Come correggere gli errori nel 730 e quali sono le sanzioni
Può capitare di commettere errori nella compilazione del 730, ma anche con il 730 precompilato è possibile intervenire e modificarlo per sanare l’errore. Modello Redditi, 730 integrativo o 730 rettificativo ti spieghiamo le differenze, entro quando vanno utilizzati e quali sono le sanzioni da pagare.

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Chi ha già presentato il modello 730 online e lo vuole annullare può farlo entro il 20 giugno 2025, inviandone uno nuovo sostitutivo del precedente. L'annullamento del 730 online è possibile una sola volta ed è bene conservare insieme al nuovo 730 online che si presenta, anche la ricevuta di avvenuto annullamento di quello precedentemente presentato.
Annullando il 730 precedente, per la compilazione del nuovo modello si riparte da zero, quindi non è possibile modificare solo una voce e mantenere tutte le variazioni introdotte con quello annullato, ma bisogna riprenderlo in mano da capo.
La correzione del 730 avviene con modalità e tempi differenti anche a seconda del fatto che comporti o meno una maggiore imposta da pagare.
Il 730 rettificativo: quando il caf o il professionista ha sbagliato
L’errore è sempre possibile quando si parla di imposte, perciò se ci si accorge che chi ha prestato assistenza fiscale ha sbagliato, bisogna comunicarglielo immediatamente, così che possa presentare un 730 rettificativo. Infatti, il 730 rettificativo deve esser presentato da chi ha presentato per nostro conto la dichiarazione dei redditi ma ha effettuato degli errori di compilazione.
Il 730 integrativo: gli errori che non comportano l'imposta maggiore
Il 730 integrativo è utilizzabile quando ci si accorge di aver presentato il modello 730 ma sono stati dimenticati dei dati che, una volta inseriti, non comportano il pagamento di una maggior imposta. Stiamo parlando di fatture di spese da detrarre che sono state dimenticate in un cassetto o dell’inserimento errato del sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio sulla busta paga. La presentazione di questa dichiarazione avviene tramite il modello 730/2025 entro il 27 ottobre 2025.
Nella compilazione del 730 integrativo bisogna indicare il codice “1” nella casella “730 integrativo”, presente sul frontespizio. Purtroppo, anche chi ha presentato il 730 precompilato tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate deve per forza rivolgersi a un CAF o a un professionista abilitato per la presentazione del 730 integrativo, lo stesso vale in caso di presentazione della dichiarazione principale tramite il proprio sostituto d’imposta. Questo modello è utilizzabile solo se l’errore che si deve sanare comporta un credito oppure se si riferisce ai dati necessari a individuare il sostituto d’imposta che deve effettuare il conguaglio. In questo secondo caso si indica il codice “2” nel frontespizio nella casella "730 integrativo". Se ricorrono tutte e due le situazioni (maggior credito e sostituto d’imposta errato) il codice corretto è il “3”.
La dichiarazione correttiva nei termini: per errori che generano debiti
A differenza del 730 integrativo, questa correzione riguarda errori che comporteranno il pagamento di un’imposta maggiore perché, ad esempio ci si è dimenticati di dichiarare una collaborazione occasionale.
La dichiarazione in questione si chiama “correttiva nei termini” e la sua presentazione avviene tramite il modello Redditi 2025. Tuttavia, se dopo il 25 ottobre ci accorgiamo di ricadere nella possibilità di utilizzo del 730 integrativo, possiamo utilizzare il modello Redditi nella forma della correttiva nei termini, ma il maggior credito che ne scaturirà si deve chiedere il rimborso e attendere i tempi del Fisco.
Quando sono ormai scaduti i termini per la presentazione regolare del 730, l’errore si corregge in modo diverso a seconda di quando ce ne siamo accorti. In base alla data, infatti, cambia il modello da utilizzare e, se siamo a debito con il fisco, cambia anche quanto dobbiamo pagare con il ravvedimento operoso.
Entro un anno: dichiarazione integrativa con modello Redditi
La presentazione di questa dichiarazione avviene tramite il modello Redditi 2025 entro i termini previsti per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno successivo. Per farlo occorre barrare la casella “dichiarazione integrativa” presente sul frontespizio del modello. Se la dichiarazione integrativa è a favore del contribuente, il credito può essere chiesto a rimborso o essere usato in compensazione.
Entro 5 anni: dichiarazione integrativa per errori più datati
L’ultimo appello per correggere i propri errori scade il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione del 730 utilizzando il modello Redditi 2025. Quindi per il 730/2025 si arriva al 31 dicembre 2030. In questo caso occorre barrare la casella “dichiarazione integrativa (art.2 co.8-ter, DPR322/98)” presente nel frontespizio del modello. Se la dichiarazione integrativa è a favore del contribuente, il credito può essere chiesto a rimborso o essere usato in compensazione con imposte che maturano a partire dall’anno successivo a quello in cui viene presentata la dichiarazione integrativa (quindi se nel 2025 correggo la dichiarazione dei redditi 2022, il credito può compensare imposte da versare nel 2026 anche sulla base della dichiarazione dei redditi 2025). Nella dichiarazione relativa all’anno in cui si presenta la dichiarazione integrativa, viene indicato il credito che ne è scaturito nell’apposito quadro DI.
Il ravvedimento operoso serve a sanare un debito con il fisco, infatti, una volta presentata la dichiarazione che corregge quanto precedentemente fatto, se emerge un debito bisonga utilizzare questo strumento per pagare tramite modello F24 imposta non versata o versata in modo insufficiente, sanzioni e interessi
Il calcolo degli interessi
Gli interessi vanno calcolati giornalmente sull'imposta applicando il tasso annuo di riferimento che è:
- del 2% nel 2025;
- del 2,5% nel 2024;
- del 5% nel 2023;
- dell'1,25% nel 2022
- dello 0,01%annuo dal 2021
- dello 0,05% annuo per tutto il 2020;
- dello 0,8% annuo per tutto il 2019.
Le percentuali di sanzione in base ai giorni di ritardo
Le sanzioni variano a seconda di quando ci si ravvede rispetto al momento in cui si doveva versare l’imposta. Più si aspetta e maggiore è la sanzione, in particolare se ci si ravvede:
- entro i 14 giorni successivi al 30 giugno è lo 0,1% per ogni giorno di ritardo;
- dal 15° al 30° giorno successivo al 30 giugno è l’1,50%;
- dal 31° al 90° giorno successivo al 30 giugno è l’1,67%;
- dal 91°giorno successivo al 30 giugno e fino al 30 novembre 2026 è il 3,75%;
- dal 1° dicembre 2026 al 30 novembre 2027 e il 4,29%;
- dal 1° dicembre 2027 al 31 dicembre 2030 è il 5%.