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App per imparare e conversare in inglese: quali sono le migliori

Sembrano essere la nuova frontiera dell’apprendimento linguistico e per alcuni aspetti possono essere utili. Ma da sole non bastano: sempre meglio un insegnante in carne ed ossa. ne abbiamo testate alcune: ecco pregi e difetti.

Con il contributo esperto di:
15 aprile 2025
Ragazza usa app per imparare inglese su smartphone

I migliori metodi per imparare più a fondo una lingua straniera sono sicuramente quelli tradizionali, e cioè lo studio con insegnanti in presenza e un’ampia immersione nella lingua che si vuole imparare tramite conversazioni con persone madre lingua (o, meglio ancora per chi ne ha la possibilità, viaggi nei paesi in cui si parla quella lingua), ma le app per imparare le lingue - e in particolare l'inglese - hanno comunque una buona diffusione.

Perché usare un'app per imparare l'inglese?

Rispetto al passato le app hanno migliorato i propri algoritmi per adattarsi alle varie competenze linguistiche degli utenti e negli ultimi tempi stanno comparendo anche strumenti di intelligenza artificiale che consentono di fare conversazione con l’applicazione, tradizionalmente un punto debole dell’apprendimento tramite app rispetto allo studio tradizionale. Tra i motivi per scegliere un'app per imparare le lingue ci sono sicuramente:

  • Costo. Molte app per imparare le lingue hanno una versione gratuita che può essere utilizzata in maniera soddisfacente, affiancata da versioni a pagamento che hanno costi più bassi di una serie di lezioni private.
  • Flessibilità. Le app permettono di studiare in qualsiasi momento e luogo, adattandosi ai ritmi e agli impegni quotidiani dello studente: non è necessario seguire orari fissi o spostarsi, e volendo puoi fare un ripasso anche mentre sei in coda alla posta e in qualunque altra situazione di attesa.
  • Gamification. Molte app cercano di dare allo studio un aspetto “giocoso”, con punteggi e premi, che vogliono servire da stimolo per continuare a studiare con costanza, ma va anche detto che questo aspetto non è apprezzato da tutti, anzi alcuni utenti ne sono persino infastiditi.
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Le migliori app gratuite

Abbiamo sottoposto ad analisi le quattro app gratuite più diffuse per imparare l’inglese, affiancando poi alla nostra valutazione tecnica un’indagine - tramite la nostra piattaforma ACmakers - presso un campione di 1500 utenti che ci ha fornito tante riposte interessanti (trovate i risultati dell’indagine in fondo all’articolo).

Duolingo

Duolingo è l’app più popolare per imparare l’inglese o anche altre lingue: se parli italiano, l’app propone corsi di inglese, francese, tedesco, spagnolo, giapponese, coreano e cinese. Se comprendi l’inglese puoi espandere il numero di corsi e studiare anche molte altre lingue come russo, turco, arabo e molte altre, incluso persino il latino.

L’app presenta un’interfaccia molto intuitiva e colorata. È semplice da utilizzare e propone un metodo di studio adatto soprattutto ai principianti, grazie a esercizi ripetitivi e graduali che aiutano a memorizzare vocaboli e strutture di base. Per motivare lo studente fa molto affidamento sul carattere “giocoso” dell’apprendimento, con punteggi, sfide con gli amici, premi. Chi non apprezza questo aspetto può comunque limitarlo intervenendo nelle impostazioni dell’app.

Tra i lati negativi: nella versione gratuita bisogna sopportare molte interruzioni pubblicitarie. L’app è poco adatta per chi ha già un livello avanzato o vuole raggiungerlo e per chi preferisce un corso strutturato in maniera più tradizionale. Alcuni esercizi sono basati sul riconoscimento vocale ma comunque non sono sufficienti per sviluppare davvero una buona abilità nel parlato.

L’app è gratuita, ma fornisce anche una versione a pagamento, la cosiddetta “Super”, al costo di 16,99 € per un mese o 101,99 € per un anno; con questa si elimina la pubblicità, si possono avere ripassi personalizzati e in generale si hanno meno restrizioni d’uso. Attivando la versione Super si può poi attivare anche la versione Max, che al costo di ulteriori 40€ al mese consente di fare esercizi di conversazione con un bot gestito da intelligenza artificiale.

Curiosità: l’app propone anche un corso di musica e uno di matematica, strutturati allo stesso modo dei corsi di lingua.

Busuu

La versione gratuita di Busuu è pienamente utilizzabile; ad essa si affianca la versione premium, che consente di fare esercitazioni orali confrontandosi con un bot IA, al costo di 11€ per un mese, 66€ per sei mesi o 132 € per un anno. Quando abbiamo fatto le nostre prove le versioni a sei mesi e un anno erano scontate e quella da un anno costava addirittura meno di quella da sei mesi, quindi fate attenzione alle offerte. Le lezioni sono organizzate in maniera simile alle altre app, con esercizi interattivi e revisione dei progressi. Rispetto a Duolingo ha un’offerta adatta a più livelli di conoscenza pregressa e propone anche lezioni per gli utenti avanzati, fino a C1. L’aspetto di gamification è molto più contenuto rispetto a Duolingo. La parte più originale consiste nel ricevere feedback dagli altri utenti e anche nel poterlo fornire: si possono leggere o ascoltare gli esercizi degli altri utenti e intervenire con valutazioni e consigli.

