Conti correnti: allo sportello più cari dell’8,65%, del 2% quelli online. La nostra analisi
Tra il 2022 e il 2023 conti correnti più salati per pensionati e famiglie e giovani per l’operatività tradizionale, i conti online e innovativi invece, rimangono più vantaggiosi pur crescendo del 2,19%. Queste le conclusioni della nostra analisi dei costi nei principali istituti di credito per l'operatività dei conti correnti allo sportello e online. Ecco tutte le tabelle con i costi banca per banca, per capire se conviene cambiare e dove si può risparmiare.
- contributo tecnico di
- Anna Vizzari
- di
- Adelia Piva

La consueta rilevazione di Altroconsumo per L'Economia del Corriere della Sera registra tra febbraio 2022 e febberaio 2023 una crescita dell’ICC (indicatore del costo complessivo) dei conti sicuramente più evidente tra i conti tradizionali usati allo sportello e meno in quelli online ed innovativi.
Tra i conti tradizionali la crescita è in media per tutti i profili dell'8.65% in un anno. Perché? Soprattutto per la crescita dei costi fissi.
- Segnaliamo per Intesa san Paolo Conto Xme la crescita dell’ICC in un anno di ben 45 euro per la crescita del canone mensile e dei canoni delle carte. Rimane fermo a zero invece l’ICC per i giovani.
- Per CheBanca! la crescita del canone annuo da 24 euro a 48 euro.
- Deutsche Bank e Credit Agricole hanno aumentato spese fisse di liquidazione e canoni.
Ma anche alcune tipiche operazioni bancarie hanno visto crescere in un anno le loro commissioni; si tratta in questo caso di costi variabili che incidono sul costo annuo del conto corrente più o meno a seconda di quante se ne fanno in un anno.
Nel mercato bancario nell'ultimo anno ci sono stati cambiamenti anche tra gli operatori. Tra le banche innovative non troviamo più rispetto a febbraio N26 che da qualche mese si è vista bloccare la possibilità di aprire nuovi conti per questioni antiriciclaggio.
L’abbiamo sostituita con l’offerta online di BBVA. Inoltre, tra le banche tradizionali i prodotti di Creval non ci sono più, sostituiti da quelli di Credit Agricole.
E poi c’è il tema degli interessi che, come sappiamo, nel mercato sono cresciuti con le misure adottate dalla BCE a partire da luglio 2022. Ecco analizzando il nostro panel gli interessi riconosciuti sulle giacenze sono zero o prossimi allo zero, mentre crescrono gli interessi passivi applicati sul rosso di conto corrente che crescono in media del 4,15% passando da una media del 17,08% nel 2022 al 17,8% del 2023. Insomma, come sempre diciamo i tassi da pagare alla banca sono molto sensibili agli aumenti, cosa che invece non caratterizza i tassi attivi sulle giacenze di conto.
Sai quanto ti costa il conto corrente?
Quanto è costato il conto corrente quest’anno? È una domanda a cui pochi correntisti sarebbero in grado di rispondere. Eppure la banca ce lo comunica con il “Riepilogo annuale delle spese”, un documento che riporta movimenti, spese e condizioni del conto dell’anno appena concluso. Arriva tra gennaio e febbraio per posta o online (nell’apposita sezione dell’home banking). Nel Riepilogo trovate le spese sostenute nell’anno, differenziate per tipologie e numerosità: tra i costi fissi figurano il canone mensile del conto e quello annuale della carta di debito e della carta di credito, se chiesta alla stessa banca. Ci sono poi le spese di gestione dell’eventuale conto titoli e le spese di liquidazione interessi, che le banche applicano alla chiusura dell’anno per tirare le somme tra giacenze, interessi attivi, spese e interessi passivi. Infine, ci sono le spese di comunicazione, per estratti conto e comunicazioni di trasparenza, e il canone dell’home banking. A seconda del tipo di conto, queste voci di spesa possono anche essere tutte a zero.
Sono indicati anche i costi variabili che dipendono dalle operazioni del correntista: le commissioni per i bonifici, quelle applicate ai prelievi agli sportelli di altre banche e quelle per i pagamenti Cbill oppure pagoPA. Infine, ci sono le tasse: l’imposta di bollo di 34,20 euro l’anno: si paga quota parte per ogni estratto conto ricevuto (può essere mensile, trimestrale, semestrale o annuale), ma solo se nel periodo la giacenza media è stata superiore a 5mila euro. Inoltre, lo Stato guadagna anche grazie alla ritenuta fiscale sulle giacenze di conto (26%). Insomma, grazie al Riepilogo possiamo capire i costi del conto, ma anche come lo usiamo.
Ti spieghiamo come leggerlo per trarne le informazioni che ti servono a valutarne la convenienza del tuo conto soprattutto se è stato aperto da tanti anni.
Occhio alle commissioni
Tra i costi variabili da considerare per il correntista ci sono anche le commissioni per fare prelievi agli sportelli di altre banche e quelle per i pagamenti Cbill dei bollettini pagoPA. Questi ultimi sono costi difficili da spiegare. Infatti, pur essendo pagamenti digitali, quasi sempre le banche fanno pagare commissioni salate. Da un anno ormai è entrato in vigore pagoPA, il sistema unico di pagamento verso le pubbliche amministrazioni che dovrebbe semplificare i pagamenti di tributi, tasse, multe, utenze, rette, bolli e altri versamenti verso il Comune, lo Stato, le scuole... Molte banche usano un sistema di pagamento, Cbill, per permettere ai correntisti di pagare i bollettini pagoPA con l’home banking. Con costi salati, come rivela la nostra analisi su 28 banche tra le più diffuse: in media 1,56 euro a pagamento, ma si arriva anche a 2,85 euro con Banco Bpm.
Prelievo contanti da altre banche
Quando si preleva da uno sportello automatico (Atm) di una banca diversa dalla nostra si paga spesso una commissione, anche se alcuni istituti, molti online, consentono di fare prelievi gratis sempre o sopra una certa soglia (in genere 100 euro). Quando scegliamo un conto è una delle voci di costo che si valutano. Come funziona? Oggi, il servizio offerto da Bancomat si basa su una commissione interbancaria di 0,49 euro che la banca emittente della carta riconosce all’istituto proprietario dell’Atm. Il prelievo poi costa al correntista quando preleva su atm di banche diversa dalla sua 2,10 euro in media. Ma sul mercato tra le banche più piccole e quelle online ci sono operatori che non fanno pagare nulla ai loro correntisti. Anche in questo caso scegliendo bene si può risparmiare.
Cambiare conviene
L’indagine annuale di Banca d’Italia pubblicata a novembre 2022 e che si riferisce ai dati del 2021 ci dice che i conti aperti da più di 10 anni costano 113,60 euro l’anno, mentre i conti aperti nell’ultimo anno costano 64,90 euro (considerando anche quelli online). Dunque, i conti più vecchi costano il 75% in più di quelli nuovi. La fedeltà non paga. Vale la pena valutare quanto ci costa il nostro conto corrente e cercare sul mercato un conto più conveniente con il servizio online di Altroconsumo.