Spaghetti: il test su 22 prodotti incorona Barilla “al bronzo”. Giudizi ottimi anche per altri marchi meno cari
Abbiamo messo alla prova, in laboratorio e in cucina, gli spaghetti di ventidue marche diverse. Barilla "al bronzo" sono i migliori del test, ma tra i prodotti più buoni ci sono anche marche non famose che costano molto meno, come gli spaghetti Cellino e Pasta Reggia.

Li portiamo in tavola spessissimo, perché sono il nostro piatto nazionale. E per questo siamo inflessibili sulla loro qualità: gli spaghetti devono tenere la cottura e devono saper “accogliere” il sugo senza farlo scivolare via. Per verificare questi aspetti e molti altri ancora abbiamo messo alla prova ventidue marche di spaghetti: nella lista ci sono sia quelle più conosciute e diffuse, come Barilla, De Cecco, Voiello... sia prodotti “primo prezzo”, marchi commerciali della grande distribuzione e spaghetti di produttori meno noti ma sempre acquistabili al supermercato.
I risultati
I risultati sono in generale soddisfacenti: la maggior parte dei campioni ottiene un giudizio complessivo dal buono all’ottimo, con valutazioni nel complesso più positive rispetto al test precedente del 2019. Vincono il titolo di Migliore del Test gli Spaghetti al bronzo Barilla, l’alta gamma dell’iconica azienda emiliana, il cui prezzo leggermente più elevato è giustificato dalla sua ottima qualità. Tuttavia anche tra i prodotti più economici ci sono diversi marchi molto buoni. Lo dimostrano i nostri due Miglior Acquisto, spaghetti Pasta Reggia e Cellino, che costano meno della metà del primo in classifica pur ottenendo giudizi lusinghieri sia da parte degli chef sia in laboratorio.
Le prove
Nel nostro Paese la produzione della pasta secca è regolata da più di 30 anni da una legge che ne stabilisce un livello minimo di qualità. Le prove effettuate in laboratorio hanno quindi verificato la corrispondenza dei prodotti agli standard stabiliti dalla normativa rispetto alla qualità della materia prima, premiando gli spaghetti che non soltanto rispettano la legge ma la superano migliorando il livello richiesto.
Infine tutti i prodotti sono stati valutati da un gruppo di chef professionisti in cottura e all’assaggio. I giudici hanno analizzato diversi parametri, partendo dall’aspetto a crudo (colore, consistenza tattile, presenza di rotture nella confezione), passando dalla verifica della correttezza dei tempi di cottura indicati in etichetta e finendo con la valutazione complessiva del prodotto cotto, ovvero la tenuta cioè la consistenza degli spaghetti alla masticazione, la collosità, l’assorbimento del condimento e ovviamente il sapore dei diversi prodotti.
Il prezzo? In aumento
Dal 2021 al 2022, cioè nell’arco dell’ultimo anno, stando alle nostre elaborazioni (basate sui dati Iri) il prezzo della pasta è aumentato del 24%. Una fiammata che non si è mai registrata negli anni precedenti, quando il prezzo al consumatore di questo alimento di prima necessità rimaneva tendenzialmente più stabile, con aumenti praticamente impercettibili.
Per far fronte a questi rincari suggeriamo due strategie, in base ai nostri dati. La prima è quella di rivolgersi ai discount, dove si spende in media il 27% in meno rispetto agli altri canali di vendita e dove la qualità della pasta non è detto che sia inferiore (lo dimostra anche questo test). Oppure comprare i marchi commerciali del supermercato, che costano il 23% in meno.
Infine: le offerte permettono di risparmiare il 16% rispetto al prezzo pieno.
Nel nostro ultimo test sulla pasta abbiamo portato in laboratorio le penne e gli spaghetti delle marche più diffuse tra gli scaffali per scovare le migliori: scopri tutti i risultati qui.