Pensioni, gli aumenti 2025 per le diverse fasce di reddito
Da gennaio 2025 per tutti i pensionati scattano gli aumenti: gli assegni saranno rivalutati in base al costo della vita del 0,8%, ma non tutti nello stesso modo. Infatti, con la manovra 2025 arriva il ritorno agli scaglioni di aggiornamento previsti per il 2023 e un’ulteriore rivalutazione del 2,2% per le minime.

La perequazione automatica, meglio nota come adeguamento automatico delle pensioni è quel meccanismo che prevede la rivalutazione annua delle pensioni in base all’andamento dell’inflazione e che dovrebbe proteggere le pensioni dalla perdita di potere d’acquisto adeguandone l’importo al costo della vita.
L’adeguamento automatico stabilito dal Governo in via provvisoria per il 2024 è dello 0,8% e arriverà con le pensioni di gennaio, ma sarà poi ricalcolato in via definitiva a fine 2025. Non tutti i pensionati lo percepiscono interamente, infatti, la manovra di bilancio ha rivisto al ribasso gli scaglioni di reddito, garantendo l’adeguamento in misura piena solo alle pensioni di importo fino a 2.344,94 euro al mese.
Con la manovra di Bilancio 2025 il Governo ha inoltre garantito un ulteriore aumento delle pensioni minime del 2,2% e dell'1,3% per il 2026.
Gli aumenti delle pensioni per il 2025
Il sistema utilizzato per la rivalutazione delle pensioni nel 2024 non verrà prorogato al prossimo anno, quindi si torna ad applicare la normativa della rivalutazione in vigore fino al 2023 che funziona come l’Irpef e garantisce gli adeguamenti come riportati in tabella.
pensione lorda mensile | calcolo dell'aumento |
fino a 2.394,44 | 0,80% |
tra 2.394,44 e 2.933,05 | 19,16 euro + 0,72% |
oltre 2.933,05 | 23 euro + 0,6% |
Facciamo un esempio per capire, per una pensione di 2.500 euro lordi, l’aumento si calcola in questo modo:
(2.500 – 2.394,44) x 0,72% = 0,76 euro
Aumento 2025: 19,16 + 0,76 = 19,92 euro
Pensione minima, nel 2025 sale a 616 euro
Nel 2025, l’adeguamento provvisorio è dello 0,8% per tutte le pensioni di conseguenza la pensione minima è di 603,40 euro (pari a 7.844,18 euro annui). Il Governo ha previsto nella manovra di bilancio una ulteriore maggiorazione del 2,2% per chi percepisce la pensione minima, che si aggiunge al 0,8%: quindi la pensione minima per il 2025 corrisponde a un assegno mensile di massimo 616,57 euro per 13 mensilità.
Quando si rivaluta la pensione
Il meccanismo della perequazione delle pensioni non è particolarmente semplice, infatti, prevede adeguamenti provvisori e definitivi che comportano dei conguagli in corso d’anno sulle pensioni. Entro il 20 novembre dell’anno in corso il Ministero delle finanze insieme a quello del lavoro e delle politiche sociali emanano un decreto che contiene:
- l’adeguamento definitivo per l’anno precedente, il cui effetto si applica dal 1° gennaio dell’anno in corso;
- l’adeguamento provvisorio per l’anno in corso che si applica dal 1° gennaio dell’anno successivo.
In pratica, l’adeguamento definitivo dell’anno precedente viene erogato nelle mensilità di novembre, dicembre e tredicesima dell’anno in corso. L’adeguamento provvisorio per l’anno in corso viene applicato a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo.
In ogni caso l’adeguamento non può esser negativo, quindi in caso di inflazione inferiore a zero gli importi delle pensioni non vengono adeguati.
Quali pensioni vengono adeguate?
Ogni anno viene emanato il decreto interministeriale che contiene l’indice di rivalutazione delle pensioni che viene applicato al cumulo di tutte le pensioni percepite da ogni soggetto, erogate dall’Inps e dagli altri Enti. Quando viene effettuato il calcolo dell’aumento, questo viene poi ripartito proporzionalmente su ogni pensione che concorre a formare il totale.
Il decreto con il valore della perequazione viene utilizzato anche per:
- calcolare il trattamento minimo preso come base di calcolo per diverse prestazioni erogate dall’Inps;
- adeguare il valore delle pensioni sociali e delle prestazioni a favore di mutilati, invalidi civili, ciechi e sordomuti;
- aggiornare il valore dell’assegno sociale, che influisce anche sui requisiti per l’accesso alla pensione per chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995 (pensioni interamente contributive). Lo stesso avviene per i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia e a quella anticipata.
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