Speciali

Come e perché smettere di fumare

Non è mai troppo tardi per dire addio alle sigarette. I primi benefici si apprezzano immediatamente e quelli a lungo termine diventano cruciali per la salute e per l’aspettativa di vita. Come per ogni forma di dipendenza, però, anche in questo caso il motto “smetto quando voglio” si rivela spesso una pia illusione. Cosa aiuta a smettere? Come fare? sono utili le sigarette elettroniche? Rispondiamo a queste e altre domande all’interno di questo dossier.


Con il contributo esperto di:
24 giugno 2024
fumo

Glass.Mapper.Sc.Fields.Image
IL CONSIGLIO DELL'ESPERTA
Sonia Mazzamurro - Biologa
Smettere di fumare non è facile, ma nemmeno impossibile. C’è chi riesce al primo tentativo e chi ha bisogno di più tempo o di un supporto esterno. Farmaci, supporto psicologico e sigarette elettroniche possono rappresentare un aiuto, ma la forza di volontà rimane fondamentale. Il passo successivo? Fissare una data. Scegliere un giorno preciso per smettere aiuta a trasformare l’intenzione in un’azione concreta.

Il fumo rimane un comportamento ampiamente diffuso in Italia. Circa un quarto degli adulti fuma, e anche tra i giovani, uno su tre utilizza prodotti con nicotina. Nonostante la consapevolezza dei rischi, la riduzione del numero di fumatori avviene in modo lento.

Molti fumatori desiderano smettere, con circa un terzo che ha tentato nell'ultimo anno. Tuttavia, riuscire a smettere per un periodo prolungato è difficile, e solo una piccola percentuale di questi tentativi ha successo a lungo termine.

Sebbene la grande maggioranza di chi tenta dichiari di affidarsi unicamente alla forza di volontà, le fonti indicano che questo approccio, da solo, nella stragrande maggioranza dei casi non basta per una cessazione definitiva. Il tasso di successo per i tentativi autonomi è stimato in pochissimi punti percentuali.

È cruciale comprendere che smettere è una sfida superabile, e esistono strategie e supporti che possono aumentare significativamente le probabilità di abbandonare il fumo per sempre. Indipendentemente dalla storia personale di fumatore, intraprendere il percorso per smettere è sempre una possibilità concreta.

Torna all'inizio

Cosa succede quando si smette di fumare

Tutti sanno che smettere di fumare è un investimento sulla propria salute. Ma cosa succede al nostro corpo dopo aver buttato via l’ultimo pacchetto? Gli studi lo hanno ricostruito passo dopo passo, dai primi 20 minuti ai successivi 15 anni. Ogni giorno in più senza sigaretta è un passo in avanti verso una vita sana:

  • dopo 20 minuti la frequenza cardiaca e la pressione del sangue si riducono.
  • dopo 12 ore i livelli di monossido di carbonio nel sangue diminuiscono e quelli di ossigeno si normalizzano.
  • dopo 48 ore il corpo ha eliminato completamente la nicotina e comincia a recuperare l’olfatto e il gusto
  • dopo 2 settimane la circolazione del sangue migliora così come le funzioni polmonari.
  • dopo 1-9 mesi si inizia a respirare meglio e diminuiscono la tosse e il respiro corto.

Effetti dello stop al fumo

Torna all'inizio

Quali sono i benefici per la salute

Smettere di fumare comporta effetti positivi immediati che si possono percepire sin dai primi giorni ma anche benefici nel lungo termine che diventano cruciali per la salute e per l’aspettativa di vita. A distanza di anni si riduce il rischio di sviluppare patologie legate al fumo, quali malattie cardiache, respiratorie e oncologiche. Ad esempio, dopo un anno  il rischio di infarto si riduce della metà di quello di un fumatore e dopo 15 anni diventa uguale a quello di un non fumatore;, dopo 5 anni il rischio di ictus diventa uguale a quello di un non fumatore e si riduce anche il rischio di tumori alla bocca, alla gola, all’esofago, alla vescica, alla cervice uterina; dopo  10 anni il rischio di tumore ai polmoni diminuisce fino alla metà e quello di cancro al pancreas diventa uguale a quello di un non fumatore. 

A prescindere dall’età e da quanto tempo si fuma, non è mai troppo tardi per smettere di fumare.

