Casa sicura: dai sistemi di allarme alle app di videosorveglianza
Si dice che il modo migliore per prevenire i furti domestici sia quello di mettersi nei panni del ladro, così da capire quali siano i sistemi più efficaci per scoraggiare i tentativi di intrusione. Porte blindate, kit antifurto fai da te, sistemi di allarmi tradizionali o app. Ecco tutto quello che c’è da sapere per mettere la tua casa in sicurezza.

Per dormire su due guanciali quando si è fuori città e non solo: il primo passo è la prevenzione, un deterrente fondamentale. Ma quali sono i sistemi che permettono di avere una casa sicura? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Sistemi per prevenire l’intrusione
Sistemi antiintrusione e sistemi di allarme funzionano meglio quando sono presenti entrambi: uno solo dei due risolve solo in parte il problema anche se potrebbe fornire la falsa impressione di aver messo la propria casa al sicuro. Il sistema di allarme, infatti, entra in funzione solo quando la casa è già stata violata, mentre i sistemi antintrusione rendono più difficile ai ladri di entrare.
Porta blindata, serrature di sicurezza e inferriate
Rafforzare l’entrata della propria abitazione con una porta blindata è certamente uno strumento di protezione che però non potrà mai garantire un livello di sicurezza sufficiente: questo perché la porta di casa è solo una delle tante vie d’accesso all’abitazione (balconi e finestre, anche ai piani alti, sono un punto d’ingresso sempre popolare fra i ladri). Ci sono poi le serrature: solitamente vengono utilizzate su cancelli, porte di cantine, solai e box o anche come serratura aggiuntiva dell'ingresso di casa. Le serrature cosiddette "a cilindro" di ultima generazione sono molto più difficili da scassinare rispetto al passato. Il compito di una serratura è semplicemente quello di cedere il più tardi possibile ai più elementari metodi di scasso utilizzati. Va però considerato che anche i ladri stanno al passo con i tempi, perciò non è detto che una serratura che fosse non scassinabile cinque anni fa lo sia ancora adesso; così come le tecnologia delle serrature di aggiorna, allo stesso modo i ladri mettono in campo grimaldelli sempre più sofisticati, per cui sarebbe bene periodicamente fare quattro chiacchere con un professionista della sicurezza per capire se le serrature di casa sono ancora sicure od eventualmente devono essere aggiornate con modelli più recenti ancora difficili da scassinare.
Bisogna inoltre ricordarsi che, se montata su una porta fragile, anche la migliore serratura del mondo diventa inutile. L'esempio tipico è rappresentato da quelle porte dei box cantine condominiali realizzate con un lamierino così sottile che può essere tagliato o deformato facilmente. In casi di questo genere, se si ritiene che ne possa valere la pena, si può aggiungere una grata di sicurezza a difesa del locale.
Oltre a questi prime precauzioni, chi vuole tenere sotto controllo la casa può percorrere diverse strade. Dalle app di videosorveglianza agli allarmi installati da professionisti ecco tutto ciò che puoi fare per mettere la tua casa in sicurezza.
La webcam economica e le app di videosorveglianza
I sistemi di videosorveglianza da remoto, cioè quei sistemi che permettono di vedere attraverso il proprio cellulare cosa succede in casa anche quando non si è presenti, sono sempre più utilizzati al posto dei classici antifurto con la sirena. Il loro pregio principale è che non servono grandi investimenti economici per installarli nelle proprie abitazioni né è necessario chiamare un tecnico per farlo. Basta scaricare una app dedicata sullo smartphone, avere in casa una connessione internet e una o più telecamere da posizionare in punti strategici. Si può anche organizzare un sistema completamente fai da te a costo zero: basta utilizzare una app gratuita e, al posto delle web cam, sfruttare la funzione videocamera di un vecchio smartphone inutilizzato. È quello che abbiamo fatto per mettere alla prova otto diverse app di videosorveglianza. Tre non ci hanno particolarmente convinto, soprattutto per la scarsa qualità delle immagini o per pecche nell'utilizzo. Le altre cinque, invece, sono una buona soluzione per chi ha bisogno di controllare cosa succede in casa quando è fuori. In particolare, la migliore tra quelle provate è Zuricate, che offre tutto ciò di cui si ha bisogno ed è gratuita. Inoltre, è semplice da configurare e da utilizzare, rimanda immagini di ottima qualità, segnala non soltanto eventuali movimenti anomali ma anche rumori sospetti, si può utilizzare con più smartphone collegati come telecamere.
