Scrivo per segnalare un grave disservizio causato dalla sede SDA di Bologna, che ritengo rappresenti un problema ricorrente e sistematico, soprattutto per chi vive nelle zone dell’Appennino.
La mia spedizione è stata presa in carico il 29 novembre 2024 e risulta “in transito” dal 3 dicembre 2024. Da quella data, ogni giorno ho ricevuto notifiche di “consegna in corso”, seguite puntualmente da “consegna non andata a buon fine per destinatario assente. Verrà effettuato un nuovo tentativo il giorno lavorativo successivo”.
Preciso che, pur lavorando, a casa è sempre presente un genitore anziano con problemi di mobilità. È dunque impossibile che non vi fosse nessuno disponibile a ricevere il pacco.
Il 17 dicembre 2024, esasperato dall’assenza di chiarezza e supporto, mi sono recato di persona presso la sede principale SDA all’interporto 13.5. Oltre alle difficoltà per trovare l’indirizzo (non essendo disponibile un numero di assistenza clienti efficace), ho trovato altre persone nella mia stessa situazione.
Una volta sul posto:
• Mi è stato detto che il pacco era “in giacenza” e necessitava di svincolo da tempo, un’informazione mai comunicata da SDA.
• Di fronte a prove concrete (screenshot del tracking e aggiornamenti in tempo reale dal sito di posteitaliane), sono stato accusato di non essere mai stato presente per ricevere la consegna. Ho spiegato che un familiare è sempre a casa, ma l’addetto ha risposto con arroganza: “È la tua parola contro la loro (corrieri)”.
• Dopo aver insistito, l’addetto ha ammesso vagamente che “nella zona dell’Appennino ci sono problemi evidenti”, ma che loro hanno troppi pacchi da gestire e quindi capita che i pacchi si perdono.
Il risultato? Dopo il mio intervento, lo stesso 17 dicembre 2024, la spedizione è stata improvvisamente dichiarata “RESA AL MITTENTE” (ore 20:44). È evidente che, senza la mia insistenza, avrei atteso il pacco all’infinito.
Ritengo questa situazione inaccettabile, soprattutto considerando le migliaia di segnalazioni negative che riguardano la sede SDA di Bologna e l’apparente assenza di interventi risolutivi da parte degli organi competenti. È scorretto scaricare la responsabilità sui clienti, accusandoli di negligenza senza verifiche e ignorando prove tangibili.