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richieste illegittime e rimborso con bonifico

Chiuso Pubblico

Tipologia di problema:

Altro

Reclamo

M. C.

A: ESSELUNGA

16/01/2023

In relazione alla comunicazione di recesso parziale per acquisto online a voi regolarmente trasmessa in ossequio al d. lgs. 206/05 in data 10/1/23 con richiesta di rimborso attraverso bonifico bancario, peraltro redatta con l’assistenza dell’Associazione dei Consumatori, si rilevano da parte Vostra richieste insensate e che non trovano alcun fondamento nè nelle Vostre Condizioni di Vendita, nè nella Legge, che prevale sempre e comunque sulle Condizioni di Vendita.In particolare avete in un primo momento richiesto che la consumatrice nel rendere fisicamente il prodotto, oggetto di recesso, presentasse lo scontrino fiscale e la Carta Fidaty comunicando “Il personale incaricato, una volta verificata l’idoneità, provvederà al rimborso”.Nessuna contestazione veniva mossa da parte Vostra in merito alla comunicazione del consumatore, peraltro ineccepibile sotto ogni punto di vista.In risposta alla Vostra, il consumatore si vedeva costretto a contestarVi un comportamento illegittimo, in violazione sia delle Vostre Condizioni di Vendita, che del d.lgs. 206/05: infatti entrambe non prevedono affatto che al momento della restituzione si presenti lo scontrino fiscale e la Carta Fidaty. Peraltro nessuno scontrino fiscale veniva consegnato alla consumatrice che pertanto sarebbe impossibilitata a presentarlo. Va anche detto che nella pec di recesso la consumatrice, oltre a indicare tutti gli estremi dell’acquisto, allegava, pur non essendone tenuta, la fattura 4122152939, unico documento trasmesso dalla società e di valore ben superiore allo scontrino fiscale che nemmeno è nominativo.Successivamente l’Esselunga rispondeva dichiarando innanzitutto che non Le era stato possibile contattare la consumatrice telefonicamente al recapito indicato (?!). Tale asserzione non è affatto rispondente al vero: nessuna telefonata la consumatrice ha mai ricevuto dalla società! Peraltro tale società è solita esordire in tal modo in molte Sue comunicazioni. In tale risposta la società, senza nulla obiettare sulla contestazione circa il lamentato comportamento illegittimo, reiterava tuttavia la richiesta dello scontrino fiscale, e non richiedendo più stavolta la presentazione della Carta Fidaty. Ciò dimostra peraltro la precedente pretestuosità della richiesta avanzata. La società proseguiva specificando che lo scontrino fiscale sarebbe reperibile nella “area personale”, dove, contrariamente a quanto asserito, vi è la possibilità di scaricare solo la fattura e un “documento di consegna”, del tutto amorfo e nemmeno intestato alla consumatrice (vd. allegato).Risulta oltremodo inaccettabile, scorretto e illegittimo il comportamento della società che persiste pervicacemente in richieste non solo assurde e insensate, ma non contemplate, come già detto e fatto presente alla società, né dalla Legge né dalle Condizioni di Vendita.L’art. 16 delle Condizioni di Vendita recita infatti: “Il cliente dovrà quindi restituire a proprie spese il prodotto secondo le seguenti modalità: recandosi presso un qualsiasi punto vendita Esselunga entro 14 giorni lavorativi…”.Tale condotta peraltro costituisce un ostacolo all’esercizio del diritto di recesso, espressamente vietato dalla normativa citata e soggetta a sanzione pecuniaria da parte dell’Autorità garante della concorrenza del mercato.In merito al rimborso, la consumatrice aveva richiesto, come consentito dalla normativa che avvenisse con bonifico bancario indicando anche l’iban. L’art. 16 delle Condizioni di Vendita “Se il recesso sarà stato esercitato conformemente alle modalità descritte, Esselunga provvederà a rimborsare la somma versata per l'acquisto del prodotto entro 14 giorni dalla data in cui la stessa è venuta a conoscenza dell'esercizio del diritto di recesso da parte del cliente. L'importo rimborsato sarà al netto delle spese di consegna. Il cliente sarà responsabile della diminuzione di valore del bene restituito risultante da una manipolazione diversa da quella necessaria per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento del bene stesso”.Peraltro il pagamento era avvenuto con una scheda prepagata emessa dalla stessa Esselunga. La società nella propria prima risposta dichiarava “Il personale incaricato, una volta verificata l’idoneità, provvederà al rimborso”. Nulla eccepiva in merito alla richiesta di bonifico avanzata dalla consumatrice, con ciò intendendosi accettata la richiesta di bonifico.Per contro nella successiva risposta dichiarava tutt’altro, ossia “Una volta che il personale incaricato, avrà verificato l’idoneità del prodotto, provvederemo a richiedere l'operazione di restituzione dell'importo direttamente sul metodo di pagamento utilizzato per l’acquisto”.Spiace dover constatare che tali cambi di condotta della società denotano scarsa serietà e correttezza oltre a quanto già evidenziato in relazione alla illegittimità delle richieste.In relazione alla richiesta dello scontrino fiscale, la consumatrice si dichiara tuttavia disponibile, benché (lo si ripete) non obbligata, a presentarvi, seguendo le vostre istruzioni, il “documento di consegna” attraverso smartphone, non disponendo di stampante. In relazione alla richiesta di rimborso attraverso bonifico, non essendo stato eccepito (come già detto) alcunchè, con ciò intendendosi accettata la richiesta di bonifico, anche da un punto di vista legale, si deve con la presente insistere affinchè l’Esselunga tenga fede agli impegni ormai da essa assunti e rimborsi pertanto attraverso bonifico (iban già comunicato).


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