altro è l’unico accessorio utile per iniziare a usare un sapone solido piatti.
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