Lo scorso ottobre ho ricevuto da Wind Tre due SMS relativi alla cessazione della mia linea telefonica. Il primo (02/10/2024) richiedeva la restituzione del modem entro 30 giorni, contattando un numero specifico, pena l'addebito del costo previsto dal contratto.
Seguendo le loro indicazioni, ho subito organizzato la spedizione. Il 03/10/2024 ho preparato il pacco con modem, accessori e manualistica nella scatola originale, consegnandolo al corriere DHL il giorno successivo alle 13:40.
Lo stesso 04/10/2024, alle 17:13, ho ricevuto un altro SMS da Wind Tre che segnalava l'errore nell'invio del precedente messaggio, specificando che non era necessaria alcuna restituzione del modem. Purtroppo era troppo tardi: il dispositivo era già stato spedito.
Da quel momento è iniziato un calvario di PEC, chiamate al servizio clienti e reclami formali. A dicembre mi è stato comunicato che il problema era stato risolto, ma poco dopo la pratica è stata chiusa perché ritenuta "infondata".
Nonostante disponga di tutte le prove (SMS originali, ricevuta del corriere, documentazione completa), l'azienda continua ad addebitarmi le rate mensili di un modem che ho restituito su loro esplicita richiesta. Ho già inviato tre PEC formali (ottobre, novembre e gennaio) senza ottenere alcuna soluzione concreta.
Mi ritrovo quindi a pagare per un dispositivo che non possiedo più, restituito seguendo le loro indicazioni, vittime di una comunicazione aziendale confusa e contraddittoria. Come si può pretendere che un cliente continui a pagare per qualcosa che l'azienda stessa ha richiesto di restituire?