Spett. Altroconsumo, abito in una casa indipendente costituita da due unità abitative, di cui una di mia proprietà. La facciata principale della casa (comprendente 2 box auto di pertinenza delle unità) insiste su una via pedonale piuttosto trafficata. A causa della maleducazione dei passanti la facciata e il marciapiede antistante necessitano saltuariamente di una pulizia. In data 15/09/2020, la facciata risultava essere particolarmente sporca, pertanto, essendo il mio vicino assente, nell'ambito dei rapporti di buon vicinato ho effettuato personalmente la pulizia. Tuttavia, durante il lavaggio, ho accidentalmente danneggiato il portone del box auto di sua proprietà. Avendo stipulato un'assicurazione sulla casa con Vittoria Assicurazioni (polizza N° 752.058.0000903113) comprendente la responsabilità civile contro terzi, ho fatto denuncia per l’apertura del sinistro. La perizia tecnica (datata 27/11/2020), ha valutato il danno in 1800 euro e dopo aver firmato l’atto di accertamento e la manleva, trascorsi 3 mesi, ho ricevuto comunicazione tramite raccomandata circa il rifiuto di indennizzo poiché “la polizza esclude danno a cose in custodia o detenzione, come si è evidenziato in fase di perizia tecnica”. Stranamente la perizia è stata fatta in presenza da una persona, dopodiché sono stato contattato da un altro perito il quale non aveva la benché minima idea delle circostanze o delle dinamiche dell’accaduto (al quale ho dovuto spiegare tutto telefonicamente). Vorrei chiedere alla compagnia come sia possibile che, danneggiando una proprietà altrui, io ne abbia acquisito anche la custodia. Gradirei capire come, nonostante sia stato riconosciuto il danno, si sia giunti ad una simile conclusione. Il fatto che abbia cagionato un danno ad un bene altrui, ancorché sia di proprietà di un condomino, mi rende dunque custode di questo bene? Ad ogni modo, al netto dei cavilli di interpretazione delle norme, questa è l' ennesima vergognosa dimostrazione di quanto sia inutile stipulare delle assicurazioni, poiché chiaramente emerge la tutela esclusiva della compagnia e non del contraente assicurato. Nel momento del bisogno ogni scusa, ogni clausola vessatoria è un pretesto per non pagare l' assicurato, il quale, suo malgrado, esige e desidera tutelarsi dagli imprevisti. Chiedo alla compagnia di rivedere la sua posizione, poiché a mio avviso la ricostruzione delle circostanze descritte in fase di perizia è del tutto strumentale e pretestuosa. Chiedo quindi che mi venga riconosciuto l' indennizzo quantificato in sede di perizia. Mi ritengo comunque profondamente insoddisfatto e vessato dalla compagnia assicurativa, la quale, tanto per cambiare, ha trovato subdolamente il modo di non indennizzare un suo cliente. Qualora questa spiacevole situazione non si risolvesse, sarà mia cura disdire l' assicurazione, data la sua completa inutilità.