Cosmetici naturali: cosa c'è davvero dentro? La verità su claim e ingredienti
Non c’è una legge che stabilisca quando un cosmetico si può definire naturale o biologico, ma sul mercato è un trend redditizio. Inoltre, claim e packaging “verdi” sono usati anche se di ingredienti naturali ce ne sono pochi. Ecco come orientarsi tra claim, ingredienti e false promesse.

In questo articolo
- Cosa si intende per cosmetico naturale
- Cosmetici vestiti di verde
- Doppia versione per catturare i consumatori
- Naturale non significa sicuro
- Occhio agli ingredienti di “origine naturale”
- Cosmetici biologici, come riconoscerli?
- Come districarsi in questa giungla?
- Naturale più sostenibile?
- Occhio alle certificazioni
- Cosmetici fai da te
- Manca una legge
Sempre di più i cosmetici si vestono di verde per infondere sicurezza, mostrarsi rispettosi dell’ambiente e attrarre così la platea sempre più vasta di consumatori sensibili al richiamo del naturale. Il bisogno di natura così come il desiderio di prendersi cura di sé sono cresciuti negli ultimi anni e i cosmetici a connotazione naturale vengono acquistati sempre di più spesso.
Torna all'inizioCosa si intende per cosmetico naturale
Non esistono né una definizione univoca né requisiti definiti per legge. Infatti, il Regolamento europeo 1223/2009, che disciplina tutti i prodotti cosmetici, non specifica quali debbano essere le caratteristiche dei cosmetici bio, naturali e green. Così, in mancanza di vincoli di legge, i produttori fanno un po’ come vogliono nel dare un nome ai loro cosmetici, per cui con grande disinvoltura li autodefiniscono naturali o bio, con ingredienti di origine naturale. Oppure semplicemente li vestono di verde evidenziando in etichetta con disegni, colori e claim la presenza di ingredienti naturali (cocco, avena, argan…) che sono presenti in quantità minime. Infatti, nella lista degli ingredienti sono in fondo, quindi sono in bassa quantità visto che gli ingredienti sono in ordine decrescente di concentrazione fino all’1%.
Torna all'inizioCosmetici vestiti di verde
Per aiutarvi a riconoscere quando un cosmetico si veste di verde, ma la sua anima è soprattutto chimica, vi proponiamo due esempi.
Il packaging dell’Elisir di Miele siero riparatore per capelli, con il flacone color miele e l’alveare stilizzato che lo avvolge, ci fa credere che il miele sia l’ingrediente principale. Invece, si trova tra gli ultimi ingredienti della lista, quindi è presente in quantità minima. In cima alla lista, quindi predominanti, ci sono i siliconi (dimethicone, trimethicone, dimethiconol, amodimethicone) ingredienti tutt’altro che naturali. Ci sono poi cosmetici come le tinture permanenti per capelli che non possono essere naturali, anche se si dichiarano tali in etichetta e si colorano di verde (Natural & Easy) perché i principi attivi sono sostanze chimiche. Infatti, le sostanze naturali sono presenti in minima quantità e non tingono i capelli. La loro efficacia dipende dalla reazione chimica tra acqua ossigenata (hydrogen peroxide) e ammoniaca (ammonium hydroxide). In questo caso la tintura vanta ingredienti di origine naturale, ma si tratta dell'acqua che è l’ingrediente più numeroso (sempre primo della lista) ovviamente di origine naturale, ma non è attiva nella colorazione. Un po' di natura anche qui si trova nel balsamo nutriente, ma non ai primi posti, quindi in bassa quantità.
Torna all'inizioDoppia versione per catturare i consumatori
I prodotti “naturali” non sono più esclusiva di aziende specializzate di questo segmento, ma sono diventati parte della produzione di marchi non appartenenti al settore. Le aziende cosmetiche cavalcano questo trend mettendo nella loro gamma, accanto ai cosmetici tradizionali, anche quelli naturali e bio. Così i big di mercato mettono sullo scaffale accanto al prodotto anche quello naturale o bio (certificato e non). E il packaging cambia, con gli ingredienti naturali protagonisti sulla confezione che si tinge di verde e si riempie di fiori e frutti. Facciamo qualche esempio.
