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Attese infinite per il passaporto

Fino a sei mesi solo per avere l’appuntamento in questura, ma ci sono città in cui non si riesce a prenotare come Genova e Padova. I tempi biblici fotografati dalla nostra indagine in 13 città.

  • contributo tecnico di
  • Maurizio Amerelli
09 febbraio 2023
  • contributo tecnico di
  • Maurizio Amerelli
passaporto

La buona notizia è che il passaporto italiano è tra i più “potenti” del mondo perché apre le porte di ben 189 Paesi senza bisogno del visto.  Siamo quarti in classifica (con Finlandia e Lussemburgo) dopo il Giappone da solo in vetta, Singapore e Corea del Sud secondi, Germania e Spagna al terzo posto (per una sola destinazione in più senza visto rispetto a noi). Lo dice la classifica annuale 2023 del “Passport Index” di Henley & Partners che si basa sui dati forniti dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata). Attraverso ricerche incrociate si valutano i passaporti di 199 Paesi mettendoli in relazione con 227 possibili mete in tutto il mondo. Il meccanismo per stilare l’indice è semplice: il punteggio totale di ogni passaporto è pari al numero di destinazioni per le quali non è richiesto il visto.

Se il mondo ci spalanca le porte con il passaporto alla mano, ottenere o rinnovare questo prezioso documento sta diventando quasi una missione impossibile per i tempi lunghissimi necessari al rilascio.

La nostra inchiesta in 13 città italiane

Quattro, cinque, anche sei mesi solo per avere l’appuntamento in questura e ci sono città, come Genova e Padova, in cui non ci sono disponibilità. È quanto emerso dalla nostra indagine in 13 città italiane lungo tutto lo Stivale dove abbiamo provato a prenotare un appuntamento per il rilascio del passaporto sulla piattaforma ministeriale che fornisce le disponibilità presso i commissariati presenti all’interno della provincia.

Il 15 novembre scorso abbiamo chiesto ai nostri collaboratori di verificare gli appuntamenti disponibili nella loro città.

Schermo rosso per padovani e genovesi con una sfilza di “non disponibile” per tutte le date possibili in quel momento sulla piattaforma. Insomma, “ritenta e sarai più fortunato”. Un grave disservizio. Non è andata molto meglio a Bolzano e a Torino dove bisogna aspettare fino ad aprile e a maggio per avere una disponibilità. Siamo a più di quattro mesi di attesa per gli altoatesini e a quasi sei mesi per i torinesi.

Tra le città più lente possiamo mettere anche Cagliari, Ancona (tre mesi) e Reggio Calabria (due mesi e mezzo). Interessante notare come nel capoluogo calabrese la piattaforma abbia dato come prima disponibilità il 18 novembre, solo tre giorni dopo, ma a Bovalino cittadina distante 85 km. Infatti, il sistema dà le disponibilità della provincia, ma non è pensabile che il cittadino debba fare 170 km per avere un documento così importante in tempi ragionevoli. Lo stesso è accaduto a Bari, dove si poteva andare il giorno dopo, ma in un commissariato di Monopoli, ben 86 km andata e ritorno. Altrimenti, la prima disponibilità nel capoluogo pugliese era dopo quasi due mesi. La macchina burocratica non funziona meglio nell’industriosa Milano dove ci vuole circa un mese per varcare la soglia della questura. Tempi più ragionevoli, invece, a Roma (10 giorni), Napoli e Palermo (15 giorni). Imbattibile Bologna dove il primo appuntamento disponibile era per il giorno dopo. Un colpo di fortuna? Chissà. La nostra inchiesta ha fotografato il disagio dei cittadini che sono costretti a tempi di attesa lunghissimi per avere il passaporto. I posti liberi sono pochissimi e disponibili dopo mesi, ma poi è lunga anche l’attesa per la verifica dei documenti indispensabile prima della consegna finale.

infografica tempi d'attesa appuntamenti per passaporto

La consegna? Alle calende

Come ci racconta la nostra lettrice G.G. di Monza il passaporto le è stato consegnato a gennaio, tre mesi dopo l’appuntamento in questura, sei mesi in tutto, considerando che lo aveva preso a fine luglio. Un’odissea. Di questa situazione ne risente anche il turismo visto che, senza certezze su quando si potrà avere in mano il passaporto è difficile programmare in tempi relativamente brevi viaggi fuori dall’Unione europea dove, invece, basta la carta di identità per varcare le frontiere.