Ricorda anche che smettere non fa bene solo a chi fuma, ma anche a chi gli sta attorno. Il fumo passivo è causa di malattie cardiovascolari e tumorali nelle persone esposte. Il rischio non è paragonabile a quello di chi fuma, ma è significativo, tanto che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha incluso da tempo il fumo passivo tra le sostanze cancerogene per l’uomo.

Torna all'inizio

Come smettere di fumare?

Non esiste un metodo giusto per smettere e valido per tutti. Ogni fumatore ha una sua storia, una sua motivazione che lo spinge a smettere e un suo grado di dipendenza dalla nicotina che rendono il suo percorso diverso da quello di un altro. Per questo ci sono persone che smettono da soli, di punto in bianco, e altri che invece ci riescono dopo diversi tentativi o ricorrendo a un aiuto.

Oggi sono disponibili diverse strategie che possono aiutare a rendere l’addio alla sigaretta meno difficile: la terapia farmacologica, il supporto psicologico, la sigaretta elettronica, l’agopuntura, l’ipnosi. Tuttavia, nessuno di questi ausili sembra funzionare se il fumatore non è convinto di voler smettere veramente.  

La forza di volontà è una motivazione importante

Secondo i più recenti dati, 8 persone su 10 che hanno smesso di fumare, dichiarano di esserci riuscite solo grazie alla volontà. 

La forza di volontà rimane quindi la prima risorsa per dire addio alla sigaretta. È importante, dunque, cercare prima di tutto una motivazione valida per smettere. Le motivazioni sono strettamente personali: motivi di salute, ragioni economiche, voglia di liberà dalla schiavitù della sigaretta, di riacquistare in pieno il gusto e l’olfatto, migliorare l’aspetto fisico, una gravidanza in arrivo… o anche banalmente perché si è stufi della tosse o del fiato corto.  Ognuna di queste motivazioni, è una motivazione valida.

Tuttavia, se non si riesce a smettere da soli, è giusto cercare aiuto.

L'aiuto di specialisti 

L’Istituto superiore di sanità da oltre vent’anni ha attivo il numero verde contro il fumo 800 554 088 al quale ci si può rivolgere per chiedere informazioni e per farsi indicare il centro antifumo più vicino (lo si trova anche scritto sui pacchetti di sigarette). Ci sono centinaia di centri antifumo in seno al servizio sanitario.
Sul sito dell’ISS dedicato alle dipendenze c’è l’elenco delle strutture sanitarie che si occupano delle problematiche legate al fumo di tabacco presenti sul territorio nazionale.

Dopo avere verificato il livello di dipendenza dalla nicotina (con il test di Fagërstrom)  e il grado di motivazione nel volersi liberare delle sigarette, e dopo una serie di esami ambulatoriali, gli specialisti dei centri antifumo individuano il percorso più appropriato.

Una strategia su più fronti

L’approccio che si è dimostrato più efficace prevede l’integrazione degli interventi psicologici (colloqui motivazionali, di sostegno, counselling o psicoterapia, individuali o di gruppo) con l’assunzione di farmaci che permettono di controllare i sintomi della dipendenza fisica da nicotina e la voglia di fumare.

L’intervento integrato raddoppia le chance di smettere almeno per i seguenti 6-12 mesi. 

Per quanto riguarda il lungo termine, purtroppo non c’è certezza. Gli scarsi dati presenti in letteratura ci dicono che anche tra coloro che completano uno di questi programmi e che riescono a smettere per alcuni mesi o un anno, molti ricadono nel vizio. 

Ecco cosa fare per cominciare a smettere

Ecco alcuni consigli per aumentare le chance di successo (soprattutto se si vuole smettere da soli, senza aiuto)

  • Fare un piano e fissare una data. Da soli o con l’aiuto di specialisti, bisogna prepararsi a smettere fissando una data in cui si dice addio alla sigaretta;
  • Prepararsi allo stress che verrà, per esempio, iniziando a fare attività fisica o trovando attività rilassanti;
  • Passare meno tempo possibile con dei fumatori: vale il motto a camminar con lo zoppo…;
  • Comunicare ad amici e parenti che si sta smettendo di fumare, in modo che evitino di fumare in vostra compagnia;
  • Trovare un trucco, un rituale o un’attività per contrastare la voglia di sigaretta: c’è chi usa banalmente una gomma da masticare. Può funzionare.

