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Campus 2023: per mandare i bimbi ai centri estivi si spende anche più di 2 mila euro

Oratori, strutture (sportive) private e centri estivi comunali: l'offerta per l'estate dei propri bimbi dopo la fine dell'anno scolastico è varia. Tuttavia, non tutte le strutture coprono le settimane necessarie ai genitori e i costi spesso non sono alla portata di tutti: si va dai 100 ai 370 euro a settimana. Per tutta l'estate (escluse le prime 3 settimane di agosto) si può arrivare a spendere anche oltre 2.000 euro.

12 giugno 2023
Campo da calcio allenamento

Sono in molti ormai a chiamarli "campus" e, per chi non ha modo di lasciare i figli ai nonni in attesa delle proprie ferie, sono una vera e propria manna. Una manna, come vedremo, spesso non priva di incognite e tutt'altro che a buon mercato: se si pensa che, ad esempio, lasciare il proprio bimbo in un centro estivo di Milano, dalla fine della scuola alla prima di settembre (escludendo quindi le classiche prime tre settimane di agosto) può arrivare a costare anche 2.160 euro. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire prima di tutto quali sono le soluzioni che si presentano ai genitori di un bambino delle elementari una volta terminata la scuola, che cosa offrono queste soluzioni e infine quanto pesano sul portafogli.

La nostra indagine a Roma e Milano

Per rispondere a tutte queste domande, abbiamo spulciato i siti dei Comuni di Roma e Milano e, per le stesse città abbiamo visitato le pagine informative online anche di oratori e centri sportivi. Abbiamo stilato così una lista di 57 centri estivi, tra pubblici e privati, ai quali abbiamo telefonato per raccogliere informazioni più dettagliate sul periodo coperto dal servizio, gli orari, l'abbigliamento richiesto, le attività extra e infine le quote (comprensive anche di eventuali sconti per fratelli o sorelle). 

Una curiosità: l'indagine è stata svolta dall'11 al 31 maggio e, se alla data di inizio i campus comunali a Milano erano pressoché già tutti organizzati e le informazioni essenziali disponibili, le risposte che abbiamo ottenuto invece dal comune di Roma nello stesso periodo erano ancora piuttosto vaghe, anche se sulle sezioni relative ai vari municipi iniziava sporadicamente a comparire qualche informazione in più. Vediamo allora come è andata la nostra ricerca.

Bimbi al campus: quali soluzioni ci sono

Iniziamo con l'individuare quali soluzioni ci sono e in che periodo sono attive. Con la scuola elementare che termina la prima settimana di giugno, dal 12 del mese i bimbi sono ufficialmente in vacanza. Non tutti però possono partire per il mare coi nonni, e i genitori, nella stragrande maggioranza dei casi, avranno le ferie solo a partire da agosto e in genere non più di tre settimane. Dove possono lasciare i propri figli dal 12 giugno fino alla fine di luglio e poi eventualmente l'ultima settimana di agosto e la prima di settembre?  Le soluzioni più presenti sul territorio sono le strutture comunali (come scuole e piscine), quelle private (in genere legate a società e strutture sportive) e i centri estivi offerti dagli oratori. In realtà esistono anche altre soluzioni come corsi di lingue, campus al museo e altro, ma non sono così frequenti. 

Non tutti aperti tutte le settimane

La tipologia dell'offerta è quindi varia, ma va detto che non tutte le strutture sono in grado di coprire tutte le settimane di cui i genitori potrebbero aver bisogno. Se il mese di giugno è di solito coperto da tutte le strutture, il discorso cambia per il mese di luglio e soprattutto per l'ultima di agosto e la prima di settembre.

A Milano, ad esempio, la maggioranza dei centri sportivi privati (9 su 11 da noi rilevati) offre il servizio tutto il mese di luglio. Ma non è così per agli oratori, dove in certi casi i centri estivi sono operativi solo per una parte del mese. In particolar modo quelli che basano la loro attività sul volontariato, ad esempio, non sempre sono in grado di coprire anche le ultime due settimane di luglio (anche se va detto che in molti casi a seguito dei centri estivi in città vengono organizzate delle settimane di vacanza in altre località più turistiche). Anche per i centri estivi organizzati dal Comune di Milano la disponibilità a luglio è in genere soltanto fino al 21 del mese.

Per l'ultima settimana di agosto e la prima di settembre sono sempre i centri sportivi privati a garantire più copertura: delle 19 strutture che offrono attività a settembre, 11 sono centri sportivi. Un po' più critiche invece le altre settimane di agosto: per quei giorni il servizio è spesso condizionato al numero di iscritti. Se si raggiunge una certa soglia è probabile che si offra il servizio anche in alcune settimane aggiuntive: questo tipo di risposta ci è stata data più volte durante le nostre telefonate per raccogliere informazioni.

Infine, un'indicazione sugli orari. Le attività, in quasi tutti i campus estivi, iniziano in genere attorno alle 8, mentre la maggioranza (equamente distribuita tra Milano e Roma) prevede la chiusura alle 16:30 (22 dei 57 casi rilevati). Un gruppo meno numeroso (15 casi) prevede un orario di chiusura più allungato, tra le 17 e le 18, certamente comodo per chi si ferma in ufficio per un periodo più lungo.

