Mestruazioni e sostenibilità: gli impatti ambientali ed economici nella scelta dell'assorbente
Sulla base delle risposte ai nostri questionari, si stima che, nel corso della propria vita, una donna utilizzi circa 8.000 assorbenti: in media 4 al giorno, per 4 giorni, per 13 cicli l’anno per 38 anni. Le alternative ecologiche agli assorbenti tradizionali permettono di limitare la produzione di rifiuti e di risparmiare. Ecco quali sono.

Sapevi che una donna, nel corso di circa 38 anni di vita fertile, spende oltre 2.000 euro in assorbenti (esterni) e regala alla natura 55 kg di rifiuti non riciclabili dovuti all’uso di circa 8.000 assorbenti?
I prodotti usa e getta sono spesso composti di materiali plastici che hanno tempi di degradabilità di centinaia di anni, rappresentano quindi una criticità in termini di rifiuti, soprattutto se vanno in discarica se non sono smaltiti correttamente.
Il concetto di sostenibilità è relativo e occorre analizzare l’intero ciclo di vita dei prodotti (LCA) per valutare il loro impatto, ma se ci si sofferma sul “fine vita del prodotto” e in particolare sull’impatto ambientale è immediato capire che quando si parla di prodotti per il ciclo i monouso producono un quantitativo di rifiuti molto superiori rispetto ai prodotti riutilizzabili.
Quello che è certo è che la produzione di rifiuti dipende dal peso del prodotto quindi:
- gli assorbenti esterni hanno un impatto maggiore rispetto agli assorbenti interni;
- quelli “con ali” hanno impatto maggiore di quelli “senza ali”;
- quelli “notte” o per flussi abbondanti hanno impatto maggiore rispetto ai “salvaslip”;
- tutti i prodotti monouso producono molti più rifiuti dei prodotti riutilizzabili.
Il fatto che alcuni prodotti si definiscano biodegradabili o compostabili o siano in cotone biologico non riduce di molto il loro peso ambientale, soprattutto non a fine vita, perché come rifiuto sanitario tutti gli assorbenti devono sempre essere conferiti nell’indifferenziato e non possono mai essere smaltiti con il rifiuto umido.
Oltre al prodotto anche il suo packaging diventa un rifiuto che deve essere smaltito, ma può essere riciclato a seconda del materiale di cui è composto, se è in plastica con la plastica, in carta o cartoncino con la carta, se in plastica compostabile l’imballaggio deve essere conferito con l’umido. Che la confezione sia fatta con plastica compostabile o di origine vegetale, è utile solo se è abbandonata nell'ambiente perché si degrada, ma se si smaltisce correttamente nella differenziata non serve che sia compostabile e questi materiali non hanno vantaggi rispetto a prodotti dall’imballaggio in plastica riciclata.
Sebbene in molte storcano il naso all’idea del riuso dei prodotti per il ciclo mestruale e temano un ritorno al passato, in cui le madri, o le nonne, avevano pezze di cotone o lino che erano ingombranti, scomode da indossare, difficili da lavare e non garantivano alcuna protezione dalle perdite, oggi molte donne hanno deciso di provare soluzioni più sostenibili e hanno scoperto che, senza fatica, è possibile avere comportamenti che riducono o annullano la produzione di rifiuti. Molte delle donne che hanno partecipato ai nostri test, dopo aver provato le soluzioni alternative all’usa e getta han deciso di non tornare indietro, altre li utilizzano in modo non esclusivo, quasi nessuna ha deciso di abbandonarle.
L’utilizzo delle alternative non deve essere visto come sistema “unico” o come alternativa netta, ma spesso è proprio la possibilità di utilizzare sistemi diversi a seconda delle necessità (a casa o fuori casa, in viaggio o per fare sport, i primi giorni di flusso o per tutto il ciclo) a garantirne la miglior utilizzabilità e accettazione.