Come funzionano le app di videosorveglianza
Le app che abbiamo testato sono tutte utilizzabili sui dispositivi Android e quattro anche su quelli iOS. Sono supportate da sistemi operativi anche vecchi, cosa che agevola la possibilità di utilizzarle con i vecchi smartphone abbandonati nel cassetto. La app di videosorveglianza deve essere installata sia nello smartphone che viene usato come monitor sia in quello o quelli che fungono da telecamere. Le funzioni principali, oggetto del test, sono gratuite ma esiste per la maggior parte delle app (fa eccezione Zuricate) anche una versione Premium a pagamento con altre funzioni. La maggior parte delle app consente di monitorare un numero infinito di camere, anche nella versione gratuita. Fanno eccezione Cawice e Manything che nella versione gratuita consentono di sorvegliare una sola camera. Cinque consentono anche di accedere alla stessa camera da più monitor. Solo Alfred Camera, Cawice e Security Cam non lo consentono. La metà consente di monitorare gli ambienti anche tramite browser, usando ad esempio un PC: si tratta di Alfred Camera, Manything, Presence e Security Cam.
Come organizzare l’impianto
Per prima cosa va creato un account, lo stesso per tutti i dispositivi del circuito, che permetterà a monitor e telecamere di interagire tra di loro come un circuito chiuso. Nel dispositivo da usare come camera si seleziona l’uso come camera; viceversa, per il dispositivo da usare come monitor, va selezionata l’opzione "monitor". Generalmente non è necessario fare altro perché le impostazioni di base sono già di default. Una volta installato il software, si posizionano i telefoni/telecamera in modo che inquadrino l’area di interesse. Attenzione, tutti i telefoni/ telecamera devono rimanere collegati a una presa di corrente per evitare che si scarichino. Fatto ciò, il sistema è pronto: la app notificherà al cellulare/monitor eventuali movimenti sospetti e il proprietario potrà verificare da remoto.
Privacy garantita
Un aspetto fondamentale che non si può trascurare è quello relativo alla privacy: ciò che viene ripreso dall'impianto, infatti, non deve essere accessibile a malintenzionati. Come essere sicuri che ciò non avvenga con un impianto fai da te? Chiaramente la garanzia totale non c'è, con i servizi cloud non si può mai avere la certezza assoluta che le registrazioni o l’accesso non possa avvenire da terzi. In linea di massima, questo è un rischio inevitabile. Tuttavia, i nostri test di laboratorio, sebbene i giudizi non siano altissimi, hanno mostrato come queste app, grazie ai messaggi crittografati, siano in grado di rendere non intellegibili le comunicazioni che vengono trasmesse a eventuali terzi che vogliono inserirsi nel sistema in maniera fraudolenta. I dati possono essere letti soltanto dai monitor autorizzati. Solo in un paio di casi hanno mostrato qualche debolezza, comunque non critica.

Tabella 1. Videocamere con possibilità di montaggio all’esterno(dichiarate resistenti alle intemperie)

Tabella 2. Videocamere per il montaggio all'interno.
Sicurezza
Tutte le webcam sono state giudicate sufficientemente ‘sicure’ dal punto di vista di intrusioni informatiche e problematiche relative agli aggiornamenti e vulnerabilità
Qualità video
Nella prima colonna di entrambe le tabelle si giudica la qualità video al chiuso in condizioni di luce bassa; questo perché tipicamente le telecamere vanno in crisi quando c’è poca luce; inoltre, se sono montante in casa, quando si è via con le tapparelle abbassate o le imposte chiuse ci sarà sempre poca luce. Per quelle all’aperto, notte a parte, le condizioni più difficili si hanno al crepuscolo quando c’è ancora chiaro ma, ad esempio, i lampioni sono ancora spenti. La seconda colonna invece riporta la qualità video in modalità ‘notturna’ (usando dei LED infrarossi per illuminare l’area).
I risultati del test
Alcune videocamere si possono connettere alla rete domestica anche via cavo (per chi non vuole tenere il Wi-Fi acceso mentre è via) e supportano la registrazione su scheda di memoria interna in alternativa al Cloud. Molti di questi prodotti possono essere pilotati via Alexa o Assistente Google o con entrambi i sistemi.
Complessivamente, i prodotti testati vanno bene/molto bene. C’è una discreta variazione dei prezzi. Per quanto riguarda le prestazioni, c’è chi va un po’ meglio in un campo, chi in un altro perciò è difficile identificare un prodotto nettamente superiore a tutti gli altri.
