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Termometri per la febbre, pro e contro di ogni modello

10 novembre 2022
Termometro

Prima per misurare la febbre c'era il termometro al mercurio. Dal 2009 la vendita di questo tipo di termometri è stata vietata. Oggi, i termometri reperibili in commercio sono di diverse tipologie: digitali, a infrarossi, a Galistan e addirittura “smart”. Ma quale termometro è meglio scegliere?

Il termometro è uno dei più diffusi dispositivi medici e viene utilizzato per misurare la temperatura corporea in maniera semplice e veloce. Possiamo trovare in commercio molte tipologie, ma quale scegliere? Ecco una panoramica dei prodotti in commercio, con pro e contro di ognuno.

Tipi di termometro: pro e contro

Termometro tradizionale

Il termometro di vetro è versatile e può essere usato in varie sedi (sia per la misurazione rettale, sia per quella ascellare); è preciso e ha un prezzo contenuto (5-9 euro).

Di contro, il tempo necessario per la misurazione è accettabile (circa 4-5 minuti) ma non riesce a competere con quella dei termometri elettronici, che sono molto più rapidi; non tutti i modelli risultano di facile lettura; essendo di vetro, può rompersi facilmente.

Termometro digitale

Il termometro digitale utilizza sensori elettronici di calore per registrare la temperatura corporea. Durante la misurazione, fa diverse rilevazioni e al suono del bip mostra il valore medio. In commercio ne esistono molte versioni, più o meno sottili, con l’asta morbida o rigida, fino ad alcuni modelli particolari, concepiti esclusivamente per la misurazione nella bocca. I prezzi possono variare. Si parte dai 4 euro per quello classico a bacchetta, ai 6-9 euro per quelli a forma di ciuccio specifici per i bambini, fino ad arrivare ai 15 euro per quelli che hanno caratteristiche aggiuntive, come la possibilità di tenere in memoria più misurazioni.

Il termometro digitale può essere usato in varie sedi (ano, ascella, bocca); è molto veloce e infatti bastano pochi secondi per avere il risultato della misurazione, annunciato con un segnale acustico; è di facile lettura e si trova facilmente.

Bisogna però tenere in considerazione che deve essere smaltito come rifiuto elettronico nelle piazzole ecologiche e funziona con pile non ricaricabili.

Termometro a infrarossi

Il termometro a infrarossi a distanza riceve ed elabora le radiazioni emesse naturalmente dal corpo umano, utilizzando un sistema ottico di puntamento a fasci di luce. Non è necessario, quindi, porre l’apparecchio a diretto contatto della pelle. Ci sono due versioni di termometri a infrarossi: quelli che rilevano la temperatura esterna dalla fronte e quelli da inserire nell’orecchio.

Il termometro a infrarossi è veloce nella misurazione e può funziona anche a distanza (utile, per esempio, per non svegliare un bambino).

Di contro, per risultati precisi serve un corretto puntamento, non sempre facile. La misurazione, quindi, non è sempre affidabile e può essere diversa a seconda della rilevazione (più preciso è il termometro auricolare); deve essere smaltito come rifiuto elettronico nelle piazzole ecologiche e funziona con pile non ricaricabili; inoltre, è costoso (da un minimo di 15/20 euro e fino a oltre i 50 euro).

Termometri con app per smartphone

Questi apparecchi usano la connessione bluetooth per comunicare direttamente allo smartphone la lettura della temperatura. Può essere utile nel caso in cui bisogna monitorare costantemente l'andamento della febbre, ma non è necessario. Inoltre, anche diversi modelli digitali e infrarossi sono in grado di farlo. Il più famoso (in vendita anche su Amazon e Apple shop) è Kinsa. Secondo il produttore la app, ti chiede se ci sono altri sintomi, e ti dice cosa fare. Ma meglio non farci troppo affidamento e consultare il medico di famiglia. Anche il ciuccio può essere un termometro smart. Sarà possibile non solo leggere, ma anche monitorare continuamente la temperatura del bambino, con tanto di grafico giornaliero e salvataggio dei dati direttamente sul proprio telefonino. Ma siamo sicuri che tutto questo sia davvero necessario? 

Diverso invece il discorso per le applicazioni che si scaricano direttamente sul telefono e misurano la temperatura appoggiando sullo schermo un dito o la fronte. Tra le più conosciute “Rileva febbre” che funziona su iPhone, iPod Touch e iPad, ma ne esistono anche tante versioni per Android. Sono molto economiche o addirittura gratuite e sembrano molto comode da usare (il telefono è un apparecchio che abbiamo sempre a portata di mano), ma purtroppo non funzionano. Il telefono infatti non è dotato di sensori, come i termometri, che possano dare risultati attendibili.

I vecchi termometri a mercurio

I termometri a mercurio non sono più in commercio dal 2009, perché questa sostanza è tossica e inquinante. Questo però non significa che devi buttare quello che hai ancora a casa: è uno strumento di misura affidabile, anche se di non facile e immediata lettura. Se invece te ne vuoi liberare, non buttarlo nella spazzatura, per evitare danni all'ambiente: portalo in farmacia oppure consegnalo alle piazzole ecologiche del tuo comune. Anche se la quantità di mercurio all’interno è molto bassa e nella forma meno tossica, se si rompe fai attenzione e prendi alcune precauzioni.

