In data 07/09/2020 i miei due figli di 13 e 16 anni si recavano in autobus all'aeroporto di Bari per imbarcarsi sul volo Alitalia AZ 1606 delle 19:15 diretto a Roma, dove avrebbero dovuto prendere la coincidenza per Atene. I due ragazzi sono residenti in Grecia ed erano giunti in Italia con un volo Ryanair diretto a Roma, dove abitano gli zii. Per la compagnia Ryanair, come per molte altre con le quali i miei figli si spostano abitualmente, i minori di 16 anni possono viaggiare accompagnati da un adulto che abbia almeno 16 anni. Dunque sono giunti in Italia senza alcuna restrizione. Per il ritorno ho pensato di farli viaggiare con Alitalia, poiché il viaggio prevedeva uno scalo a Roma e, fidandomi della compagnia italiana, volevo essere certa che non vi fossero problemi di cancellazione di voli. Ho quindi acquistato i biglietti sul sito Alitalia, selezionando l'opzione 2 adulti, visto che le altre si riferivano esclusivamente a neonati o bambini dai 2 agli 11 anni. Al momento del check-in mio figlio maggiore ha compilato tutti i campi relativi all'età dei viaggiatori con i dati delle carte di identità. Il sistema non ha rilevato nessuna anomalia relativa al fatto che a viaggiare fossero due ragazzi di 16 e 13 anni e il check-in è stato effettuato normalmente. Dunque i due ragazzi, che si trovavano a Foggia, vengono accompagnati dal nonno all'autobus per l'aeroporto di Bari, dove arrivano con largo anticipo sul volo. Al momento dell'imbarco, primi della fila, l'hostess che controlla i biglietti li informa che non possono partire perché Alitalia ritiene un ragazzo di 16 anni incapace di badare al fratello di 13 durante un volo e per il servizio obbligatorio di accompagnamento richiede un pagamento supplementare. A questo punto una compagnia aerea di qualsiasi Paese del mondo si sarebbe attivata per cercare di risolvere il problema (i ragazzi potevano comunque imbarcarsi per Roma, dove abitano gli zii, dopo la compilazione del modulo AFFIDAVIT che avrei potuto fare via mail o via call, pagando l'accompagnamento). La hostess invece, dopo essersi consultata con qualche superiore, ha mandato i ragazzi a cercare una presunta biglietteria, rifiutandosi di parlare con un loro adulto di riferimento. La biglietteria era chiusa, l'aeroporto deserto. Dopo essere stati informati da mio figlio maggiore, io e gli zii dei ragazzi abbiamo cercato per più di un'ora di contattare il servizio clienti Alitalia al numero 892010, ma gli operatori non erano disponibili. A onor del vero l'hostess a un certo punto è riapparsa per informare i ragazzi che ormai era tardi per compilare il modulo (immagino si riferisse all'AFFIDAVIT di cui sopra) e che il volo era perso. Poi è scomparsa. Dunque due minori di 16 e 13 anni sono stati lasciati completamente soli in un aeroporto di una città a loro completamente estranea, senza nessuna assistenza, nessuna informazione, nessun sostegno anche minimo di carattere psicologico. Perché Alitalia evidentemente ritiene che a 16 anni si è troppo piccoli per volare accompagnando il fratello di 13, ma si è grandi abbastanza per riuscire a tornare dal nonno in una città a 120 chilometri di distanza, senza mezzi di trasporto (a quell'ora non ci sono più autobus) e con 15 euro in tasca. Può anche darsi che Alitalia non sia responsabile dal punto di vista legale (e questo lo vedremo, vista l'assoluta mancanza di informazioni riguardo le restrizioni per i minorenni al momento dell'acquisto del biglietto e del check-in) ma dal punto di vista morale la responsabilità è piena e totale. Le persone scelte per gestire situazioni come queste sono Alitalia. Come si possa respingere due minorenni e semplicemente disinteressarsi della loro sorte è un messaggio talmente forte per questo brand che non ha bisogno di altra pubblicità. Quello che chiedo ad Alitalia non è solo il rimborso del biglietto, ma delle scuse ufficiali e l'impegno a formare i propri operatori per farne delle persone che hanno a cuore i passeggeri, che si imbarchino o meno, che siano adulti o minori e che abbiano o meno voce per farsi sentire.