Memrise

Il funzionamento di Memrise si basa molto più delle altre app sulla ripetizione insistita di frasi e vocaboli, per fissare nella memoria quanto appreso. Le lezioni non sono strutturate in maniera tradizionale ma sono comunque brevi e suddivise in modo chiaro, rendendo l’app adatta anche a chi ha poco tempo a disposizione e l’interfaccia è semplice e intuitiva. L’app utilizza molti video brevissimi con parlanti nativi, per affinare le tecniche di ascolto e pronuncia. La parte di “gioco” è presente, meno che in Duolingo ma più che in Busuu. Per chi è a un livello avanzato la versione gratis è un po’ limitata, in particolare per quanto riguarda la grammatica, mentre nella versione a pagamento (24,99€ per un mese, 84,99 € per un anno e 229,99 € per sempre) sono sbloccati più contenuti, non c’è la pubblicità e si può interagire con compagni virtuali gestiti dall’intelligenza artificiale.

Mondly

Mondly è un'app che può essere fruita anche in versione gratuita, ma molto insistente nel cercare di spostare l’utente verso la versione a pagamento (12,99 € al mese o 59,99€ tutto l’anno). È strutturata come le altre app, più note a blocchi di piccole lezioni e incentivi “giocosi”, con una certa insistenza sulla pronuncia e sulla comprensione del parlato, grazie a lunghi filmati di cui poi bisogna mostrare di aver capito il contenuto.

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Le migliori app a pagamento

Anche le quattro app gratuite di cui abbiamo appena parlato offrono versioni a pagamento, che tipicamente prevedono la presenza di funzionalità aggiuntive come l’interazione con chatbot IA, la rimozione della pubblicità, un maggior numero di lezioni o una personalizzazione più spinta. Nonostante la versione a pagamento sono comunque tutte usufruibili con piena soddisfazione anche nella loro versione gratuita. Viceversa, altre app possono essere utilizzate gratis solo per fare qualche prova, dopo di che bisogna per forza pagare. Le tre più conosciute sono quelle che vi riportiamo qui sotto.

Babbel

Babbel è la più popolare tra le app a pagamento. È possibile fare una prova gratuita, dopodiché bisogna pagare: 48€ per tre mesi, 75€ per sei mesi o 96€ per un anno. Diversamente da altre app più “giocose” come Duolingo, Babbel offre un percorso di apprendimento più simile a quello didattico tradizionale. Inoltre offre un livello di approfondimento che può essere utile anche per chi ha una conoscenza avanzata della lingua.

Cambly e Preply

App attualmente meno popolari delle altre qui citate, come Cambly o Preply, puntano molto sull’interazione con persone madre lingua e con insegnanti privati e funzionano esclusivamente a pagamento.

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Fare conversazione in inglese e migliorare la pronuncia

Parlare inglese, fare conversazione, curare la pronuncia: la parte orale è tradizionalmente quella più difficile da curare con metodi di studio fai da te, perché le chiavi per questo tipo di apprendimento sono l’esercitazione e soprattutto il riscontro, cosa che è impossibile avere da soli. Le app a pagamento affrontano questa problematica proponendosi come piattaforme su cui si può interagire direttamente con insegnanti in carne ed ossa, ovviamente da remoto. 

Le app gratuite cercano di aiutare a migliorare le nostre capacità di pronuncia e conversazione tramite alcuni esercizi mirati, in cui ascoltare e ripetere, e ultimamente hanno introdotto anche funzionalità di intelligenza artificiale, che permettono di sostenere dei simulacri di conversazione. Non è la stessa cosa che parlare con una persona reale che ti corregge e consiglia, ma è già qualcosa. Va però detto che le funzioni di riconoscimento vocale non si sono comportate benissimo nelle nostre prove: anche provando a pronunciare molto male le frasi che ci venivano proposte, è capitato spesso di ricevere approvazione da parte delle app.

Imparare ascoltando film e serie TV

Per fortuna non è necessario restare con le mani in mano in attesa che queste funzionalità migliorino: anche se usiamo un’app, non è detto che tutto ciò che facciamo per imparare una lingua debba passare per forza attraverso l’app. Per esempio, quando si sta imparando una nuova lingua, guardare film o serie TV in lingua originale è un grosso aiuto, non solo alla comprensione del parlato, ma anche a migliorare la propria base di pronuncia.