Per incominciare il percorso verso l’astinenza si può leggere questa breve guida dell’Istituto superiore di sanità che aiuterà a prendere maggiore coscienza dei benefici dello smettere di fumare e di valutare il proprio grado di dipendenza e motivazione ad abbandonare la sigaretta.

Torna all'inizio

Si può smettere di colpo?

Si, si può smettere di colpo, dando un taglio netto con la sigaretta e buttando l’ultimo pacchetto senza mai più ricomprarlo. Del resto, è proprio quello che raccomandano diverse linee guida per la disassuefazione. Per farlo serve forza di volontà e  determinazione, fissando una data di addio alla sigaretta e buttando ogni pacchetto di scorta per non cadere in tentazione.

Non è più facile ed efficace smettere in maniera graduale?

È una domanda che si fanno sia i fumatori che gli esperti. Smettere di colpo è difficile ed è facile ricadere nella tentazione, ma smettere gradualmente potrebbe spegnere altrettanto gradualmente la motivazione che ha spinto il fumatore a voler smettere.
Nonostante rimanga valido il consiglio di smettere di colpo, la superiorità di questa strategia rispetto a quella di smettere in maniera graduale non è dimostrata. Lo dice un’analisi del gruppo Cochrane che dopo l’analisi di più di 50 studi coinvolgenti più 22.000 forti fumatori ha concluso che non ci dati per dire quale modalità sia la migliore.

In assenza di certezze, è meglio che ogni fumatore trovi la sua strategia sulla base delle sue preferenze ed esigenze. 

Qualunque sia la strada scelta, le prove scientifiche disponibili suggeriscono che l’utilizzo di un sostegno psicologico e l'uso di farmaci per smettere di fumare aumentano le chance di smettere.

Torna all'inizio

È possibile smettere di fumare in 5 giorni?

Si può, ma non è semplice. Spegnere l'ultima sigaretta dall’oggi al domani e non lasciarsi tentare nei primi giorni non è per niente facile, perché subentrano i sintomi legati all’astinenza da nicotina. Una forte motivazione e il giusto sostegno possono aiutare ad aumentare le chance di riuscirci con successo.

Le prime 24 ore, e più in generale la prima settimana dall’ultima sigaretta, sono particolarmente critiche per il fumatore, perché la voglia di fumare è forte e i sintomi dell’astinenza dalla nicotina sono più intensi: si è colti da ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione, affaticamento, insonnia, aumento dell’appetito. Tutto questo può essere fonte di profondo stress, che predispone a ricadute nella dipendenza.

È proprio in questa fase più critica che può essere utile il ricorso ai farmaci (ad es i cerotti o caramelle che rilasciano la nicotina e riducono i sintomi fisici dell’astinenza o quelli che riducono il desiderio di fumare come la vareniclina, citisina e bupropione). Tenendo a bada i sintomi il fumatore riesce a concentrarsi e ad avvertire maggiormente i benefici fisici derivanti dall’addio alla sigaretta. Il desiderio impellente di una sigaretta dura solo pochi minuti per questo è importante trovare strategie che permettano di distrarsi come fare una passeggiata o andare a correre, chiacchierare con qualcuno, masticare una gomma o una caramella senza zucchero; ognuno trovi la sua. I sintomi dell’astinenza tendono ad attenuarsi dopo le prime settimane.

Torna all'inizio

Ci sono rimedi della nonna che aiutano a smettere?

In rete sono proposti diversi espedienti, trucchi e veri e propri rimedi naturali per contrastare o ridurre la sensazione di ansia, irritabilità e insonnia che accompagnano i fumatori nelle fasi iniziali dell’abbandono della sigaretta, purtroppo, non ci sono studi che ne abbiano provato l’efficacia. Dalle tisane rilassanti a base di zenzero, passiflora e camomilla, agli integratori per l’ansia (ad es iperico, valeriana ecc), per l’insonnia (ad es melatonina), al ginseng per ritrovare la carica, fino all’espediente del l bastoncino di liquirizia da tenere in mano per impegnare mano e bocca.

