Carta da forno: versatile in cucina ma non sempre sostenibile
La prove pratiche promuovono tutte le carte da forno prese in esame e le differenze si giocano sul prezzo e sull'impatto ambientale. Sul fronte della sostenibilità le carte non sono tutte uguali e alcune sono un po’ più “verdi” di altre.

Nelle cucine casalinghe e professionali non manca mai. Comoda, pratica, ma soprattutto multitasking, questa carta preziosa non evita solo che i cibi si attacchino alle teglie e alla placca del forno durante la cottura, ma si presta a molti altri usi alternativi: come imbuto e sac à poche usa e getta o coperchio durante la cottura al vapore, per conservare il formaggio e la carne in frigorifero, proteggere il piano di lavoro e persino cuocere al cartoccio, solo per citarne alcuni. In più, comporta un vantaggio in termini di salute, perché la funzione antiaderente della carta forno evita di dover ungere teglie e pirofile, riducendo i grassi e assicurando una cucina più sana e leggera.
Qualche pecca? L’impatto ambientale. Si tratta di un prodotto usa e getta, composto principalmente da cellulosa e da un rivestimento antiaderente e impermeabile. Ma, come vedremo meglio in seguito, sul fronte fondamentale della sostenibilità le carte non sono tutti uguali e alcune sono un po’ più “verdi” di altre.
Che questo accessorio sia ormai indispensabile in qualunque cucina emerge anche dalle risposte dei 300 consumatori che hanno partecipato al nostro test, grazie alla nostra community ACmakers. La maggior parte dichiara di acquistare in media due rotoli al mese, gli altri addirittura uno alla settimana. A dettare la scelta non è il formato (in rotoli o in fogli pretagliati) né la marca, bensì il costo al metro e la quantità di carta disponibile in ogni confezione. Il nostro test sulle carte da forno dimostra, in effetti, che entrambi i criteri sono caratterizzati da un’estrema variabilità: si va da meno di 8 metri di Cuki naturale ai 25 metri di Frio; da 0,10 euro al metro del Miglior Acquisto a 0,23 euro (più del doppio) di Domopak.
Carta da forno e tossicità
Sulla confezione di tutte le carte forno campeggia un logo apposito (bicchiere e forchetta) che certifica l’idoneità al contatto con gli alimenti. Questo simbolo indica che la carta ha superato una serie di prove severe e affidabili, che hanno dimostrato senza dubbio l’assenza di migrazione di sostanze chimiche verso i cibi.
In laboratorio, invece, abbiamo voluto verificare la presenza o meno di PFAS, sostanze organiche fluorate che purtroppo abbiamo già incontrato in più di un’inchiesta passata (per esempio in quelle sugli imballaggi alimentari in carta e cartone e sulle stoviglie monouso in fibre vegetali). Si tratta di composti chimici altamente inquinanti per l’ambiente e pericolosi per la salute, perché interferiscono con il sistema ormonale. Nelle nostre analisi abbiamo deciso di utilizzare il severo standard stabilito dalla Danimarca proprio per le carte destinate al contatto con gli alimenti.
Vi tranquillizziamo subito: tutti i modelli del test hanno superato questa prova, condizione necessaria per non essere subito eliminati e per poter accedere alle prove pratiche effettuate dagli ACmakers.
Impatto ambientale della carta da forno
Se sul versante della sicurezza i risultati sono rosei, su quello verde dell’impatto ambientale emerge qualche criticità. Legata prima di tutto alla composizione e alla natura stessa di questi prodotti, che in quanto usa e getta generano un grosso quantitativo di rifiuti totalmente, o in parte, non riciclabili.
Va premesso subito che per questo tipo di prodotti non è ammesso l’utilizzo di carta riciclata: alle alte temperature e a contatto con cibi grassi, infatti, ci potrebbe essere la possibilità che sostanze chimiche migrino verso gli alimenti. Ciò non significa che i produttori non possano fare nulla per limitare l’impatto ambientale: possono, per esempio, scegliere carta che provenga da foreste gestite in modo sostenibile, o certificare la carta come compostabile.