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Il parere degli utenti

Abbiamo effettuato un’indagine, tramite la nostra piattaforma ACmakers che coinvolge gli utenti in test e inchieste, presso un campione di 1500 utenti che ci ha fornito tante riposte interessanti sulle app per imparare le lingue. Innanzitutto possiamo dire che, complessivamente, il giudizio su queste app è positivo, con la maggior parte degli intervistati che le ha trovate utili. Dopodiché dal sondaggio è emerso quanto segue dopo il grafico.

  • L’app di gran lunga più utilizzata è Duolingo (895 persone hanno detto di averla usata) seguita da Babbel (615). Molto staccate Busuu (48) e Memrise (42), ancora più indietro Cambly, Mondly e Preply ciascuna scelta da meno di 20 utenti.
  • Le lingue più imparate. Poiché queste app sono “multilingue” e oltre all’inglese offrono corsi in molte altre lingue, abbiamo anche chiesto ai nostri utenti quali lingue hanno studiato. L’inglese la fa da padrone, con oltre 1341 che lo hanno scelto, seguito da spagnolo (387), francese (313) e via via tutte le altre. Nel grafico il totale è molto più alto di 1500, perché molte persone usano queste app per studiare più di una lingua.
  • Gratis è meglio (se si può). Laddove le app offrono sia una versione gratuita pienamente utilizzabile che una più completa a pagamento, gli utenti mostrano di accontentarsi della versione gratis: tra gli 895 utenti di Duolingo sono 841 quelli che hanno studiato usando la versione gratuita.
  • La frequenza d’uso prevalente è due-tre volte alla settimana, ma tra gli utenti di Duolingo ben 232 la usano ogni giorno o quasi, mostrando così l’attrattiva della struttura a lezioni brevi incentivate dal sistema di “gioco e premi”.
  • I tre aspetti ritenuti più utili sono i vari esercizi. La “gamification” (l’aspetto giocoso e il sistema di punteggi) è genericamente apprezzata, anche se c’è una minoranza di persone che la ritiene inutile o addirittura un ostacolo all’apprendimento.
  • I tre aspetti ritenuti meno utili sono, prevedibilmente, le notifiche, la possibilità di confrontare i propri progressi con gli amici e soprattutto la pubblicità.

Abbiamo chiesto agli utenti di autovalutare le proprie conoscenze dell’inglese prima di usare Duolingo e dopo averlo usato: come si vede, nella conoscenza della lingua scritta, nella comprensione del parlato e anche nella capacità di parlare sono diminuite le persone che hanno risposto di avere capacità nulle o scarse e sono aumentate quelle che dicono di avere un livello buono oppure ottimo dopo aver utilizzato l'app. Trasformando questi giudizi di autovalutazione in un punteggio numerico, osserviamo un aumento medio di circa il 10%.

Vale la pena sottolineare che abbiamo osservato un andamento simile anche per le valutazioni relative alle altre app, in particolare Memrise ha ottenuto ottimi riscontri per quanto riguarda l’ampliamento del vocabolario.

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Come scegliere l'app per imparare l’inglese: raccomandazioni e consigli

Se vuoi imparare l’inglese (o anche un’altra lingua) con un’app, il nostro primo consiglio è di partire dalle app gratuite: perché sborsare decine di euro se potresti già trovarti bene senza spendere? Inoltre può esserti utile sapere che:

  • Se parti da un livello base e vuoi imparare l’inglese senza pressioni, prendendola come un gioco, Duolingo potrebbe fare al caso tuo: effettua il test che molte di queste app propongono per capire il tuo livello, oppure tuffati subito nella prima lezione.
  • Se punti soprattutto a un ampliamento del vocabolario, potresti provare con Memrise, che insiste molto sull’apprendimento mnemonico di nuovi vocaboli.
  • Se parti da un livello più avanzato potresti trovarti meglio con Busuu (da preferire anche se ti interessa la possibilità di interagire con altri utenti) o Mondly.
  • Se invece preferisci essere seguito da un insegnante umano dovrai aprire il portafogli, ma a quel punto, prima di farlo, conviene anche confrontare la spesa prevista con il costo di una serie di lezioni private fatte di persona.

Imparare una lingua con ChatGPT: si può?

Infine un suggerimento per chi vuole tentare un approccio insolito: molte app integrano funzionalità basate sull’intelligenza artificiale, in particolare per aiutare dal lato della conversazione. Allora perché non saltare l’intermediario e farci insegnare l’inglese direttamente da ChatGPT o da uno dei suoi concorrenti? Prova a collegarti a chatgpt.com, chiedigli “Puoi insegnarmi l’inglese?” e poi segui quanto ti dirà: potrebbe essere un modo nuovo e intrigante per imparare una nuova lingua. Se conosci l’inglese già a buon livello, inoltre, puoi sfruttare le funzionalità di chat vocale di ChatGPT e interagire parlando in inglese: se ti capirà, sarà un ottimo feedback per valutare la qualità del tuo inglese parlato.

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