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L'olio extravergine d'oliva costa il 30% in più del 2022. Ma al supermercato cala il prezzo di 8 alimentari su 10

L'olio extravergine d'oliva è sempre più caro: rispetto al 2022 oggi lo paghiamo il 30% in più, percentuale che sfiora il +50% se si fa il confronto con il 2021. Promozioni e discount non assicurano più lo stesso margine di risparmio. Ma, dopo mesi in cui i prezzi degli alimentari hanno continuato a crescere, finalmente si inizia a intravedere qualche segnale positivo. L'ultima analisi Altroconsumo su 10 prodotti ad alta frequenza d'acquisto conferma che in 8 casi il prezzo scende (anche del 5,7%) rispetto ad aprile.

  • contributo tecnico di
  • Alessandra Rivolta
14 luglio 2023
  • contributo tecnico di
  • Alessandra Rivolta
olio d'oliva

Continua il monitoraggio Altroconsumo dei prezzi dei prodotti alimentari: anche questo mese abbiamo verificato il costo di 10 alimenti ad alta frequenza di acquisto, che quindi si trovano spesso nel carrello della spesa degli italiani. Tra i prodotti che continuano ad aumentare, è esemplificativo il caso dell'olio extravergine d'oliva.

Olio extravergine d'oliva: +30% in un anno

A gennaio aveva un prezzo medio di 5,62 euro al litro, costo che è lievitato del 10% a maggio, quando è arrivato a 6,16 euro a litro. L'impennata dei prezzi è ancora più evidente dal confronto con la media di maggio 2022, quando un litro di olio extravergine d'oliva costava 4,74 euro: rispetto a un anno fa paghiamo il 30% in più. Nel 2021, infine, per acquistare un litro d'olio al supermercato o al discount spendevamo in media 4,19 euro, a conti fatti oggi ci costa il 47% in più.

Le promozioni non sono più così convenienti

Come già evidenziato per i prezzi delle passate di pomodoro, anche quando acquistiamo l'olio d'oliva possiamo constatare come le occasioni di risparmio stiano diventando ormai sempre più esigue. Se andiamo indietro di qualche anno, notiamo infatti che acquistare l'olio in promozione consentiva di risparmiare in media il 31% rispetto al prezzo pieno, percentuale che ha raggiunto il 33% nel 2020. Le cose sono cambiate a partire dal 2021 quando il risparmio è sceso al 28% per poi scendere ancora fino al 23% nel 2022. I primi mesi del 2023 non hanno invertito la tendenza: tra gennaio e maggio, infatti, la differenza tra prezzo promozionale e prezzo pieno è arrivata al 19%

Risparmiare al discount? Sempre più difficile

Per l’olio extravergine di oliva anche il discount sembra aver perso il suo appeal. Se fino al 2019 in media i prezzi per l’olio extravergine di oliva erano più bassi del 15% rispetto ai prezzi di iper e super oggi non è più così. La convenienza media dei discount sull’olio si è andata via via assottigliando per arrivare ad azzerarsi nei primi mesi del 2023. Questo non vuol dire in assoluto che nel canale non sia possibile trovare occasioni di risparmio. Significa, però, che questo risparmio è andato via via a diminuire e, guardando solo alle medie, non si percepisce più un vantaggio. In aggiunta, bisogna precisare anche che i prezzi dell’olio extravergine d'oliva al discount sono aumentati di più rispetto a iper e super: rispetto a 4 anni fa il prezzo medio dell’olio extravergine al discount è aumentato del 68%, mentre il prezzo dell’olio offerto in iper e super è aumentato del 44%. Certo il prezzo di iper e super era più alto nel 2019 rispetto al prezzo del discount (4,29 euro al litro in iper e super e 3,59 euro al litro al discount), ma la forbice di prezzo tra i due canali si è andata assottigliando.

Acquistiamo meno olio ma spendiamo di più

A registrare aumenti significativi è anche il prezzo dell’olio extravergine a marca del distributore. A maggio 2023 il suo prezzo era aumentato del 48% rispetto a maggio 2021 e del 28% rispetto a maggio 2022. Aumenti significativi, specie se si considera che parliamo di un prodotto largamente utilizzato dalle famiglie italiane. Per acquistare l'olio extravergine d'oliva in iper, supermercati e discount)in un anno gli italiani hanno speso più di 530 milioni di euro per comprare 99 milioni di litri d’olio (a.t. maggio 2023). Nei 12 mesi precedenti, invece, la spesa era stata meno di 490 milioni di euro ma ma l’olio acquistato superava i 110 milioni di litri (a.t. maggio 2022). Insomma gli italiani acquistano meno olio e spendono di più. La riduzione nei volumi acquistati se confermata per il prossimo periodo potrebbe destare qualche preoccupazione: l’olio extravergine di oliva resta un prodotto importante per la nostra dieta e un calo degli acquisti potrebbe nascondere un nuovo orientamento verso prodotti più economici.

