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Alimenti a contatto con gli imballaggi: più di metà degli italiani non conosce i rischi

I contenitori e gli utensili da cucina che entrano a contatto con gli alimenti possono rilasciare sostanze chimiche nel cibo. Tuttavia il 56% degli italiani dichiara di essere “poco o per niente informato” dei rischi. Dalla padella antiaderente graffiata, al contenitore di plastica usato troppe volte nel microonde, ecco dove si insinuano i pericoli e quanto davvero ne sappiamo.

18 aprile 2023
primo piano mano che mette contenitore con cibo nel microonde

La padella antiaderente graffiata, la teglia in ceramica sbeccata, il contenitore che gira dai tempi della nonna per scaldare la pasta nel microonde. Siamo certi che si possano usare in sicurezza per il contatto con gli alimenti? La metà di noi non ci scommetterebbe: il 56% degli italiani dichiara di essere “poco o per niente informata” in merito al rischio di contaminazione di sostanze chimiche provenienti dall’imballaggio negli alimenti con cui entrano in contatto.  Solo il 16%, al contrario, si sente ben informato. A riverlarlo è la nostra inchiesta (svolta a ottobre 2022), che ha coinvolto 1.070 italiani tra i 18 e 74 anni, distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Temiamo la plastica degli imballaggi

La plastica ci fa paura. I contenitori in questo materiale (seguiti da borracce, pellicole, mestoli, tutti in plastica) sono in cima alla classifica dei prodotti che riteniamo più a rischio di rilascio di sostanze chimiche negli alimenti. Questo materiale ci preoccupa più di altri che sono stati recentemente evidenziati come pericolosi. Le tazze in fibra di bambù (mescolata in plastica) per esempio non ci danno troppi pensieri: in realtà questi prodotti - di moda da qualche anno - non sono più ammessi sul mercato europeo per motivi di sicurezza. Non usarli. Idem per le teglie in silicone, altro materiale che sarebbe meglio evitare. Molte persone percepiscono un minor rischio di contaminazione degli alimenti con i contenitori in acciaio inox, ceramica o vetro (che secondo gli esperti sono davvero più sicuri). Il rischio più elevato, invece, è associato agli imballaggi alimentari riutilizzati, soprattutto di plastica. Gli studi dimostrano che le temperature elevate generalmente aumentano il tasso di migrazione: per evitare problemi basta controllare le istruzioni sulle confezioni dei contenitori (non vanno buttate), dove viene segnalata la temperatura da usare.

Contenitori rotti o usurati? Si buttano

La maggioranza delle persone (79%) smette di usare un contenitore di vetro se ha delle crepe.La percentuale purtroppo si abbassa se a essere rotto è un contenitore di plastica (61%). Solo uno su 5 smette di usare subito la padella antiaderente quando ha dei graffi, mentre sarebbe bene farlo. Secondo gli esperti infatti la regola generale è buttare i contenitori destinati al contatto con gli alimenti se consumati, rotti, vecchi.

L'imballaggio non sempre si può riutilizzare

Il 78% degli italiani riusa (almeno qualche volta) barattoli di vetro con coperchio; il 46% sacchetti di plastica monouso; il 45% contenitori in plastica rigida con coperchio; il 49% contenitori in metallo/alluminio con coperchio; il 45% contenitori in plastica rigida con coperchio o sacchetto di plastica monouso; il 40% bottiglie di plastica monouso. Siamo sicuri si possa fare? Non sempre è consigliabile. I contenitori alimentari monouso non possono essere riusati per scopi per i quali non sono stati studiati né testati: la vaschetta del gelato è nata per contenere un alimento a temperature sotto zero, non posso scaldarla perché non è stata testata a temperature elevate e non posso usarla per contenere cibi caldi. La bottiglia d’acqua è stata studiata per contenere un liquido con determinate caratteristiche: non va bene usarla per un alimento acido, più aggressivo. Anche sul microonde, abbiamo dubbi. Il 43% vede un rischio per la plastica anche se adatta. E la ceramica? Il 74% si fida, ma, ricorda, nel microonde va usata solo quella bianca, senza decorazioni e colori.

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