  • Allontana i bambini e gli animali domestici dalla stanza.
  • Evita il contatto diretto, usa guanti in lattice o da cucina (che poi dovrai buttare).
  • Apri le finestre e abbassa se possibile il riscaldamento.
  • Non usare l'aspirapolvere o la scopa, romperesti le palline in pezzi più piccoli e "avveleni" il filtro dell'aspirapolvere.
  • Recupera il mercurio facendolo scivolare su un foglio di carta o con il nastro adesivo.
  • Non usare detersivi o prodotti chimici, in particolare quelli con ammoniaca o cloro, che potrebbero sviluppare vapori tossici.
  • Non buttarlo nel lavandino o nella spazzatura: mettilo in un contenitore non metallico con tappo e portalo alla piazzola ecologica del comune.

Febbre: come trattarla

La febbre è un utile meccanismo di difesa, che il nostro corpo mette in atto per difendersi dagli agenti infettivi. Ricorrere a un farmaco con azione antifebbrile (come il paracetamolo, l’aspirina o l’ibuprofene) alle prime avvisaglie di febbre, come insegna la pubblicità, è sconsigliabile. Spegnere la febbre non guarisce la malattia che la causa, ma sottrae all’organismo un’arma utile.

Come gestire l'aumento della temperatura corporea

Si parla solitamente di febbre con una temperatura ascellare al di sopra dei 37°C  (37,5°C rettali). Ma al di là di una definizione puntuale, il rialzo della temperatura è da considerarsi “febbre” quando porta malessere, limita le attività quotidiane e disturba il riposo. Infatti, la temperatura corporea è soggetta a variazioni durante la giornata e a seguito di alcune attività, soprattutto nei bambini: dopo una corsa, uno sforzo, un pianto, un pasto o una bevanda caldi, una nottata sotto le coperte, la misura della temperatura è più elevata. Meglio controllarla in assenza di condizioni che possano aumentarla artificialmente.

I consigli di Altroconsumo

  • Se la febbre è moderata e i sintomi sono sopportabili, assumere un farmaco antifebbrile non è necessario. Se invece è mal tollerata e impedisce il riposo, fondamentale per guarire, prendere un antipiretico è utile. Segui sempre le istruzioni del foglietto illustrativo e i consigli del tuo medico.
  • Se la febbre dura più di qualche giorno, se è accompagnata da sintomi strani o alterazioni del comportamento, se riguarda un neonato sotto i tre mesi, consulta il medico.
  • Se senti freddo, stai pure al caldo sotto le coperte: non è vero che bisogna stare scoperti per abbassare la febbre e per guarire. Anzi, patire il freddo peggiora i sintomi. Se hai caldo, invece, scopriti pure.
  • Non forzarti a mangiare se non hai fame. Mangerai quando ti sentirai meglio.
  • Rimani idratato bevendo acqua o spremute.
  • Non svegliare un malato (neppure un bambino) per somministrargli un antifebbrile: è il riposo che aiuta a guarire.

I bambini: un caso a sé

Per i bambini con meno di tre mesi, è sempre opportuno consultare il pediatra con sollecitudine. Nel caso di bambini più grandi, la febbre non è sinonimo di malattia grave, né lo è il livello della temperatura. Al pediatra vanno riportate alcune informazioni fondamentali sullo stato generale del bambino: è vivace o si lamenta? Ha appetito? Gioca o vuole stare in braccio?. Vanno anche riportati, se ci sono, i sintomi che accompagnano la febbre: dolore alle orecchie, problemi di respirazione, macchie cutanee, disturbi gastrointestinali, estrema sonnolenza...

Prima di somministrare un antifebbrile, è opportuno sentire il parere del medico. Per i bambini, la prima scelta è il paracetamolo o l’ibuprofene e comunque mai l’aspirina sotto i 16 anni. I farmaci antipiretici, quando necessari, dovrebbero essere somministrati per bocca (gocce, sciroppi). Consulta il nostro calcolatore per stabilire la dose corretta di ibuprofene e paracetamolo da somministrare sulla base del peso. devi somministrare. Le supposte andrebbero utilizzate solo se il bambino vomita o non riesce a bere. Fallo bere più del solito, non forzarlo se non ha appetito e non costringerlo a letto se non vuole starci. È bene coprirlo quando sente freddo e ha i brividi.

L'impiego di alcuni rimedi casalinghi per cercare di abbassare la febbre (come le spugnature con acqua tiepida, i bagni, le applicazioni di borse del ghiaccio, la frizione della cute con alcol) è sconsigliato dai pediatri della Società Italiana di Pediatria. Questi sistemi non sono utili e al contrario possono generare una condizione di disagio nei bambini già provati dall’innalzamento della temperatura e in alcuni casi possono causare anche effetti indesiderati, tra i quali un aumento della febbre.

Per la misurazione della temperatura, l’ascella è da preferire alle altre sedi (rettale, auricolare, orale). Si raccomanda di usare un termometro elettronico (digitale). La misurazione rettale non dovrebbe essere impiegata di routine nei bambini con meno di 5 anni a causa della sua invasività e del disagio che comporta. È da valutare solo in presenza di vomito o di altre condizioni che impediscano l’impiego di farmaci per via orale.