Stoviglie monouso, sostanze chimiche pericolose
Nei piatti monouso realizzati con fibre vegetali e nelle cannucce di carta sono presenti sostanze chimiche pericolose per la salute e per l’ambiente. A dirlo sono le analisi che Altroconsumo e altre organizzazioni di consumatori europee hanno svolto su quasi sessanta prodotti. In particolare, preoccupa la presenza di Pfas, inquinanti molto persistenti che interferiscono sul sistema ormonale dell’uomo. Colpa di un mercato in forte espansione e della mancanza di regole sulla sicurezza dei materiali ecologici alternativi alla plastica che possono entrare a contatto con gli alimenti.

Ecologiche, sostenibili, amiche dell’ambiente e della nostra salute. Sono le nuove stoviglie monouso a base di polpa di cellulosa (simili alla carta e al cartone), che stanno sostituendo gradualmente quelle di plastica, messe al bando dalla direttiva Ue 2019/904. Parliamo di prodotti già molto diffusi sia nelle mense scolastiche sia nella ristorazione d’asporto. Alcune hanno anche la certificazione di compostabilità, il che significa che possono essere smaltite nell’umido perché dovrebbero degradarsi molto velocemente e senza lasciare residui. È davvero così? E sono davvero migliori della plastica? Non sempre, stando a ciò che ha rivelato la nostra inchiesta. Dietro l’apparenza pulita e naturale di alcuni di questi prodotti, infatti, si nascondono diverse sostanze chimiche indesiderabili, che potrebbero migrare nel cibo. Nei piatti che abbiamo analizzato, per esempio, abbiamo trovato sostanze perfluoroalchiliche, i cosiddetti Pfas, che non solo non si degradano mai, inquinando in maniera persistente suolo e acqua, ma che se ingerite sono potenzialmente pericolose per la nostra salute, perché sono dei potenti interferenti endocrini. Stesso discorso per l’alluminio e altre sostanze tossiche, trovati in diverse cannucce di carta.
100% Pfas
Abbiamo portato in laboratorio 12 prodotti monouso ecosostenibili: cinque campioni di piatti in polpa di cellulosa, tre in foglia di palma e quattro di cannucce di carta. Lo stesso è stato fatto da colleghi di altre associazioni di consumatori in Danimarca, Francia e Spagna, per un totale di 60 prodotti in tutto. Questi i risultati delle nostre analisi:
Chiediamo una normativa europea
Sono diversi anni che Altroconsumo denuncia la possibile presenza di sostanze chimiche pericolose per la salute negli imballaggi di carta o cartone destinati agli alimenti. I Pfas, per esempio, erano abbondantemente presenti anche nella nostra precedente inchiesta sulle scatole e i bicchieri dei fast food. Manca una legge europea sulla sicurezza di questi materiali, che preveda precisi limiti per le sostanze chimiche presenti. Ogni produttore si autoregola sulla base di un principio generale di buona pratica definito dalla legge. Ma questo non basta. La presenza di contaminanti, oltretutto, mette in discussione anche la loro sostenibilità ambientale perché è paradossale che si utilizzino, per esempio, i Pfas in prodotti che si definiscono ecologici. Ancora di più se sono anche certificati come compostabili. Regolare meglio il settore dei nuovi materiali monouso, dunque, è fondamentale, sia per proteggere la salute dei cittadini, sia per garantire un beneficio reale per l’ambiente.