In data 06/07/2019 alle ore 16.45, dovendo partire con il volo V71742 della compagnia Volotea delle ore 17.40, con destinazione Verona, ho effettuato il check in al banco n.19 per imbarcare il bagaglio. L’operatrice, notando lo stato di gravidanza, quel giorno alla 34ma settimana, mi ha chiesto il previsto certificato medico che ho prontamente esibito.Il certificato è stato redatto dal mio ginecologo in data 14/06/2019 con validità, indicata dallo stesso medico, attenendosi alle indicazioni presenti sul sito internet della compagnia Volotea, fine 36ma settimana di gestazione. L’operatrice, dopo aver controllato il suddetto certificato ed effettuato regolarmente il check in, mi ha fatto firmare una non ben precisata dichiarazione di responsabilità. Dopo aver effettuato i controlli di sicurezza mi sono presentata al gate 12 per procedere all’imbarco. L’operatrice del predetto gate 12, dopo aver visionato il certificato medico, mi ha negato l’imbarco poiché sosteneva che il certificato non era valido in quanto era apposta una data di rilascio inferiore ai 7 giorni. Ho fatto pertanto notare che sul sito internet istituzionale della compagnia non vi è alcun riferimento temporale di questo genere né nella pagina dedicata alle faq né tantomeno nelle “condizioni di trasporto” tanto millantate dai vari operatori accorsi al gate 12 dopo le continue rimostranze da me manifestate. Hanno inoltre contattato il comandante, il quale ha negato l’imbarco solo sulla base della data di emissione del certificato in quanto non gli è stato minimamente specificato cosa realmente riportasse il certificato. E’ intervenuta anche la Polizia di Frontiera, che ha redatto un proprio verbale. Nel frattempo, tengo a specificare, che un’altra operatrice, che non si era posta tutti questi problemi, aveva già predisposto il nostro imbarco, fornendoci i talloncini dei bagagli a meno e inserendoci nella lista passeggeri.Per tutti i motivi sopra indicati non sono partiti nemmeno i miei genitori, in quanto io necessitavo di assistenza e supporto stante il mio stato di gravidanza avanzata e la presenza dell’altro mio figlio di soli 14 mesi. È intervenuta la Croce Rossa attestando un mio stato di agitazione psico-motoria e invitandomi a recarmi in Pronto Soccorso per accertamenti. Sono stata dimessa dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Garibaldi Nesima di Catania alle 21.27.Tutta questa situazione ha creato notevoli disagi fisici, psicologici ed in ultimo economici. Io sono potuta rientrare nella casa dei miei parenti ospitanti dopo le ore 23, in giro dalle ore 14, insieme a noi, con un forte stress psicofisico addosso. Il bambino di 14 mesi si è dovuto adattare a questa situazione surreale, vedendo la madre agitata in aeroporto e piangendo lui stesso, oltre che passeggiando nel parcheggio del pronto soccorso per 2 ore, al caldo, senza avere sufficienti scorte di cibo/latte per questa situazione imprevista. I nonni hanno dovuto ovviamente cercare di tranquillizzare anche lui.Al rientro a casa non ho potuto immediatamente riposare in quanto avevo l’urgenza di dover prenotare un nuovo volo per l’indomani, poiché le operatrici della compagnia Volotea non hanno minimamente cercato di risolvere la situazione da loro creata magari cercando una soluzione insieme con prenotazione di nuovo volo. Mi hanno abbandonata a me stessa facendomi perdere completamente i soldi del volo su cui mi hanno negato l'imbarco oltre a spendere ulteriori eur 621,99 per riprenotare per l’indomani (con altra compagnia aerea data l’esperienza), somma di cui ovviamente si chiede rimborso, oltre ad eur 200 forfettari per i vari disagi arrecati.Si allega certificato medico oggetto di diatriba, perfettamente rispondente ai requisiti indicati sul sito internet della Compagnia (in cui non viene minimamente specificata la validità dei 7 giorni), estratto conto del pagamento riprenotazione volo, etichette bagagli a dimostrazione dell'avvenuto check in e imbarco.