5G, l’Agcom stringe sulla trasparenza: nuove regole (e bollini) per velocità e offerte
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha stabilito nuovi strumenti per tutelare i consumatori da offerte fuorvianti sul 5G. Ha imposto agli operatori bollini colorati per distinguere la velocità di connessione e obblighi di trasparenza più stringenti. Tuttavia, manca una definizione chiara e vincolante di 5G e non sono previste adeguate garanzie contro un eventuale peggioramento delle prestazioni nel tempo.

Con l’articolo 6 della nuova delibera, l’AGCOM introduce misure concrete per proteggere i consumatori dalle pubblicità fuorvianti legate al 5G, garantendo maggiore chiarezza e comprensibilità nelle offerte. Negli ultimi anni, molte offerte hanno fatto uso del termine “5G”, anche quando le reti utilizzate non erano pienamente compatibili con gli standard internazionali di questa tecnologia.
Cosa cambia per i consumatori
Gli operatori di telefonia dovranno spiegare su quale rete fisica si basa il servizio. Non solo, dovranno essere molto trasparenti anche sulla velocità di connessione proposta. Per questo l'Agcom ha stabilito un sistema di bollini colorati che rende più immediato riconoscere la velocità di connessione proposta.
1) Bollini colorati.
Verde: 5G senza limiti di velocità, con indicazione della velocità massima realistica.
Giallo: 5G con limite di velocità ossia la velocità massima in download è superiore o uguale a 20 Mbit/s. In parole semplici una velocità buona ma non ultra veloce.
Rosso: 5G con velocità inferiore a 20 Mbit/s che significa sostanzialmente prestazioni basse, simili o inferiori al 4G.
2) Chiarezza sul termine "5G"
Vietato usarlo impropriamente per servizi che non rispettano gli standard.
3) Trasparenza sui limiti
Le limitazioni devono essere evidenti quanto il nome "5G".
4) Specificazione separata download/upload
I limiti devono essere dichiarati per entrambe le direzioni.
Un passo avanti per i consumatori
Sicuramente l'Agcom con questo nuovo regolamento ha dettato regole che consentiranno al consumatore di essere più consapevole delle informazioni che riceve perché saranno più trasparenti e chiare. Il sistema dei bollini colorati è una soluzione visivamente efficace che permette di capire subito la fascia di prestazioni del servizio offerto. Anche chi non ha conoscenze tecniche può capire subito di che tipo di offerta si tratta.
C'è inoltre una maggiore protezione dal marketing ingannevole perché limita la possibilità di usare il termine "5G" in modo generico per servizi che non lo sono realmente o che sono fortemente limitati. Il consumatore ha la possibilità di comparare le offerte grazie a informazioni standard e l'indicazione chiara della velocità di connessione. Ed è anche cruciale l'obbligo di dichiarare esplicitamente le limitazioni con pari evidenza del termine "5G".
Dove resta ancora poca chiarezza per il consumatore
Ci sono alcune lacune significative nell'articolo 6 del nuovo Regolamento e che mettiamo in evidenza.
- Soglie di velocità potenzialmente arbitrarie: le soglie per i bollini giallo e rosso (≥20 Mbps e <20 Mbps) non trovano un preciso fondamento tecnico normativo nel regolamento: sono scelte regolatorie, non derivazioni da standard tecnici.
- Focus eccessivo sulla velocità: il 5G offre vantaggi che vanno oltre la pura velocità di trasmissione, come la bassa latenza (ovvero il tempo di risposta della rete, cruciale per applicazioni come il gaming online o la realtà virtuale) e l'alta densità di connessioni (la capacità di gestire molti dispositivi contemporaneamente). Questi aspetti non vengono considerati o indicati nel sistema di trasparenza attuale.
- Mancanza di indicazioni sulla copertura effettiva: il regolamento non stabilisce requisiti specifici per comunicare in modo chiaro ed efficace la copertura territoriale reale del servizio 5G. Il fatto che un'offerta sia "5G" con bollino verde non garantisce di avere quella qualità ovunque.
- Assenza di standard minimi per l'uso del termine "5G": il regolamento impone trasparenza sulle limitazioni, ma non stabilisce una soglia minima di prestazioni sotto la quale non si possa comunque chiamare il servizio "5G". Un operatore può offrire un servizio "5G limitato a 5 Mbps" (bollino rosso), che di fatto potrebbe essere più lento di molte connessioni 4G, eppure può ancora usare il termine "5G". Non c'è un "limite inferiore" prestazionale per l'utilizzo del nome. Questo potrebbe indurre in confusione i consumatori che associano il termine "5G" a prestazioni elevate.
- Tutela incompleta su un potenziale degrado delle prestazioni nel tempo: un aspetto delicato è la possibilità che un operatore riduca successivamente la qualità o il numero delle proprie antenne 5G, portando a una diminuzione delle prestazioni massime raggiungibili (anche per un servizio con bollino verde). Il regolamento si concentra sulla trasparenza al momento della sottoscrizione, ma non sembra prevedere obblighi chiari per gli operatori di informare i clienti in caso di degrado significativo delle prestazioni dovute a modifiche infrastrutturali, né garantisce esplicitamente il diritto di recesso senza penali in questi casi.
Il regolamento prevede sanzioni amministrative pecuniarie per la violazione delle disposizioni, ma la loro applicazione pratica e la loro efficacia nel garantire il rispetto continuo degli obblighi di trasparenza sono aspetti da monitorare. Non mancheremo di tenere monitorata la situazione, ma nel frattempo, se stai cercando una tariffa telefonica, puoi trovare quella che fa per te grazie al nostro comparatore online.