Acqua potabile: le tariffe più care in Centro Italia e al Sud
Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’acqua. Ma c’è poco da festeggiare, visto che le tariffe sono notevolmente aumentate e le differenze tra le città sono enormi. Una stessa famiglia, a seconda di dove vive, può spendere da 140 a 779 euro. L’acqua è mediamente più cara nelle città del Centro Italia, seguite da quelle del Sud. Invece al Nord è più economica.
- di
- Matteo Metta

Le tariffe dell’acqua potabile continuano a zampillare senza sosta. Non un buon viatico per la Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra oggi 22 marzo. In quattro anni (dal 2017 al 2021) una famiglia di tre persone residente nei capoluoghi di regione coinvolti in questa indagine ha visto crescere la propria bolletta idrica in media del 10%. Aumenti a doppia cifra che si sommano a quelli altrettanto consistenti dei quattro anni precedenti. Oltre allo shock dei prezzi di gas e luce, c’è un’altra utenza domestica che quindi si sta trasformando in una stangata per le famiglie. Stavolta i rincari sono però tutt’altro che omogenei, e qualche volta si assiste perfino a un decremento. Infatti, se da una parte troviamo capoluoghi virtuosi, che nell’ultimo quadriennio hanno meritoriamente abbassato le tariffe — è il caso di Bologna (meno 8,9%) e Milano (meno 1,8%) —, sulla sponda opposta incontriamo i centri in cui gli aumenti ci sono stati, eccome. E in gran parte a doppia cifra, con punte superiori persino al 20%: è quanto è successo a Cagliari (22,4%), Trieste (22,6%), L’Aquila (24,9%) e Potenza (25,9%).
Milano la più economica, Frosinone la più cara
Non si confondano i rialzi percentuali con la spesa sostenuta, perché qui la musica cambia notevolmente. Lo confermano le nostre rilevazioni che tra dicembre 2021 e gennaio di quest’anno hanno fotografato la situazione tariffaria del servizio idrico integrato di 74 città. Bolzano è un caso emblematico di come i due piani, aumenti percentuali e costo in euro, non siano sovrapponibili. Infatti, il capoluogo dell’Alto Adige, pur essendo (con il 18,5% di aumenti) tra quelli che vedono la tariffa dell’acqua crescere di più, resta comunque tra i centri più economici sotto il profilo della bolletta. Mille litri d’acqua (cioè un metro cubo) costano 1,4 euro, poco più di un caffè al bar, anch’esso diventato più amaro a causa dell’inflazione. Questo significa che un nucleo familiare composto da tre persone residente nella provincia autonoma, considerando un consumo complessivo annuale di 182 metri cubi, spende 254 euro all’anno. Ma per trovare l’acqua più economica del Paese bisogna puntare ad ovest e raggiungere Milano, dove la tariffa al metro cubo scende al di sotto dell’euro, fermandosi a 77 centesimi, addirittura in calo dell’1,8% rispetto a quattro anni fa. All’ombra della Madonnina la stessa famiglia spende 140 euro l’anno. Cioè cinque volte e mezza meno rispetto alla città con l’acqua più cara d’Italia, Frosinone, dove la bolletta idrica per tre persone raggiunge la spropositata cifra di 779 euro. Il centro della Ciociaria detiene purtroppo un altro triste primato, quello di avere le condotte con le maggiori perdite d’acqua: ogni 100 litri immessi in rete, 80 vanno persi. Non se la cava meglio Latina, dove le perdite d’acqua sono comunque del 74% e la bolletta è la seconda più salata del Lazio. E non è certo un caso, dal momento che i gestori l’acqua persa la pagano comunque, e quei costi giocoforza ricadono sugli utenti. Tuttavia le differenze tariffarie possono essere notevoli anche all’interno dei capoluoghi di una stessa regione. La Lombardia è l’esempio più plastico di queste disuguaglianze: si va dai 140 euro di Milano ai 433 di Brescia. Più del triplo.