Dove si produce l'olio d'oliva

La produzione di olio di oliva è concentrata nel bacino del Mediterraneo e, in particolare, in Spagna e Italia, paesi che rappresentano anche la quasi totalità delle esportazioni mondiali (60% la Spagna e 20% l’Italia). La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale (a fronte del 45% in media della Spagna). La produzione italiana è importante ma non sufficiente a coprire il nostro fabbisogno interno ed ad alimentare le esportazioni. Stando ai dati ISMEA, la produzione di olio di oliva italiano ammonta a circa 286 mila tonnellate l’anno pari a circa il 32% della disponibilità totale italiana necessaria per alimentare i consumi (459 mila tonnellate) e le esportazioni (379 mila tonnellate.) Le importazioni da altri paesi ammontano a circa 615 mila tonnellate: più del doppio della produzione nazionale.

La produzione italiana è calata di circa il 27%

L’ultima annata produttiva (2022/2023) è stata particolarmente critica, si stima una riduzione nella produzione italiana di circa il 27%. Tutti i grandi produttori di olio d'oliva a livello mondiale, però, sembrano aver subito una riduzione: la Spagna ha dimezzato la produzione e Tunisia e Portogallo hanno avuto cali importanti. Solo Grecia (+51%) e Turchia (+17%) sembrano muoversi in controtendenza, infatti hanno sostituito l'Italia sul podio dei produttori mondiali. I prezzi allo stesso tempo stanno aumentando su tutti i fronti. Abbiamo visto come i prezzi al dettaglio siano in salita. Ma anche i prezzi all’origine corrono, sia per la produzione nazionale che per le importazioni.

Monotoraggio su 10 prodotti alimentari: 8 registrano una riduzione di prezzo

Per 8 prodotti su 10 a maggio abbiamo speso meno di quanto spendevamo ad aprile 2023. Cala il prezzo del latte UHT a lunga conservazione (-1,4% in un mese), quello della farina 00 (-3,2%) e dello zucchero (-1,3%). Segnano una riduzione anche la passata di pomodoro (-1,9% in un mese), l'olio di semi di girasole (-5,7%) e anche frutta e verdura, ma su queste categorie è bene considerare che la stagionalità può avere un impatto rilevante. Continuano a crescere, invece, i prezzi del caffè in polvere (+3,9%) e dell'olio extravergine d'oliva (+0,5%). 

Dettaglio: tutte le variazione dei prezzi di 10 prodotti alimentari dal 2019 a oggi
Prodotto  Prezzi in euro
Anni precedenti (Maggio) 2023
2019 2020 2021 2022 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio
Latte UHT (1 litro) 0,87 0,91 0,90 0,97 1,24 1,23 1,24 1,23 1,21
Farina di grano tenero 00 0,55 0,68 0,59 0,80 0,89 0,86 0,87 0,89 0,86
Pasta di semola 1,18 1,30 1,26 1,56 1,71 1,72 1,72 1,76 1,71
Zucchero da barbabietola 0,77 0,80 0,79 0,89 1,36 1,35 1,36 1,37 1,36
PASSATA DI POMODORO 1,11 1,23 1,24 1,32 1,59 1,55 1,57 1,59 1,56
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA 1LT 4,20 4,15 4,19 4,74 5,62 5,87 5,79 6,13 6,16
CAFFE' IN POLVERE 1KG 6,06 6,47 6,09 6,73 6,94 6,87 7,01 6,87 7,13
OLIO DI SEMI GIRASOLE 1,31 1,34 1,48 2,91 2,41 2,30 2,15 2,15 2,03
FRUTTA BASE PV BANANE 1,69 1,69 1,61 1,70         1,78
VERDURA PV ZUCCHINE 1,57 1,76 1,52 1,80         2,06
TOTALE (SPESA TIPO) 19,33 20,32 19,67 23,41 25,88

Fonte: Elaborazione Altroconsumo su dati CIRCANA. Per zucchine e banane non abbiamo inserito il totale relativo ai mesi precedenti del 2023: si tratta di prodotti con una forte variazione stagionale dei prezzi e confronti su mesi differenti non sono significativi. I prezzi di zucchine e banane sono rilevati solo in Iper e Supermercati.

Come mostrato nella tabella in dettaglio, per acquistare i 10 prodotti presi in considerazione oggi spendiamo 25,88 euro, mentre un anno fa ne spendevamo 23,41 euro. Tornando indietro, invece, si può notare come nel 2021 per acquistare gli stessi prodotti mettevamo in conto meno di 20 euro, nel 2020 (nel pieno della fase pandemica da Covid-19) lo scontrino totale era di poco superiore a 20 euro. A conti fatti, oggi spendiamo l'11% in più rispetto all'anno scorso e ben il 32% in più rispetto a maggio 2021: un aumento davvero importante se si conta che è avvenuto in soli 24 mesi.