Ho stipulato un contratto di connessione internet con WindTre Spa nel mese di ottobre 2021.
Nel mese di luglio 2023, ho richiesto il trasloco della linea presso il nuovo comune in cui mi stavo trasferendo tramite compilazione dell'apposito modulo inviato tramite raccomandata.
Mi è stato risposto che la mia richiesta veniva negata in quanto la tipologia di connessione inclusa nell'offerta da me sottoscritta dal nome "Internet 200" non era usufruibile nel nuovo comune e avrei dovuto sciogliere il contratto in essere pagando la penale, pagare le rate residue del modem e sottoscrivere un nuovo contratto con una connessione internet di prestazione inferiore e installazione di un nuovo modem adeguato alla nuova connessione (ripeto inferiore rispetto alla precedente).
Ovviamente, mi sono rifiutata e ho deciso di cambiare operatore scegliendone uno che mi poteva offrire una tipologia di connessione adeguata alle mie esigenze; ho sporto reclamo sia telefonicamente che inviando una lettera all'interno della raccomandata nella quale inviavo lettera di disdetta per il fatto che mi si obbligava a pagare un modem del quale non avevo bisogno e non solo i miei reclami sono stati ignorati ma ho addirittura ricevuto anche un'intimazione da parte di una società di recupero crediti a pagare le rate residue del modem (che nel frattempo avevo anche restituito) pena "ulteriori aggravi economici".
Preciso che ho provveduto a saldare quanto richiestomi solo per paura di incorrere in sanzioni penali o finanziarie ma, detto questo, non trovo corretto obbligarmi a pagare un modem che in fase di stipula contratto mi era stato detto essere in comodato d'uso e che ho restituito con ricevuta di ritorno.
Per questi motivi chiedo alla WindTre di rimborsarmi l'importo relativo al modem che mi ha imposto in modo scorretto, non trasparente e nemmeno lecito (visto che l'Agcom l'ha già multata per questa pratica scorretta "dl modem libero".)