Alla cortese attenzione di Amazon,
e alla pubblica opinione,
 
Il 14 novembre 2024 ho effettuato un ordine per l'importo di 323,60 euro. Il pacco non mi è stato consegnato in quanto nel giorno in cui mi sono recato al Counter per effettuare il ritiro, il codice fornito da Amazon e da mostrare al Counter risultava non valido impedendomi di ritirare il pacco. Questo ha fatto scattare la procedura di smarrimento visibile anche sul tracking della spedizione, rendendo evidente la responsabilità imputabile al processo di spedizione gestito da Amazon e non certo al sottoscritto.
Appena ho avuto la conferma di non potere ritirare il pacco, ho provveduto immediatamente ad acquistare, e regolarmente consegnato, un prodotto analogo — sempre su Amazon — per far fronte alla necessità urgente.
Dopo alcuni giorni il Counter ha segnalato al servizio clienti Amazon la giacenza del pacco, che risultava smarrito, nei propri magazzini. Amazon ha avviato successivamente la procedura di ritiro. E' chiaro che io non ho mai preso possesso del prodotto.
Tuttavia alla mia richiesta di rimborso, mi è stato risposto che per procedere era necessario inviare copia del mio documento di identità per la verifica dell'account. Alla richiesta di trasmissione del documento d’identità, ho opposto tempestivamente un rifiuto motivato, ritenendo tale richiesta non solo sproporzionata rispetto alla natura del disservizio, ma anche priva di fondamento giuridico, in quanto non necessaria ai fini della verifica dell’identità già consolidata tramite l’account e il metodo di pagamento utilizzato.
Successivamente,  feci reclamo tramite AltroConsumo, e in risposta mi fu scritto dal servizio clienti Amazon che avrei potuto attendere il rientro del pacco presso i propri centri (ho la mail di risposta) per aver diritto al rimborso. Tuttavia, nelle vostre comunicazioni successive, avete completamente ignorato questa possibilità, tornando a insistere in modo categorico sulla necessità di inviare il documento, contraddicendo quanto avevate precedentemente scritto. Questo comportamento è incoerente, opaco e privo di qualsiasi affidabilità nonostante la problematica è stata creata dal servizio di spedizione gestito da Amazon.
In più, in diverse email ricevute dal vostro servizio clienti, avete assunto un tono imperativo e rigido, affermando che senza la trasmissione del documento non avrei avuto il  diritto al rimborso.
Nel corso dell’ultimo anno ho intrapreso ogni strada possibile per far valere i miei diritti: ho inviato più PEC, tutte rimaste senza risposta, Altroconsumo ha inoltrato diffide formali, anch’esse ignorate. L’unica risposta che ho ricevuto da voi, in altre occasioni, è stata sempre la pretesa del documento d’identità per far valere il mio diritto al rimborso, senza alcuna apertura né trasparenza.
Eppure, a distanza di un anno, lo stato del reso nel mio account è ancora fermo su:
“Reso avviato – Il rimborso sarà elaborato in seguito alla ricezione dell’articolo.”
Come se il pacco fosse ancora in viaggio o in giacenza chissà dove..... Nessuna conferma, nessun aggiornamento, nessuna trasparenza.
Ho attivato per una parte dell'importo un finanziamento Cofidis, vostro partner ufficiale, che adotta procedure di verifica rigorose. Fino ad oggi ho potuto continuare  ad effettuare acquisti per centinaia di euro tramite lo stesso account, senza alcuna limitazione o richiesta aggiuntiva.
A rendere la situazione ancora più assurda non ho potuto far valere i miei diritti neanche cercando di congelare il finanziamento con Cofidis poiché la società ha dichiarato di non poter agire senza una vostra comunicazione ufficiale sul reso. Ma voi, pur avendo ritirato il pacco, non avete mai fornito tale conferma. Il risultato è che sto pagando rate per un prodotto che non ho mai ricevuto e che presumibilmente è già in vostro possesso. Il pagamento del finanziamento è, di fatto, illegittimo, perché non ho mai preso possesso del bene oggetto del contratto.
Mi chiedo come possa essere legittima una situazione in cui il venditore trattiene sia il denaro che il bene, impedendo al cliente di accedere a qualsiasi forma di tutela concreta.
Sono consapevole che, con questo ulteriore reclamo, probabilmente non riuscirò a ottenere il rimborso che per il Codice del Consumo è legittimo e senza alcuna condizione. Tuttavia, ritengo fondamentale rendere pubblica la mia esperienza su Altroconsumo affinché altri utenti possano riconoscere tempestivamente situazioni analoghe e tutelarsi con maggiore consapevolezza. Mi rivolgo nuovamente ad Altroconsumo affinché venga aperta una valutazione formale su queste condotte e venga garantita la tutela dei diritti fondamentali del consumatore.