Memorie bugiarde Samsung: uno stop (ingiusto) alla class action

Dopo che il Tribunale aveva dichiarata la nostra class action ammissibile (riconoscendo che la nostra domanda di risarcimento non era infondata e meritava di essere approfondita), il 27 luglio, lo stesso Tribunale di Milano ha deciso di non procedere oltre con l’azione collettiva. Il Giudice ha ritenuto non idonee le modalità da noi adottate per raggiungere il più alto numero di aderenti. Una decisione anacronistica e ingiusta.
Dovendo parlare a un pubblico che ormai si informa soprattutto online, avevamo infatti deciso di comunicare questa azione principalmente sul sito di Altroconsumo e sui principali canali di informazione digitale, invece che sui tradizionali quotidiani e periodici di carta stampata. Una scelta che il Giudice non ha ritenuto valida, nonostante la gestione della comunicazione da noi adottata abbia dimostrato, dati alla mano, che i canali digitali sono di gran lunga più immediati e utili per informare i potenziali aderenti interessati a un’azione di classe di questo tipo.
L’azione, quindi, non può più andare avanti. Questo per un problema di forma (comunicazione) e non di merito. Proprio per evitare simili esperienze in futuro, Altroconsumo ha presentato una serie di emendamenti al disegno di legge per la riforma della disciplina della class action. Abbiamo partecipato a numerose audizioni ufficiali chiedendo una maggiore libertà nelle modalità di informare i potenziali aderenti (per sfruttare al meglio anche le potenzialità offerte da internet) e che, una volta ammessa una class action, i costi per informare gli utenti non ricadano su chi la promuove ma sull’azienda chiamata in giudizio.
Questa battuta d’arresto non comporta alcuna spesa per i singoli aderenti, perché l'azione di classe è e resta uno strumento gratuito per far valere i diritti dei consumatori. Porteremo avanti il nostro impegno per rendere la class action uno strumento sempre più efficace nella difesa degli interessi dei consumatori. Perché se è vero che si può perdere una battaglia, non perderemo alla fine questa guerra. È la nostra missione, il nostro compito più importante.