Torna all'inizioLe alternative all'usa e getta
Abbiamo iniziato a testare i prodotti riutilizzabili nel 2020 testando degli assorbenti lavabili e i primi modelli di mutande mestruali. Da allora periodicamente riproponiamo test per valutare facilità d’uso e comfort nell’utilizzo di prodotti che non siano monouso.
Di primo acchito, l’idea di un prodotto che possa essere buttato sembra più igienico e pratico, ma molte donne hanno già scelto di voler adottare sistemi che riducano la produzione di rifiuti (assorbenti lavabili, mutande mestruali, coppette, spugne) tanto che il mercato sta proponendo sempre più alternative. Non più marchi nuovi e dedicati, ma anche produttori di biancheria intima (Lovable, Sloggy), grandi catene di abbigliamento (Uniqlo, Decathlon e Primark) e produttori di usa e getta (Nuvenia e O.B.) hanno ora a catalogo prodotti lavabili.
Chi ha partecipato ai nostri test sui prodotti riutilizzabili per provare a ridurre, se non addirittura ad eliminare, i prodotti usa e getta, ha scoperto che non solo è possibile, ma oltre ad essere ecologico può anche economico.
I prodotti disponibili sono:
- assorbenti lavabili;
- mutande o slip mestruali;
- coppette o disco mestruali;
- tamponi o spugne riutilizzabili.
Ogni prodotto ha un impatto diverso in termini di produzione di rifiuti e di costi che è sintetizzato nello schema seguente dove per semplicità abbiamo fatto i calcoli considerando che ogni donna utilizzi un solo tipo di prodotto per tutti e i giorni di ciclo, per tutti i cicli dal menarca alla menopausa.
Torna all'inizioQuanto costa passare alle alternative?
Per definire lo scenario di utilizzo abbiamo chiesto sulla nostra piattaforma ACmakers le abitudini rispetto ai prodotti monouso e abbiamo considerato le risposte di oltre 1000 fan.
Assorbenti esterni usa e getta
Assorbenti interni
Tra gli usa e getta sono la soluzione a minor impatto. Sono fatti da un mix di fibre naturali (cotone) e/o artificiali (rayon, viscosa) ricoperto da un sottilissimo strato di fibre sintetiche (poliestere, polipropilene o polietilene). Occorre dividere quelli “con” da quelli “senza” applicatore perché questo influisce tanto sul costo quanto sul volume dei rifiuti. La scelta più sostenibile sono quelli senza applicatore: le nostre inchieste producono circa un terzo dei rifiuti rispetto agli assorbenti esterni; quelli con applicatore, sia in carta che in plastica, raddoppiano quasi la produzione di rifiuti rispetto a quelli senza.
I tamponi con applicatore producono 35 kg di prodotti non riciclabili, per quelli senza applicatore il quantitativo di rifiuti scende a 19 kg. L'applicatore, in carta o in plastica, è meglio buttarlo nell’indifferenziata perché contaminato da fluidi corporei, sicuramente non va buttato nel wc. I costi, in media, ammontano a quasi 1600€ per quelli con applicatore e poco più di 1300€ per quelli senza. Quelli senza applicatore sono un risparmio sia per l’ambiente che per il portafoglio, infatti, dal nostro test tutti i prodotti assorbono bene e sono confortevoli, ma c’è differenza di prezzo.
Torna all'inizioMutande e assorbenti lavabili
Considerando un kit da 6, utilizzate per 2 anni, i rifiuti scendono a 6 kg che diventano 3 kg se si considerano invece gli assorbenti lavabili. Entrambi i prodotti a fine vita dopo essere stati lavati possono essere conferiti con i rifiuti tessili. Anche se restano la soluzione più costosa, oltre 2000€ per le mutande mestruali, da quando abbiamo iniziato a testarle i costi sono in discesa: i prodotti sono più diffusi nei negozi, non solo online e sono disponibili anche marchi economici (primark, decathlon). Dai nostri test sulle mutande mestruali, è emerso che assorbono come un assorbente esterno tradizionale e sono confortevoli, le consigliamo, mentre gli assorbenti lavabili pur essendo efficaci e più economici (circa 1000 € nel nostro scenario), sono risultati molto scomodi da utilizzare.