Questi due docchiaschiuma sono vestiti diversamente, ma la lista degli ingredienti non è molto diversa. Nella versione “Naturals” i primi sei ingredienti sono gli stessi di quella "normale" e l’efficacia è data dai tensioattivi (sodium laureth sulfate e cocoamidopropyl betaine), mentre l’olio di mandorla (prunus amygdalus dulcis oil) evidenziato sulla confezione è presente come quart’ultimo ingrediente, cioè in quantità molto basse. Invece, il latte presente nel nome e nel disegno, non è tra gli ingredienti, altrimenti non ci sarebbe il claim “vegan”.
Stesso copione per i due deodoranti, la versione “nature” ha gli stessi ingredienti nei primi posti della lista cioè quelli presenti in maggiore quantità (alcohol e acqua). Il cetriolo (cucumis sativus fruit extract) e il tè verde (camelia sinensis leaf extract) esaltati sulla confezione sono presenti in minima quantità, verso la fine della lista e molto dopo il profumo.
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Naturale non significa sicuro
Dall'etichetta di un cosmetico possiamo capire se ci sono davvero gli ingredienti naturali - i nomi botanici sono in latino - e in quali quantità guardando come sono posizionati nella lista degli ingredienti. Infatti, se sono dopo la metà della lista o dopo il profumo, in genere sono meno del 1% e non sono determinanti per l’efficacia del prodotto. Sono stati estratti da piante, minerali o animali solo con metodo fisico: nessuna trasformazione chimica è stata utilizzata nella produzione degli ingredienti. Gli ingredienti naturali non garantiscono maggiore efficacia o sicurezza rispetto a quelli sintetici. E nemmeno il contrario.
La percezione di maggiore sicurezza di quello che viene dalla natura è difficile da sfatare. La realtà è che in natura esistono sostanze molto pericolose e velenose così come ci sono sostanze chimiche di sintesi che possono presentare dei rischi. Eppure quando si acquistano prodotti che si presentano come naturali e biologici è facile fare l'equazione naturale uguale sicuro. Per capire quanto sia ingannevole, bisogna dare un’occhiata alla lista degli ingredienti e si scopre che alcuni cosmetici che appaiono naturali sono pieni di sostanze allergeniche - quindi capaci di determinare allergie - come le fragranze contenute negli oli essenziali di provenienza naturale come il limonene,il linalool...
Dall’altro lato anche gli ingredienti “non naturali” come alcuni oli minerali presenti nei prodotti per le labbra (burrocacao, rossetti) o come il propylparaben e il butylparaben nei prodotti non a risciacquo (creme, deodoranti) non sono sicuri per la salute. Infatti, anche se la maggior parte delle sostanze chimiche ammesse nei cosmetici sono a basso rischio, ci sono alcuni ingredienti che possono provocare una reazione allergica cutanea oppure possono interferire con il sistema endocrino, irritare le vie respiratorie, gli occhi o la pelle, possono essere nocivi se ingeriti o inalati.
Anche l’impatto ambientale conta e ci sono ingredienti che sono scarsamente biodegradabili o tossici per l’ambiente acquatico con effetti a lunga durata o che rilasciano microplastiche. Sul fronte della sostenibilità poi anche le sostanze naturali possono non essere green perchè provengono, ad esempio, da Paesi tropicali e sono coltivate in modo non sostenibile.
L'apparenza inganna
L’ingannevole associazione naturale-sicuro è facile quando si acquistano prodotti che si presentano come naturali e biologici. Facciamo qualche esempio di cosmetici che appaiono naturali, ma contengono sostanze a rischio come gli allergeni o gli oli minerali.
Questa crema per le mani che evidenzia in etichetta la presenza di uva bio e di burro di karitè bio, nella lista degli ingredienti ha quattro allergeni del profumo, a rischio di reazione allergica. Gli asterischi vogliono rassicurarci evidenziando che questi allergeni provengono da olii essenziali quindi sono naturali, ma non cambia nulla perché la loro origine naturale non li rende più sicuri. Il packaging con le fette d’anguria di questo olio per le labbra dà un’aura di naturalezza che fa pensare che l’anguria sia l’ingrediente principale, peccato che nella lista degli ingredienti non compaia, ma ci siano invece oli minerali come il paraffinum liquidum che nei prodotti da applicare sulle labbra sono sconsigliati per la presenza di possibili impurezze (Mosh e Moha) pericolose per la salute.