Non mancano prodotti che promettono di liberare i fumatori dalla dipendenza dalla nicotina subito e per sempre: smettere di fumare è un processo lungo e complesso, non esistono prodotti miracolosi. Se si ha bisogno di un ausilio, meglio affidarsi a strumenti che hanno prove di efficacia a sostegno, come i farmaci e il supporto psicologico. Nel caso un fumatore voglia sperimentare un’altra soluzione, il consiglio è di verificare prima di tutto che sia un prodotto sicuro per lui, a volte la storia clinica della persona potrebbe avere controindicazioni anche all’uso di integratori ed erbe: naturale non significa sicuro.

Torna all'inizio

Quali farmaci prendere per smettere di fumare

In commercio sono disponibili diversi farmaci che permettono di controllare i sintomi della dell’astinenza da nicotina, fisica e psicologica. Alcuni richiedono la prescrizione da parte del medico, altri invece si possono acquistare in autonomia in farmacia. Si tratta di farmaci che sono usati da anni nella lotta al tabagismo sulla base di prove di efficacia e sicurezza solide. Non bisogna però farsi troppe illusioni: i farmaci aiutano chi vuole smettere di fumare, ma senza motivazione,  i farmaci non fanno miracoli.

Questi sono i farmaci principalmente impiegati:

  • Farmaci a base di nicotina (sotto forma di cerotti, gomme, pastiglie, spray orale e soluzioni per inalazione) che hanno lo scopo di fornire a chi ha smesso, la nicotina che non assume più fumando. Permettono di ridurre i sintomi della dipendenza fisica da nicotina, facilitando la transizione verso l’astinenza completa. Per ottenere un effetto migliore si usano in combinazione formulazioni a lento rilascio (come i cerotti) e formulazioni a rilascio immediato (come gomme, pastiglie, spray e inalatori). Presentano alcune controindicazioni all’uso, meglio parlarne con il medico /farmacista o leggere il foglietto illustrativo online prima di acquistarli. Non serve prescrizione e sono a completo carico del cittadino.
  • Vareniclina. Farmaco che agisce sui alcuni specifici recettori cerebrali a cui si lega anche la nicotina. L’effetto è duplice: mimarne l’azione, riducendo la voglia di fumare, ma al contempo ridurne gli effetti che rendono il fumo piacevole. Va preso per alcuni mesi di seguito, iniziando di solito una o due settimane prima della data in cui ci si è prefissati di smettere. È disponibile solo dietro prescrizione e va affiancato a un supporto motivazionale. Può dare nausea, insonnia, mal di testa e infiammazione di gola e naso;
  • Bupropione. Un farmaco appartenente alla famiglia degli antidepressivi che, in una particolare formulazione, è usato anche per smettere di fumare, riducendo i sintomi dell'astinenza da nicotina. Va assunto per alcuni mesi, iniziando una o due settimane prima delle data in cui si smette effettivamente di fumare. È anche questo disponibile solo dietro prescrizione medica e va affiancato a sostegno motivazionale. Può dare insonnia, tremore, difficoltà di concentrazione, mal di testa, depressione, ansia e sintomi gastrointestinali.
  • Citisina, una sostanza di origine naturale simile per il meccanismo d’azione alla vareniclina. La terapia dura circa un mese e può essere iniziata mentre si sta ancora fumando, tuttavia è necessario smettere con la sigaretta entro il quinto giorno di trattamento. È disponibile solo dietro prescrizione e può dare secchezza della bocca e della gola, aumento dell’appetito e del peso. Se vuoi sapere altro su questo farmaco leggi anche questo.

Quale terapia funziona meglio?

La vareniclina o  la terapia sostituitiva della nicotina sono i due trattamenti di prima linea. - La vareniclina ha dimostrato in un ampio studio di confronto di essere più efficace del bupropione o dei cerotti base di nicotina: se con il trattamento placebo è riuscito a smettere – per sei mesi – circa il 9,5%, grazie ai cerotti o al bupropione ci è riuscito circa il 16% di chi li ha assunti, mentre con la vareniclina ci è riuscito circa il 22%.- In altri studi, una combinazione di due farmaci a base di nicotina (uno a rilascio più lento, come il cerotto, e uno a rilascio più rapido) ha avuto un’efficacia equivalente a quella della vareniclina.Non sembrano esserci chiari vantaggi dall’associare le due strategie. Rimane comunque opzione possibile per i pazienti che non riescono a smettere con un solo trattamento farmacologico. Va però tenuto conto delle eventuali controindicazioni e delle preferenze del paziente.