Il caos passaporti, purtroppo, occupa le cronache dei giornali da diverso tempo ormai, per le proteste dei cittadini e per i tentativi di tamponare l’emergenza da parte del Viminale con l’istituzione di open day, cioè giornate in cui chiunque può presentarsi in questura senza appuntamento per chiedere il passaporto. La gravità della situazione è tale che all’open day a Parma del 13 gennaio scorso le prime persone si sono messe in coda davanti alla questura alle tre del mattino per non perdere l’occasione. In poche ore, nella notte, la coda ha raggiunto le 150 persone, ma solo la metà ce l’ha fatta.

Le ragioni dei ritardi

Dopo la pandemia si è tornati a viaggiare e si sono accumulate le richieste di passaporti nel frattempo scaduti e poi c’è stata la Brexit che ha imposto ai tanti che si recano nel Regno Unito – molti studenti – di munirsi di passaporto anziché, com’era prima, della sola carta d’identità. Infine, ci sono anche le nuove cittadinanze che, come primo atto, portano alla richiesta di passaporto e la gestione diretta, anziché mediata dai Comuni come avveniva prima, con l’introduzione delle impronte digitali elettroniche per cui solo questure è commissariati sono autorizzati.

Il sistema digitale per la prenotazione online non sembra ancora all’altezza, manca il personale e di conseguenza gli uffici preposti sono aperti al pubblico con tempi inadeguati alle necessità. I consigli comunali di diverse città hanno approvato mozioni per chiedere al ministero dell’Interno di velocizzare le procedure. Come uscirne? Una possibilità proposta dai questori è di estendere il numero dei giorni della settimana in cui i dipendenti degli uffici passaporto sono aperti al pubblico, garantendo in tal modo la disponibilità di un maggior numero di appuntamenti prenotabili online per la presentazione delle domande e della relativa documentazione.

La strada dell’urgenza

Se il sistema di prenotazione online propone una data che non collima con l’urgenza di ottenere il passaporto per motivi di salute, lavoro, familiari, di studio o vacanza si può chiedere il documento andando direttamente in questura o in commissariato con una procedura d’urgenza.  Attenzione, però, bisogna dimostrare l’urgenza esibendo la documentazione specifica. Le urgenze che giustificherebbero la necessità di un rilascio del passaporto in tempi brevi e non compatibili con il sistema di prenotazione online sono, in ordine di priorità le partenze imminenti per cure mediche all’estero, trasferta di lavoro, necessità familiari, di studio e infine per turismo oppure a quelle motivate dall’esigenza di essere in possesso del passaporto in anticipo rispetto alla partenza per l’acquisizione di visti particolarmente complessi.

Digitale? Fai la coda alle Poste

La prenotazione dell’appuntamento si fa sul sito della polizia di Stato accedendo con Spid o carta di identità elettronica.

I documenti da presentare per il rilascio sono elencati in un'apposita sezione del sito della polizia di Stato.  

Fare il passaporto non costa poco, 116 euro e le modalità di pagamento fanno pensare che la digitalizzazione della pubblica amministrazione sia ancora un miraggio. Infatti, 42,50 euro vanno versate al ministero dell’Economia e delle Finanze esclusivamente con bollettino postale (quindi si va a fare la coda alle Poste) e il contrassegno amministrativo di 73,50 euro si compra dal tabaccaio.

Il nostro appello alle Autorità

La gravità della situazione è tale che non basta l’istituzione di open day, si deve intervenire strutturalmente sull’intero sistema, rivedendo e semplificando le procedure di ottenimento del documento, puntando sulla digitalizzazione dei processi. Il portale delle prenotazioni online, infatti, a volte è offline oppure quando si accede non si trovano date disponibili per l’appuntamento. 

Al fine di risolvere questa situazione inadeguata e congestionataAltroconsumo chiede alle autorità competenti di andare maggiormente incontro alle necessità dei cittadiniadottando una serie di interventi che permettano di far fronte alla situazione nel breve e nel lungo periodo.