Torna all'inizioOcchio agli ingredienti di “origine naturale”
Se un cosmetico vanta in etichetta la presenza di ingredienti di origine naturale non significa che abbia ingredienti naturali, ma che questi ultimi sono stati trattati con un processo chimico, per cui c'è una provenienza naturale che ha subito delle modificazioni più o meno rilevanti. Per questo, a differenza degli ingredienti naturali che sono riportati in latino, quelli di origine naturale sono in inglese. Gli ingredienti di origine naturale non solo non sono necessariamente più sicuri ed efficaci come nel caso di quelli naturali, ma non hanno neanche un minor impatto ambientale perché il processo di lavorazione chimica a cui sono stati sottoposti modifica la struttura che potrebbe essere meno biodegradabile o più bioaccumulabile o tossico per l’ambiente acquatico.
Ingredienti naturali? C'è solo l'acqua
Facciamo due esempi per capire come i claim in etichetta possano trarci in inganno sul significato di "origine naturale".
Su questo latte per il corpo compare la dicitura “97% di ingredienti di origine naturale”, ma significa ben poco, considerando che l’acqua rappresenta circa l’80% della crema (ed è ovviamente di origine naturale). L’unico ingrediente naturale presente nella formulazione, riportato con il nome botanico in latino, è l’argan (argania spinosa kernel oil) circa a metà della lista, ben dopo il profumo. Anche la maschera per capelli al miele contiene 94% di ingredienti di origine naturale, di cui l’84% è l’acqua che è il primo ingrediente della lista, perciò tutti gli altri ingredienti insieme rappresentato solo il 16% della composizione e di questi il 10% è di origine naturale, cioè proviene dalla natura ma è stato lavorato e trattato chimicamente. Il cocco (cocos nucifera fruit juice) è l’ultimo ingrediente della lista, quello meno numeroso. Non solo non è più sicuro visto che contiene tre allergeni (benzyl alcohol, coumarin, limonene), ma contiene anche una sostanza (disodium edta) che dispersa nell’ambiente non è biodegradabile e può essere tossica per i pesci.
Torna all'inizioCosmetici biologici, come riconoscerli?
Quando un ingrediente è biologico? L'unica definizione disponibile è quella che riguarda gli alimenti: un ingrediente naturale prodotto secondo un metodo stabilito dal regolamento europeo del biologico, ad esempio senza pesticidi e fertilizzanti chimici. Infatti, i cosmetici biologici non hanno una definizione ufficiale univoca ed essendo formulati con molti ingredienti diversi ed è molto difficile avere prodotti che contengono solo ingredienti biologici perché spesso sono necessari conservanti chimici perchè il prodotto non si degradi. Possiamo dire che gli ingredienti biologici hanno un impatto ambientale leggermente minore rispetto ai corrispettivi non bio perché la produzione è fatta senza pesticidi e fertilizzanti, ma questo vantaggio è compromesso dal fatto che la loro coltivazione richiede l'uso di più suolo perché ha una resa inferiore. La certificazione per il biologico nei cosmetici, a differenza di quella per gli alimenti, non prevede uno standard normato per legge. Ci sono solo alcuni enti (Icea, Aiab, Ecocert) che rilasciano una certificazione, ciascuno secondo i propri riferimenti e protocolli interni. Solitamente, gli ingredienti di origine biologica sono indicati con un asterisco in etichetta.
Bio? Chiamami col mio nome
Facciamo alcuni esempi di come la dicitura "bio" in etichetta possa confonderci.
Il dermo detergente per bambini “100% biologico” è riferito solo all’olio di riso (oryza sativa bran oil) che è presente nella parte finale dell’elenco, quindi in minima parte, segnalato con asterisco “da agricoltura biologica”. L’efficacia detergente è data dal tensioattivo in cima alla lista degli ingredienti, decyl glucoside, quindi presente in percentuale maggiore.
Lo struccante bio ha come ingrediente biologico solo l’olio di mandorle (prunus amygdalus dulcis oil) presente come quinto ingrediente dopo i tensioattivi che sono gli ingredienti attivi nella rimozione del trucco. Bio non significa più sicuro, perché contiene due allergeni del profumo (geraniol, citronellol).