Le mutande e gli assorbenti lavabili, si lavano in lavatrice e dopo circa due anni di utilizzo, si smaltiscono insieme ai rifiuti tessili. L’impatto ambientale in termini di produzione di rifiuti è ridotto, sia per la quantità sia perché possono essere riciclati, a seconda dei diversi materiali di cui sono fatti, varia il peso sull’ambiente: com’è emerso dallo studio del ciclo di vita che abbiamo fatto sui diversi tessuti, i materiali sintetici, senza tenere conto del possibile rilascio di microplastiche, sono quelli con minor impatto e il cotone biologico è migliore di quello tradizionale. La presenza di certificazioni affidabili, come Ecolabel o Oekotex, garantisce un ridotto impatto sull’ambiente dei capi.
Torna all'inizioCoppette, disco e spugne mestruali
La coppetta mestruale sicuramente è il prodotto che produce meno rifiuti ed è anche quello economicamente più vantaggioso. Si usa per otto anni circa, si sterilizza con acqua e, a fine vita, si butta nell’indifferenziata perché pur essendo in silicone, non risulta tra gli imballaggi e quindi non si può raccogliere nella plastica. Il grande vantaggio delle coppette è di produrre una piccolissima quantità di rifiuti, meno di un chilo nel corso di tutta la vita, anche se indifferenziati.
Il peso medio di una coppetta è di circa 5 grammi e il prezzo parte da 13 € e arriva a 26 €, visto che sono prodotti che difficilmente si rompono o deteriorano abbiamo stimato l’utilizzo per 8 anni, quindi 5 prodotti nella vita fertile, per un totale di meno di 200 €. Dal nostro test funzionano in genere bene, ma non sono tutte uguali, come comfort e come prezzo.
Molto simile l’impatto ambientale del disco mestruale: rispetto alla coppetta cambia essenzialmente solo la forma, l’utilizzo è simile e poco si differenzia in termini di tipologia di materiale, durata e quantità di rifiuti prodotti.
Le spugnette mestruali possono ridurre l’impatto ambientale del ciclo solo se sono lavabili e riutilizzabili, quelle usa e getta hanno un impatto simile agli assorbenti interni e dal nostro test hanno dimostrato di non essere né efficaci né confortevoli. I prodotti in spugna naturale riutilizzabili riportano diverse avvertenze e una durata dichiarata della spugna mestruale naturale dai 3 ai 6 mesi. Un solo prodotto può essere usato, sciacquato e riutilizzato immediatamente (se siamo in presenza di un bidè o di un lavandino) se si fosse fuori casa potrebbe essere più pratico avere almeno un prodotto di scorta e un contenitore impermeabile in cui mettere il cambio). Sono prodotti più facili da inserire rispetto alla coppetta, simili agli assorbenti interni senza applicatore, ma più difficili da estrarre sia rispetto ai tamponi (che hanno il cordino) sia alle coppette che sono più facili da impugnare. Considerato il nostro scenario, avremo bisogno di almeno 4 spugne all’anno, per un costo di circa 29 € all’anno che moltiplicato per gli anni fertili porta il costo di oltre 1.000 €
Prodotto alternativo | Costo totale (€) | Produzione rifiuti (kg) | Pro | Contro |
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Mutande mestruali | 2194 | 6 | comfort, facilità d'uso | costo |
Assorbenti lavabili | 1053 | 3 | facilità d'uso, costo | comfort, tenuta delle perdite |
Spugne mestruali | 1087 | <1 | compatte, leggere | tenuta, facilità d'uso, costo |
Coppetta | 168 | <1 | durata, prezzo | facilità d'uso |