Le videocamere di Google (Nest) vanno molto bene ma sono molto care. Ci si aspetta una piena integrazione e compatibilità con l’assistente Google (per chi vuole giocare con la domotica). Visto però il prezzo, forse è meglio orientarsi su altre scelte: per l’esterno la seconda in classifica, la Xiaomi, prende ottimi giudizi sulla qualità video (potrebbe tornare utile per leggere un numero di targa o vedere in volto una persona la sera…) e costa appena il 40% della Google Nest. Anche la terza costa meno della media, ma manca dell’illuminazione infrarossa.
Fra quelle d’interno, la migliore assieme alla Nest e quella di D-LINK che costa quasi la metà e se la cava bene un po’ in tutto; soprattutto è fra le più semplici da configurare ed installare e questo sicuramente è un grande vantaggio per chi non l’ha mai fatto. La terza in classifica (Ezviz) potrebbe essere un’alternativa da tenere in considerazione e costa pure qualcosa di meno.
Il kit d’antifurto “fai da te”
Nei negozi fai da te si possono trovare kit che dovrebbero essere alla portata dell'hobbista esperto. Ma installarli e farli funzionare correttamente è meno semplice di quanto sembra. Oggi si può dire addio ai lavori di messa in posa delle canaline, richieste dai vecchi sistemi di allarme per il collegamento dei fili. Sono disponibili dispositivi sempre più complessi e sempre più piccoli, che funzionano per un lungo periodo di tempo soltanto grazie a batterie e comunicano tra loro attraverso onde radio.
Ma per renderli operativi bisogna comprendere prima le funzioni dei loro componenti, capire come montarli, dove sistemarli e che tipo di sicurezza possono offrire: tenendo presente, comunque, che per fissare le varie parti bisognerà ricorrere a trapano e tasselli da muro.
Ecco che cosa si dovrebbe trovare all'interno di un buon kit di allarme fai da te: la centralina, il pannello di controllo, i diversi tipi di sensori (da parete e da finestra) e la sirena.
La centralina è il cuore del sistema. Riceve i segnali dai sensori, verifica il loro corretto funzionamento e stabilisce se vi sono i presupposti per far scattare l'allarme. Di solito è alimentata dalla linea elettrica di casa, ma può disporre di una batteria, che consente all'impianto di funzionare anche senza energia elettrica. Se il pannello di controllo, che si può usare per disattivare l'antifurto quando si entra in casa, è integrato alla centralina, come avviene per alcuni modelli, questa dovrà essere sistemata in un punto facilmente accessibile all'utente: e quindi anche al ladro. È preferibile quindi scegliere una centralina con il pannello di controllo separato: la tastiera può così essere sistemata a portata di mano, anche vicino alla porta di casa, per attivare e disattivare rapidamente l'allarme quando si esce o si entra, mentre l'apparecchio sarà nascosto in un punto poco visibile, in modo da evitare il rischio di manomissione. Questo inconveniente può essere ovviato anche se si scelgono sistemi di allarme con telecomando.
I sensori rilevano condizioni anomale, come un oggetto in movimento all'interno di un'area sorvegliata, l'apertura di porte o finestre, la rottura di un vetro, e trasmettono il segnale alla centralina, che deve stabilire se far scattare l'allarme o meno. I più comuni sensori che si trovano nei kit fai da te sono:
- i sensori a infrarossi, che rilevano le radiazioni infrarosse (ovvero il calore) presenti in un ambiente e segnalano bruschi cambiamenti, dovuti per esempio al passaggio di una persona. Unico inconveniente: sono sensibili a diverse fonti di calore. La presenza di animali, il calore emanato da superfici lucide riflettenti esposte alla luce del sole, le bocchette dell'areazione o termosifoni lasciati accesi possono generare falsi allarmi: quando sono installati, bisogna quindi tenere conto di questi oggetti (un caso tipico è il sole che entra da una finestra).
- interruttori magnetici: sono semplici interruttori da montare sullo stipite di una porta o di una finestra. Quando il sistema di allarme viene attivato e queste vengono aperte, gli interruttori inviano il segnale di allarme alla centralina.
La sirena è un dispositivo che emette un suono molto forte. Serve per segnalare l'intrusione in casa di estranei o un tentativo di sabotaggio al sistema di allarme. Se è esterna, segnala la presenza dell'antifurto (un eventuale tentativo di manomissione comunque la fa scattare).