Torna all'inizioCome districarsi in questa giungla?
Un aiuto può venire dalle certificazioni. Infatti, ci sono produttori che ricorrono alle certificazioni volontarie che indicano nel dettaglio qual è la tipologia di ingredienti ammessi e quelli vietati, quali le procedure consentite affinché il cosmetico possa vantare in etichetta la denominazione “naturale” o “bio”. Per ottenere la certificazione i produttori devono sottostare al regolamento stabilito e pagare quanto dovuto all’ente che certifica la conformità e permette di apporre il bollino su uno o più prodotti. Ed è il bollino in etichetta che aiuta a identificare questo tipo di cosmetici.
Torna all'inizioNaturale più sostenibile?
Non bisogna cadere nella trappola dell’equazione naturale uguale sostenibile, ma si deve considerare tutto il ciclo di vita dalla produzione allo smaltimento. Infatti, alcuni ingredienti di origine naturale possono determinare danni all’ambiente e, al contrario alcuni di origine sintetica, possono essere alternative più sostenibili. Se si vuole un aiuto per riconoscere i prodotti (non solo cosmetici) rispettosi dell’ambiente esistono delle certificazioni ad hoc, come l’Ecolabel europea che, però, al momento è limitata solo ai prodotti a risciacquo (saponi, shampoo…).
Torna all'inizioOcchio alle certificazioni
Altri marchi di certificazione sono privati cioè - al contrario dei tre Ecolabel - non sono stati stabiliti a livello istituzionale, ma da aziende e/o associazioni che hanno determinato un proprio standard e offrono certificazioni alle aziende. In generale, hanno una lista di sostanze non ammesse per l’ambiente e/o per la salute e stabiliscono percentuali minime più o meno stringenti di ingredienti naturali o biologici per accedere alla certificazione e alcuni considerano anche l’acqua, che rappresenta 60-80% della composizione dei cosmetici, nel conteggio, alcuni sono più attenti agli aspetti ambientali, altri a quelli etici o di tollerabilità cutanea, per cui complessivamente i marchi green privati non possono essere confrontati tra di loro. Questo non significa che un cosmetico certificato sia migliore, più sicuro o più salutare di uno non certificato. Significa che rispetta lo standard dell'ente di certificazione che ha rilasciato la certificazione.
Le certificazioni più note e adottate sono Icea, Natrue, Ecocert e Aiab.
Cosmetici fai da te
Sempre di più si trovano in rete consigli per farsi in casa creme, stick per le labbra, scrub, insomma cosmetici che l'autoproduzione fa percepire come più sicuri oltreché più economici e con un minor impatto sull’ambiente. In realtà, mescolare ingredienti a caso o fidarsi di ricette trovate online, può essere pericoloso. La formula dei cosmetici in commercio deve soddisfare requisiti precisi stabiliti dalla regolamentazione europea sia riguardo agli ingredienti vietati, si riguardo alle concentrazioni massime stabilite oltreché deve aver superato i test per accertare che non provochi disturbi alla pelle, come irritazione e sensibilizzazione.
Quindi, il rischio di chi punta al fai da te per sostituire prodotti per la cura del corpo con formulazioni complesse è quello di produrre un cosmetico non sicuro. A partire dall'acquisto e dallo stoccaggio delle materie prime, alla scarsa conoscenza delle corrette pratiche igieniche, dall'uso di utensili non indicati e a forule non studiate per la conservazione. Creare cosmetici e donarli o venderli comporta responsabilità legali precise. Quindi, se si vuole fare il cosmetico in casa meglio optare per un prodotto semplice, pronto al consumo e con ingredienti alimentari di uso comune, come ad esempio il classico scrub per il viso con zucchero e miele. Torna all'inizio
Manca una legge
Sui cosmetici naturali e bio è necessaria una legge che stabilisca uno standard unico europeo. Una certificazione unica che definisca la percentuale di ingredienti naturali e bio che devono esserci sul totale (acqua esclusa). Non essendoci una legge che definisca le caratteristiche che deve avere un prodotto per potersi definire "naturale", i produttori se ne approfittano e sul mercato ci sono tanti slogan ingannevoli. A scapito dei consumatori e anche dei produttori onesti.
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