Quanto costano i centri estivi?

Il contributo economico a carico dei genitori dipende ovviamente molto dalla tipologia di campus. I centri estivi comunali (tanto a Roma quanto a Milano) adottano una politica di tariffe variabili in base all'Isee della famiglia. A Milano, ad esempio, è previsto il pagamento di un contributo minimo di 8,70 euro (per un periodo fisso di dieci giorni) fino a un massimo di 211,70 euro. Nel primo caso si parla di Isee in effetti molto bassi (tra i 3.000 e i 4.000 euro), mentre il contributo massimo viene applicato per gli Isee di importo superiore a 40.000 euro. Anche il Comune di Roma prevede l’utilizzo dell’Isee per definire la quota di partecipazione, almeno in alcuni municipi.

Ricordiamo che, per gli Isee più bassi, esiste anche un "bonus centri estivi", attivo anche quest'anno: fino a 100 euro a settimana, che variano appunto in base all'Isee, riservato esclusivamente ai dipendenti della Pubblica amministrazione e a chi percepisce una pensione Inps.

Chi vuole mandare il proprio figlio a un centro comunale, oltre a preparare per tempo la documentazione Isee necessaria, dovrà fare i conti anche con un altro problema: le graduatorie. Il fatto che, come pubblicato sul web, l’accesso ai centri estivi del Comune sia regolato da una graduatoria, comporta la possibilità che si potrebbe anche non avere accesso alle strutture nelle settimane desiderate. Per questo è importante prendere in considerazione anche il costo delle alternative, cioè i centri gestiti da soggetti privati.

Privato, ma quanto mi costi

Nelle strutture private, la tariffa prevede generalmente una quota di iscrizione (l’abbiamo rilevata in 37 casi su 57), in molti casi da pagare separatamente rispetto alla quota settimanale. Abbiamo rilevato quote d'iscrizione che vanno da un minimo di 10 euro fino a un massimo di 60 euro. Alle quali occorre aggiungere il costo settimanale. Sia a Roma che a Milano, in genere le soluzioni più economiche sono rappresentate dagli oratori, con quote settimanali che oscillano tra i 20 euro e i 50 euro. I centri estivi organizzati dai centri sportivi privati sono quelli che invece prevedono gli esborsi maggiori per le famiglie: dai 100 ai 180 euro a settimana a Roma e dai 100 ai 370 euro a settimana a Milano.

Pasto e merenda, non sempre gratis

Il pasto è per larga parte dei casi incluso nella quota settimanale. Analogo ragionamento può essere fatto per la merenda. Non mancano, però, i casi in cui si chiede di provvedere con il pranzo al sacco, oppure versando un contributo aggiuntivo che può andare da un minimo di 20 a un massimo di 50 euro a settimana.

Non mancano poi le attività extra: fra tutte, le più diffuse sono certamente la piscina e la gita di un'intera giornata. In molti casi non ci hanno comunicato al telefono quanti ci sarebbero costate queste attività extra, in altri invece ci hanno indicato un costo di circa 25 euro ad attività.

Per un'intera estate, anche più di 2 mila euro

Ma quanto pagherebbe in media per tutta l'estate un genitore che può prendere di ferie solo 3 settimane ad agosto?  Abbiamo fatto due conti sia a Roma, sia a Milano mettendoci nei panni di chi ha la necessità di coprire tutto il periodo di giugno e luglio, più l’ultima settimana di agosto e la prima settimana di settembre.

Roma: da 450 a 1.250 euro

Nella Capitale i costi di iscrizione sono irrisori rispetto al costo settimanale: non superano i 40 euro. Per fornire un’indicazione è quindi opportuno concentrarsi sulla spesa per le varie settimane: per tutto il periodo indicato si va da una spesa minima di 450 euro (la cifra è indicativa e si riferisce alla scelta dell’opzione sempre meno cara tra quelle da noi analizzate) fino a un massimo di 1.250 euro; quasi tre volte in più, per lo stesso periodo. Se volessimo fare una media, tenendo conto del costo delle rette più diffuso (tra i 65 e i 95 euro), la spesa a bambino ammonterebbe a 720 euro. Una media che scende se consideriamo la presenza anche di un fratello o una sorella a causa dello sconto del 10% per il secondo figlio proposto da diverse strutture.

Milano: da 720 a 2.160 euro

Anche a Milano i costi di iscrizione non sono significativi. Conta, invece, la spesa settimanale. Considerata sia l'offerta pubblica sia quella privata, si va da un minimo di 725 euro per bambino fino a un massimo di 2.160 euro, considerando le tariffe prossime alle più care. In pratica per lasciare il proprio figlio tutto l'intero periodo, un genitore a Milano spenderebbe in media 1.260 euro. Anche in questo caso, in molte strutture si può contare eventualmente sullo sconto secondo figlio che in genere rappresenta il 10% ma in alcuni casi può salire anche al 30% rispetto al contributo previsto per il primo figlio.