Siti porno e verifica dell'età: altri tre mesi di tempo per adeguarsi
Il 12 novembre doveva scattare il nuovo regolamento Agcom che impone l’identificazione dell'età di coloro che accedono ai siti pornografici. Una norma però disattesa da tutti i portali a luci rosse: unica eccezione Onlyfans. Ecco perché dal 12 notte non è scattata in Italia la verifica dell'età sui siti a luci rosse e cosa ha risposto il Garante.
La stretta sulla fruizione di materiale pornografico da parte dei minorenni è rimasta solo sulla carta: dalla mezzanotte del 12 novembre, sarebbero dovute entrare in vigore le nuove norme che il Garante italiano della comunicazione aveva adottato nella delibera dello scorso aprile; le nuove regole dovevano imporre alle piattaforme di video sharing e ai siti web che rendono disponibili in Italia contenuti pornografici, l'obbligo di implementare sistemi efficaci per la verifica dell'età degli utenti, al fine di impedire l’accesso ai minori di 18 anni.
Nella delibera il Garante aveva anche stilato una lista di 45 siti che offrono materiale pornografico operanti in Italia, ma al momento nessuno (ad eccezione di Onlyfans) ha deciso di implementare un sistema di verifica dell'età dei propri utenti. Al momento, infatti, tutti questi siti risultano accessibili e fruibili gratuitamente, senza registrazione e semplicemente cliccando su una auto-dichiarazione sulla maggiore età priva di alcun controllo. Unica eccezione, come abbiamo detto, il portale Onlyfans che, pur essendo già un sito a pagamento, ha deciso di implementare un sistema di verifica dell'età basato sull'app Yoti.
Torna all'inizioAncora tre mesi di tempo per adeguarsi
Ma perché i siti non si sono adeguati? La risposta arriva direttamente da un recente comunicato di AgCom che afferma che "i gestori di siti web e le piattaforme di condivisione di video stabiliti in Italia devono dotarsi di sistemi di verifica della maggiore età conformi alle prescrizioni indicate entro sei mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento (12 novembre 2025); i gestori di siti web e le piattaforme di condivisione di video che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico, ma non stabiliti in Italia, hanno a disposizione un tempo di implementazione di tre mesi dalla pubblicazione della lista (1° febbraio 2026)".
In sostanza, le piattaforme che offrono contenuti pornografici presenti nell'elenco pubblicato dal Garante, poiché hanno tutte sede fuori dall'Italia, hanno tempo ancora tre mesi per implementare un sistema di verifica dell'età in linea con le nuove norme. Ma cosa prevendono nel dettaglio queste nuove norme?
Torna all'inizioNiente identificazione, solo una verifica dell'età
Quello del Garante è di fatto un provvedimento di “age assurance” ovvero di “verifica dell’età”. Proprio per preservare la privacy degli utenti che navigano sui siti porno, il regolamento aveva previsto che le piattaforme verificassero la maggiore età di chi vi accede (per tutelare i minori), ma non in maniera diretta. Il garante aveva escluso la possibilità per i siti di chiedere il caricamento di documenti d'identità, l'utilizzo di sistemi di accesso come Spid (l’identità digitale che serve soprattutto per accedere ai siti della pubblica amministrazione) o la Cie (la carta d’identità elettronica che ormai ha sostituito quella cartacea).
Il principio del doppio anonimato
I siti operanti in Italia avrebbero dovuto adottare un sistema di cosiddetto "doppio anonimato", ovvero di assoluta indipendenza tra chi certifica l'età dell'utente e il sito che richiede questa certificazione (la piattaforma a luci rosse). Un meccanismo che prevede in sostanza la generazione di un codice "token" rilasciato da un'app terza (che non sa per cosa verrà utilizzato) e che attesta la maggiore età dell'utente, da utilizzare poi sul sito porno per poter richiederne l'accesso.
Torna all'inizioIl sistema adottato da Onlyfans
Come abbiamo detto, l'unica piattaforma che al momento abbia implementato un sistema di verifica dell'età è Onlyfans, uno di siti inseriti nella lista del Garante. La soluzione però scelta da questa piattaforma si basa sull'uso dell'app Yoti, società specializzata nel riconoscimento e nella certificazione digitale dell'età, ma sfrutta un sistema che il Garante aveva inizialmente escluso, ovvero come l'invio di un selfie attraverso il quale "stimare l'età" grazie all'intelligenza artificiale.
