Spett. G.D.L. S.p.A
In data 04/11/2023 ho sottoscritto il capitolato contratto d'appalto per l'esecuzione di opere di ristrutturazione bagno presso la mia abitazione di via Roma 34, 33010 Bordano (UD), con sconto in fattura del 75% (abbattimento barriere architettoniche bagno), concordando un corrispettivo pari a € 4.750,00 (contratto n. 016292 del 04/11/2023). Il contratto mi è stato proposto e compilato in ogni sua parte da un vostro consulente che ha preso le misure del bagno, rilevato i dati tecnici, e formulato il suddetto contratto con la specifica di tutte le opere e forniture previste. Specifico che l'appuntamento era stato concordato per trovare una soluzione alla trasformazione da vasca in doccia, ma nell'occasione ci è stato proposto di rifare completamente il bagno ed abbiamo accettato, alle condizioni e con i prodotti e forniture scelti a catalogo in corso di compilazione del contratto.
Circa 2 settimane fa ho sentito il consulente per indagare sui tempi di esecuzione della ristrutturazione, in quanto già al momento della sottoscrizione avevamo segnalato una perdita d'acqua e quindi la necessità di procedere coi lavori in tempi il più possibile celeri. Solo in tale occasione, a 4 mesi dalla firma del contratto e a pochi giorni dal pagamento della prima rata del finanziamento richiesto, veniamo a sapere che i lavori non possono essere eseguiti nella modalità pattuita: le misure che sono state prese dal consulente non consentono di dotarsi di tipologie di forniture come quelle concordate in sede di contratto, poiché in quel caso non sarebbero rispettate le distanze e le misure necessarie per effettuare l'intervento di eliminazione delle barriere. Nello specifico,
1. siamo obbligati a rinunciare all'ampio piatto doccia rettangolare con pareti di cristallo a "L" che avevamo scelto e dovremo optare invece per un piccolo box doccia;
2. il mobile bagno da noi scelto dev'essere sostituito con un altro del tutto minimale (unica possibilità e nessun'altra alternativa), senza adeguati spazi per riporre tutto quello che serve ad una famiglia normale in un bagno, quali prodotti per l'igiene e la cura della persona, ecc.
3. dovremo cambiare l'intera linea dei sanitari che avevamo scelto a catalogo, in quanto di dimensioni non compatibili con le misure previste dalla normativa in merito agli spazi.
Abbiamo richiamato il consulente per riprendere un’altra volta le misure e per trovare una nuova soluzione per il bagno: dopo l’assurdo tentativo del venditore di convincerci a integrare il progetto comprando e pagando di tasca nostra degli ulteriori e più ampi mobili presso qualche ipermercato, abbiamo concordato l'accettazione della variazione del progetto iniziale, chiedendo però che al solo mobile disponibile fosse aggiunto un cassetto e un elemento verticale con funzione di contenitore.
Abbiamo dunque formalizzato l’accordo inviando un messaggio di conferma al venditore, in attesa di sapere se la variazione (con relativa compensazione) fosse stata da voi acquisita. Non ottenendo riscontri, dopo una settimana abbiamo sentito nuovamente il venditore che ci ha comunicato che secondo voi neppure quest'ultima soluzione è corretta e sufficiente. Questa volta ci è stato indicato di:
1. modificare nuovamente il piatto doccia, passando dal marmo ad altro materiale;
2. cambiare con un'altra linea tutta la rubinetteria per la quale avevamo optato.
Al momento dunque, in pratica il solo rivestimento a pavimento e a parete è quello da noi scelto, tutto il resto del progetto è stato completamente stravolto rispetto al contratto originale, e non soddisfa i nostri gusti e le nostre esigenze. In questo momento, rinunciare al bagno significherebbe non poter godere dello sconto in fattura, che ormai non è più previsto dallo stato italiano (ma se le risposte mi fossero state date da voi nei tempi corretti avrei potuto scegliere di rifare il bagno, con tanto di sconto, con una ditta diversa e prodotti differenti che magari avrebbero soddisfatto di più le mie esigenze e i miei gusti). Inoltre, cosa non da poco, in questi giorni ho pagato la prima rata del finanziamento sottoscritto con Cofidis al momento della firma del capitolato di contratto, nonostante i lavori non siano nemmeno iniziati e nonostante il fatto che alla fine mi ritroverò con una fornitura ed un arredo per il bagno che non ho scelto e che mi è stato quasi totalmente imposto. E tutto questo è accaduto probabilmente per la fretta del venditore di rilevare le misure e di chiudere il contratto in grande velocità.
Per questo, in virtù dei notevoli disservizi e del mancato rispetto degli accordi sottoscritti nel contratto da me firmato, sono a richiedere una riduzione del prezzo precedentemente pattuito, a parziale compensazione del disagio arrecatomi.
In mancanza di un riscontro entro 15 giorni dal ricevimento della presente, non esiterò a farmi rappresentare dall'Associazione Altroconsumo della quale sono socia e ad adire le vie legali a tutela dei miei diritti.
Distinti saluti.