 
Torna all'inizio

Cerotti e gomme alla nicotina sono utili per smettere?

Negli studi che hanno valutato l’efficacia e sicurezza dei farmaci che rilasciano nicotina nell’astensione al fumo, i cosiddetti “sostitutivi della nicotina” più noti ai fumatori con i nomi commerciali di Nicorette, Niquitin ecc, la terapia si è rivelata più efficace  di un trattamento placebo, in quanto aumenta la probabilità di smettere nei seguenti 6-12 mesi di almeno il 50%, anche senza intervento psicologico. Non c’è una significativa differenza di efficacia tra le diverse forma farmaceutiche disponibili (cerotti, gomme, pastiglie, spray e inalatori) ma un trattamento che associa un farmaco a base di nicotina a rilascio lento (come il cerotto a base di nicotina) con un altro a rilascio più rapido (come gomme, pastiglie, inalatori o spray) è considerato più efficace del trattamento con un farmaco singolo. L’associazione tra sostegno psico-comportamentale e trattamento farmacologico a base di nicotina può incrementare ulteriormente le chance.

La terapia espone a effetti indesiderati anche fastidiosi, come nausea, vomito, dolore addominale e diarrea, oltre che a mal di testa e irritazione nel punto di somministrazione. L’uso è ritenuto sicuro anche nei pazienti affetti da patologie cardiovascolari, che sono assolutamente invitati a smettere di fumare. La terapia potrebbe causare tachicardia e aritmia, ma nessun rischio aggiuntivo di problemi cardiovascolari, come infarti o ictus. I rischi corsi continuando a fumare sono quelli che devono preoccupare, prima di tutto.

Torna all'inizio

La sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare?

La sigaretta elettronica è talvolta considerata un possibile supporto per smettere di fumare sigarette tradizionali, tanto che in alcune nazioni viene sostenuta dalle istituzioni sanitarie pubbliche come metodo per liberarsi dal fumo. Tuttavia, l'incertezza sulla loro reale efficacia come ausilio per la disassuefazione persiste. Sebbene alcuni studi, in particolare quelli condotti in contesti clinici con supporto comportamentale, mostrino un beneficio, seppur modesto, le prove nel complesso non sono considerate conclusive né esaustive. La grande varietà di dispositivi, liquidi e modalità di utilizzo rende difficile generalizzare i risultati di un singolo studio. Un dato preoccupante emerso da uno studio nel Regno Unito indica che molti di coloro che hanno smesso di fumare utilizzando la sigaretta elettronica continuavano a usarla, suggerendo il mantenimento della dipendenza da nicotina e della gestualità del fumo. Inoltre, l'uso fuori dal contesto clinico porta spesso a un uso duale, combinando sigaretta elettronica e tradizionale, strategia che non offre benefici per la salute né per la disassuefazione. Per questi motivi, la maggior parte delle istituzioni internazionali non raccomanda un uso generalizzato a questi scopi.

Torna all'inizio

Agopuntura, ipnosi, meditazione possono aiutare a smettere?

Non è ancora chiaro se questi approcci forniscano un aiuto reale per smettere. Sebbene ci siano alcuni studi che ne suggeriscono il potenziale, la qualità degli studi e la quantità di questi approcci i dati scientifici non sono sufficienti per giungere a conclusioni definitive. Il problema è che smettere di fumare significa fare i conti con i sintomi dell’astinenza da nicotina, una sostanza psicoattiva che provoca forte assuefazione. Non sono quindi metodi sconsigliabili, ma in assenza di prove chiare non possono essere raccomandati. Torna all'inizio

Funzionano le app per smettere di fumare?

Ad oggi non ci sono dati sufficienti che permettano di dire se queste app sono efficaci nel breve e nel lungo periodo. Il potenziale c’è, ma gli studi a disposizione - che non contemplano affatto tutte le app esistenti, men che meno le più recenti, questo va detto - dicono che spesso le app non applicano le migliori tecniche psico-comportamentali, concentrandosi troppo su alcuni aspetti, ad esempio le terapie farmacologiche. Nuove applicazioni basate su interventi psico-comportamentali (quelli considerati più efficaci sulla base della letteratura scientifica) sono allo studio, a testimonianza delle potenzialità del mezzo. Torna all'inizio