Alcuni sistemi possono avere in dotazione dei piccoli telecomandi, utili per attivare e disattivare l'allarme così come la possibilità di inserire una SIM per poter fare delle chiamate in automatico: attenzione però, le chiamate verso le forze dell’ordine possono essere fatte solo su sistemi installati da un professionista. La richiesta di poter usufruire di questi servizi, infatti, deve essere accompagnata dalla documentazione specifica rilasciata dall'installatore dell’impianto.
Perché il sistema di allarme sia efficiente e garantisca un adeguato grado di sicurezza, è preferibile che integri sia la protezione volumetrica, cioè che tenga sotto controllo i movimenti all'interno degli ambienti (come camere e soggiorno), sia la protezione perimetrale, cioè che controlli le porte e le finestre. Durante la notte si può attivare solo un tipo di protezione, di solito quella perimetrale.
Sistemi d’allarme installati da professionisti
A fronte di un costo maggiore, si ha il vantaggio di possedere una soluzione studiata su misura per le esigenze della propria abitazione. I dispositivi impiegati di solito sono più sofisticati, si può optare anche per un sistema in cui tutti i sensori sono cablati (così da resistere ad eventuali disturbatori in possesso dei ladri) e sensori più intelligenti, quali quelli che uniscono un rilevatore ad infrarossi ad un radar doppler, in modo da escludere allarmi spuri causati da riflessi, piccoli animali o termosifoni. Allo stesso modo, le centraline più sofisticate possono connettersi alla rete telefonica e ad internet sia attraverso la linea fissa che attraverso quella del cellulare in modo da avere sempre una soluzione di ripiego nel caso i ladri tagliassero i fili del telefono o portassero con sé un disturbatore (nel gergo, un “jammer”) per la rete mobile.
Vi sono poi soluzione più raffinate per rendere più gravoso il lavoro dei ladri una volta che sono entrati in casa, quale dei dispositivi che emettono un denso fumo che rende difficile orientarsi in casa oltre a procurare fastidio agli occhi. Telecamere e possibilità di controllo remoto sono due elementi che si sono aggiunti negli ultimi anni: in questo modo è possibile verificare cosa sta succedendo in casa propria ovunque nel mondo, basta che ci sia una connessione ad Internet.
Infine, come accennato precedentemente, queste soluzioni possono essere connesse al centralino telefonico della polizia oppure di organismi di vigilanza privati (per accedere ai servizi di questi ultimi ovviamente è necessario stipulare un contratto).
I nostri soci ci segnalano: Verisure
Verisure è un nome abbastanza conosciuto anche dai non addetti al settore: si tratta di un pacchetto che riunisce in sé un antifurto casalingo, il progetto di una soluzione su misura, la posa in opera da parte di un installatore qualificato (e di fiducia) e un servizio di sorveglianza attivo 24h che interviene nel caso l’antifurto rilevi una probabile nell’abitazione sorvegliata.
Per quanto riguarda il lato tecnico, si tratta di un sistema completo di centralina, in grado appunto anche di contattare remotamente una centrale di sorveglianza in caso di allarme, sirena e sensori di varia natura in modo da ottenere una copertura completa, sia volumetrica che perimetrale. Non mancano telecamere e anche la possibilità di mettere un dissuasore a fumo.
Verisure offre quindi un pacchetto ‘chiavi in mano’: un tecnico di fiducia della casa è incaricato del sopralluogo, dello studio di una soluzione di misura e dell’installazione. Ciò che differenza Verisure è il fatto che l’antifurto, il servizio assistenza e la sorveglianza da remoto fanno tutte parte di un singolo pacchetto che si paga attraverso un canone periodico. Il costo dipende da diversi fattori e parte da un minimo di 399€ “una tantum” per l’installazione dell’impianto più un canone mensile a partire da 39.90€.
Dal punto di vista tecnico, possiamo solo notare che l’intero impianto è basato su tecnologia Wireless, quindi i vari componenti del sistema sono in comunicazione fra di loro tramite onde radio. Questo approccio offre dei vantaggi (possibilità di installazione facilitata senza la presenza di canaline o dover stendere fili) ma anche svantaggi, quale la necessità di tenere sotto controllo la batteria e la vulnerabilità dei sistemi ai jammer, dispositivi ormai comuni fra i topi di appartamento più al passo con i tempi.
Ciò che ci ha spinto però a parlare di questo sistema non è tanto il lato tecnico (sul quale ci asteniamo di esprimerci perché non possediamo di elementi tali da permettere di giudicare la bontà del sistema) ma il modello di business. Abbiamo deciso di farlo anche a seguito di alcune segnalazioni da parte dei nostri soci.