Catfishing: come individuare e difendersi dagli adescatori sui social
Il termine deriva dal documentario "Catfish". È una tecnica di adescamento nella quale l'utente di un social network assume un'identità falsa per ingannare, truffare o adescare gli utenti. Ma come individuare un tentativo di catfishing e difendersi dal raggiro?

Nel vasto dizionario dei neologismi informatici presi dall'inglese, ha fatto la sua comparsa da qualche tempo il termine "catfishing". Si tratta di un'attività ingannevole nella quale l'utente di un social network assume un'identità falsa (che può essere quella di un'altra persona esistente o anche quella di un personaggio fittizio), con lo scopo di ingannare un gruppo di utenti o una persona ben precisa, per adescare le vittime a fini di truffa, per metterle in qualche situazione compromettente oppure per ricavarne piacere sessuale o romantico o semplicemente per "divertimento". Il termine deriva dal documentario "Catfish", incentrato sulla vittima di un raggiro di questo tipo.
Difficile sapere con chi realmente abbiamo a che fare
L'anonimato è uno dei pilastri del funzionamento di internet: una famosa vignetta del 1993 del New Yorker ritrae un cane seduto al computer che, rivolgendosi a un altro cane a fianco a lui, gli dice "On the internet, nobody knows you're a dog" ("Su internet nessuno sa che sei un cane").
I lati positivi non mancano: basti pensare a chi intende denunciare comportamenti scorretti del proprio datore di lavoro o criticare i politici che governano il proprio Paese. Ma anche senza arrivare a tanto, l'anonimato online, paradossalmente, rende più semplice essere se stessi: spogliati del proprio aspetto e dei preconcetti che ci si porta dietro, si è più liberi di esprimere i propri pensieri e sentimenti.
Purtroppo, come in tutte le cose, c'è l'altro lato della medaglia e in questo caso il lato è parecchio oscuro: malintenzionati di ogni risma che approfittano della difficoltà di sapere con chi davvero abbiamo a che fare attraverso uno schermo per spacciarsi per amici, persone bisognose, potenziali interessi amorosi e, una volta fatta breccia tra le nostre difese, fare leva sull'accesso ottenuto per arrivare ai propri scopi.
Difficile distinguere tra un profilo vero e uno falso
Creare identità fittizie online è sin troppo facile: su Twitter bastano pochi secondi per creare un profilo utente su cui non viene effettuata alcuna verifica, ma anche su Facebook, nonostante sia il social network su cui ci presenta con nome e cognome, non è per niente complicato: oggi i programmi che permettono di generare foto realistiche di persone inesistenti funzionano molto bene e unendoli a tecniche per "popolare" un profilo e farlo apparire come quello di una persona reale non c'è nemmeno più bisogno di rubare l'identità a persone esistenti, con i rischi aggiuntivi che questo comporta. Il risultato è che distinguere il vero dal verosimile non è affatto semplice.
Difendersi dal catfishing è possibile
Questo però non vuol dire che siamo alla mercé di questi ingannatori: Facebook elimina oltre un miliardo (non è un refuso: intendiamo proprio dire miliardo) di profili falsi ogni tre mesi. E anche senza avere a nostra disposizione i possenti mezzi del gigante dei social, ci sono vari aspetti a cui badare che devono far suonare i nostri campanelli d'allarme:
- un profilo creato da poco con pochissimi amici e pochi contenuti pubblicati;
- l'uso di fotografie generiche oppure palesemente professionali, l'assenza di foto semplici con parenti o amici;
- una persona che fornisce su di sé poche e vaghe informazioni, difficili da verificare;
- comunicazioni esclusivamente per iscritto e mai per telefono o video.
Certo, nessuna di queste caratteristiche è di per sé indice del fatto che siamo alle prese con un potenziale raggiro. Un profilo creato da poco con pochi follower potrebbe semplicemente essere quello che appare: un profilo di una persona che è appena sbarcata su quel social e che non si è ancora creata un giro di amicizie virtuali. Se però queste caratteristiche compaiono tutte insieme e, soprattutto, se si accompagnano a richieste di aiuto economico, di grandi affari troppo belli per essere veri, o anche di richiesta di materiale sessualmente esplicito (che potrebbe poi essere usato in un secondo tempo per ricatti), ecco che i campanelli di allarme devono suonare forte. In questo caso, se le cose non si sono ancora spinte troppo oltre, la cosa migliore da fare è lasciar cadere la conversazione nel nulla. In alternativa si può anche prendere in considerazione l'ipotesi di una denuncia alla polizia, possibilmente accompagnata da screenshot (le "fotografie" delle schermate) che dettaglino quanto è avvenuto. Questo è da tenere ben presente specie per chi ha figli adolescenti che sono spesso online: gli obiettivi di un tentativo di catfishing potremmo non essere noi ma loro e il pericolo va tenuto a bada con i soliti strumenti: parlandone e spiegandone i meccanismi.
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