TikTok: governare, non reprimere
Il caso TikTok negli Stati Uniti e le due direttive europee DMA e DSA indicano due approcci diversi, da parte delle autorità di governo, nella gestione delle sfide dettate dalle nuove tecnologie. Gestire, e non reprimere, è la via maestra. La nostra petizione per fare in modo che TikTok diventi una piattaforma sicura.

Le nuove tecnologie pongono le persone e le autorità di governo davanti a cambiamenti e scenari inediti, di fronte ai quali possono esserci due tipi di reazioni: chiudere o regolamentare.
Negli ultimi tempi sono successi un paio di fatti piuttosto significativi. Il Senato degli Stati Uniti ha approvato una proposta di legge che metterebbe l’azienda proprietaria di TikTok, parzialmente di proprietà cinese, di fronte a un bivio: cedere a una società americana approvata dal Congresso oppure essere bandita dal territorio americano. È vero che per l’entrata definitiva del provvedimento bisogna però aspettare la firma del Presidente Biden e poi ancora nove mesi, ma la logica di questo orientamento è di chiudere su basi “territoriali” e non di andare a osservare, e se mai regolamentare, i comportamenti dell’azienda in questione.
Proprio questo è invece l’approccio che di recente ha portato l’Unione Europea a emanare due nuove direttive, il DSA (Regolamento sui servizi digitali) e il DMA (Regolamento sui mercati digitali), finalizzate a imporre nuove regole ai big che operano sul web, con l’obiettivo di migliorare la tutela degli utenti e la concorrenza.
Si tratta di regolamenti che rispondono a problemi sollevati anche da noi e per i quali abbiamo chiesto interventi a più riprese: contrastare la diffusione dei contenuti illegali, combattere la disinformazione, definire chiare responsabilità per le piattaforme, proteggere il consumatore e la sua privacy, garantire una concorrenza più leale. Gli effetti sono ancora tutti da vedere, ma intanto sono state poste le basi per responsabilizzare aziende e utenti.
Cercare di governare, anziché reprimere, è la via maestra per gestire un mondo complesso e veloce come quello delle nuove tecnologie.
Rientra anche in questo ambito l’apertura di un procedimento della Commissione Europea sulla base del Digital services act (Act) nei confronti di Tik Tok Lite, il nuovo servizio che permette agli utenti di guadagnare punti attraverso azioni semplici come guardare video, seguire influencer, mettere “like” ai contenuti, invitare gli amici a iscriversi alla piattaforma. Un sistema di ricompense che può essere dannoso perché crea dipendenza, soprattutto nei minori. La mancanza di una valutazione dei rischi adeguata è particolarmente preoccupante per i bambini, considerando la presunta assenza di meccanismi efficaci di verifica dell’età da parte di TikTok.
Altroconsumo, insieme al network Euroconsumers di cui la nostra organizzazione fa parte, ha chiesto a Tik Tok di implementare e dimostrare l'adozione di misure sufficienti a prevenire la diffusione di materiali che presentano rischi per il benessere psicologico e fisico degli utenti, in particolare dei minori e degli individui vulnerabili. Chiediamo, in sostanza, di rendere la piattaforma un ambiente sicuro, che tenga conto del fatto che i minori non sempre distinguono tra realtà e finzione e hanno la propensione a imitare la condotta di gruppo.
Per dare forza a queste richieste abbiamo bisogno anche di te: firma la petizione attraverso la quale, partendo dai casi di alcune challenge pericolose, chiediamo interventi per fare in modo che TikTok diventi una piattaforma sicura.