Trenitalia non consente la riprogrammazione preventiva del viaggio a seguito di una dichiarazione di sciopero del personale. Nonostante sul sito vengano presentante e raccomandate due opzioni di (i) una richiesta di rimborso o (ii) di riprogrammazione del viaggio, chiamando l’apposito call center si scopre in realtà che Trenitalia, nonostante la dichiarazione di sciopero confermata, non consente la riprogrammazione preventiva del viaggio che cade all’interno della fascia di sciopero (a meno che non si disponga della tariffa flessibile più cara che preveda il cambio viaggio indipendentemente dallo sciopero, di fatto non garantendo nessuna flessibilità aggiuntiva rispetto alla disciplina ordinaria).
Il cambio sarebbe consentito solo a seguito della ricezione della conferma di cancellazione del treno prenotato (che spesso, come confermato dal call center, potrebbe non arrivare visto che le cancellazioni o modifiche parziali potrebbero verificarsi anche all’ultimo minuto) o non si abbia certezza della cancellazione dal tabellone in stazione.
L’unica soluzione prospettata per riprogrammare in anticipo è quella di chiedere il rimborso del biglietto esistente e riacquistarne uno ex-novo a prezzi molto più elevati (anche raddoppiati / triplicati) rispetto al biglietto originariamente acquistato, essendo ormai a pochi giorni o poche ore dalla partenza.
Essere costretti ad attende l’ultimo minuto e la conferma di cancellazione il giorno dello sciopero per poter cambiare biglietto aggiunge disagio (e caos) al disagio, con interminabili attese ai call center, difficoltà a trovare soluzioni alternative last minute con treni già pieni anche il giorno successivo (e col rischio di dover spezzare nuclei familiari su più treni ad ore di distanza gli uni dagli altri), e sistemi di prenotazione sovraccarichi e non funzionanti (come nel caso dello sciopero del 7 luglio, quando dopo 1h30 di attesa la prima risposta del centro prenotazioni è stata che non fosse possibile modificare un biglietto per un treno cancellato causa sovraccarico sistemi e treni pieni, per cui di accontentarsi di un rimborso - restando di fatto a piedi, dovendosi organizzare con mezzi alternativi all’ultimo minuto, che per le tratte a lunga percorrenza è difficilmente fattibile).
La scelta di non consentire il cambio prenotazione preventivo a seguito di una dichiarazione di sciopero sembra una scelta meramente arbitraria e commerciale da parte della società, probabilmente per spingere chi per qualsiasi motivo (familiare, di salute, di lavoro etc) non possa correre i rischi/disagi di cui sopra, a dover riacquistare ex novo nuovi biglietti a prezzi maggiorati (ad esempio per il giorno successivo lo sciopero).
Tale scelta sembra, al minimo, poco responsabile (in particolare per una società che detiene nei fatti il quasi monopolio dei trasporti ferroviari nazionale passeggeri a lunga percorrenza) andando in direzione di un aumento del disagio e confusione per tutti i passeggeri (salvo costringerli a sostenere maggiori costi per evitare i rischi di cui sopra, per cause non a loro imputabili).
Non sarebbe di buon senso, e molto semplice per la società e senza evidenti costi immediati, consentire il cambio prenotazione preventivo a tutti in caso di sciopero?