Per il nostro giudizio sull’impatto ambientale abbiamo tenuto conto solo delle certificazioni che sono riportate sulla confezione. Il titolo di Migliore Scelta Green è stato aggiudicato ai due prodotti che hanno ottenuto il giudizio globale più alto in assoluto. A dimostrazione che sostenibilità e qualità possono tranquillamente andare a braccetto.
A proposito di ambiente: dove si buttano questi copiosi rifiuti? La maggior parte degli ACmakers li getta nel bidone dell’indifferenziata, altri nell’umido insieme agli avanzi di cibo e solo una piccola parte riutilizza la stessa carta più volte (comportamento ecologico, certo, ma sconsigliabile con questo tipo di prodotti). Chi ha ragione? Dipende. Per fare la scelta giusta, bisogna controllare le informazioni sulla confezione, perché la riciclabilità dipende dalla percentuale di rivestimento antiaderente: se è alta, la carta usata va buttata nell’indifferenziata, se è bassa in teoria potrebbe andare nell’umido o insieme alla carta. Tuttavia, per evitare errori, è sempre meglio seguire quanto indicato espressamente dal produttore e dal Comune di residenza.
Leggi anche i nostri consigli su come fare bene la raccolta differenziata.
I risultati del test
Sono stati i nostri ACmakers a sperimentare sul campo (cioè in cucina) le carte forno del test. Prima di tutto abbiamo chiesto loro di valutare, con una scala da 1 (pessimo) a 10 (ottimo), diversi aspetti:
- facilità d’uso: la confezione si apre senza problemi? Il seghetto è comodo? Il foglio si taglia e si stende agevolmente?
- efficacia: i partecipanti hanno indossato il cappello da cuoco e hanno provato le carte forno con due diverse tipologie di pietanze, una dolce e una salata, verificando ogni volta l’antiaderenza, la protezione della teglia dallo sporco e l’assorbimento dell’unto.
In generale, le preparazioni salate fanno registrare giudizi più bassi sia per la protezione della teglia dalle tracce di cibo sia per quanto riguarda la capacità di neutralizzare l’unto. La più apprezzata in assoluto è Cuki naturale, che fa il pieno di voti ottimi, aggiudicandosi il titolo di Migliore del Test. Il fatto che non sia sbiancata non ha minimamente influenzato la “giuria”, anzi. Quella che ha soddisfatto meno, invece, è stata Aromata, in particolare per la scarsa precisione del taglio e per il seghetto in carta. Quest’ultimo è presente anche nella carta forno Ecor, che però ottiene giudizi buoni.
A dimostrazione che non è il materiale a incidere sulla facilità d’uso, ecco gli aspetti più importanti e quelli meno rilevanti presi in considerazione dal nostro panel di ACmakers.
Gli aspetti più importanti in una carta da forno sono, nell’ordine:
- l'antiaderenza
- la facilità a stendere la carta sulla teglia
- l'assorbimento dell’unto
Gli aspetti meno importanti sono:
- l’aspetto visivo
- la piacevolezza al tatto
- la condizione della carta dopo l’uso
Ovviamente ne abbiamo tenuto conto per attribuire i pesi relativi alle diverse prove nel calcolo del giudizio globale. Alla fine, nessun modello delude e, anzi, alcuni meritano voti ottimi.
I consigli per usarla senza rischi
Dal nostro test non emergono problemi di sicurezza chimica. Tuttavia, è bene utilizzare la carta forno in modo corretto per evitare ogni pericolo.
- La carta non deve mai venire a contatto con le pareti del forno né essere vicina alla fiammella o alle resistenze elettriche.
- Evitare di utilizzare la carta forno con il grill acceso per non correre il rischio che si incendi.
- In forno non superare la temperatura di 220 °C o, comunque, i limiti indicati sulla confezione.
- In padella, è necessario evitare di superare i 10 minuti di cottura a fuoco medio.
- Fare attenzione che la carta non esca dai bordi della teglia in forno o della padella.
- Non utilizzare più di una volta lo stesso foglio: potrebbe perdere l’antiaderenza e la resistenza alle alte temperature.