Ma come funziona il sistema di Onlyfans? Anche per chi possiede già un account, è previsto un controllo dell’età. Durante l’accesso compare un Qr Code collegato a Yoti. Dopo aver inquadrato il codice con il telefono, l’utente deve scegliere la modalità con cui dimostrare di essere maggiorenne. Sono disponibili varie opzioni. La prima consiste nell’installare l’app Yoti e caricare una foto del proprio documento d’identità. In alternativa, è possibile optare per la valutazione dell’età tramite una foto del viso scattata con lo smartphone: un sistema di intelligenza artificiale analizza l’immagine per stimare l’età (opzione che però viene accettata solo se rispetta i requisiti previsti dal sito Yoti). Come ulteriore possibilità, è previsto l’accesso con AgeKey per chi ha già completato la verifica in passato e può quindi riutilizzarla.
Torna all'inizioUn'app europea per rilasciare i token
Tolta la soluzione adottata da Onlyfans (che però come abbiamo visto presenta qualche incompatibilità con le norme del Garante), al momento non sono state individuate (o suggerite) da AgCom particolari sistemi e app che possano essere adottati dalle piattaforme a luci rosse per garantire il doppio anonimato. Ciò potrebbe essere la causa del mancato adeguamento dei siti alla normativa e soprattutto alla scadenza del 12 novembre imposta dal Garante.
Tuttavia una mano potrebbe arrivare proprio dall'Europa. Una di queste app terze per la verifica dell'età, infatti, potrebbe essere proprio quella (al momento rilasciata solo in fase di test in 5 Paesi europei tra cui l'Italia) voluta a luglio scorso dalla Commissione Europea; l'Agcom dovrebbe renderla disponibile entro la fine del 2025, mentre nel 2026 potrebbe essere integrata nel "portafoglio digitale europeo" (dove si potranno trovare anche patente e carta di identità) e che sarà accessibile scansionando retina o impronta digitale.
Potrebbe trattarsi di una soluzione in grado di sbloccare in Europa situazioni critiche come quella che si è appunto creata in Italia e come quella francese, dove Aylo, il colosso che gestisce piattaforme come YouPorn, RedTube e Pornhub, ormai da giugno ha deciso di oscurare le proprie piattaforme in segno di protesta contro il provvedimento.
Torna all'inizioScopo del provvedimento: difendere i minori
Questa misura, che era stata approvata all’unanimità dal Consiglio dell’Agcom, mira a rafforzare la protezione dei minori nel contesto digitale, in linea con le disposizioni della legge sulla cybersicurezza; l'articolo 28 del Digital Service Act infatti afferma che "i fornitori online accessibili ai minori adottano misure adeguate... per garantire un elevato livello... di protezione dei minori". Purtroppo però per il momento le nuove norme riguardano solo per i siti che offrono materiale pornografico; restano invece soltanto raccomandate per le altre piattaforme per adulti come quelle di scommesse e gioco d'azzardo.
Il provvedimento di fatto cerca di dare risposte concrete a ciò che il decreto Caivano (la legge n.159 del 13 novembre 2023) aveva già previsto per i siti pornografici: ovvero l’obbligo di verifica della maggiore età dei propri utenti perché, come recita l'articolo 13 bis, "è vietato l'accesso dei minori a contenuti a carattere pornografico, in quanto... ne compromette il benessere fisico e mentale". Un decreto varato dopo lo stupro di gruppo da parte di alcuni minorenni di due bambine di 10 e 12 anni, avvenuto proprio nel comune di Caivano e che ha, tra le altre cose, lo scopo di applicare un giro di vite nei confronti della diffusione del materiale pornografico proprio tra bambini e minori.
Torna all'inizioUna battaglia anche di Altroconsumo
Questo nuovo regolamento varato dall’Agcom è il frutto anche di un confronto con le associazioni di consumatori e soprattutto delle battaglie di Altroconsumo a difesa dei minori in rete. Durante l’audizione pubblica del 22 aprile 2024, abbiamo avuto modo di presentare all’Autorità le nostre proposte affinché i siti, soprattutto quelli che offrono contenuti non adatti ai bambini e ai ragazzi, siano responsabilizzati nel verificare attentamente l’età di chi ne richiede l’accesso.
Una battaglia che abbiamo combattuto anche nei confronti di piattaforme social come TikTok, i cui contenuti spesso destinati proprio ai più giovani e offerti a chiunque senza un reale controllo, sono spesso stati d'ispirazione per attività che hanno messo talvolta in pericolo la salute e l’incolumità proprio dei più indifesi. Ben venga quindi l’approvazione di questa misura voluta dal Garante della comunicazione.
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