Tutto quello che devi sapere sui Buoni Postali Fruttiferi
Sono emessi dalla Cassa depositi e prestiti e permettono un investimento anche ai piccoli risparmiatori: chi li sottoscrive in pratica concede in prestito del denaro per un certo periodo in cambio di un rendimento. Ma come funzionano esattamente? Qual è l'importo minimo che si può sottoscrivere? Quando scadono? E quanto costa acquistarli? Tutte le risposte per saperne di più.
- articolo di
- Pia Miglio

Quest’anno i buoni postali compiono 100 anni: nati nel 1924 per permettere anche ai piccoli risparmiatori di investire, hanno conosciuto un successo immediato e duraturo nel tempo. Ne approfittiamo per capirne meglio cosa sono e le loro caratteristiche.
Di fatto sono prodotti finanziari d’investimento emessi dalla Cassa depositi e prestiti Spa – quest’ultima è una società per azioni a controllo pubblico, il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia e delle Finanze e azionisti di minoranza sono le fondazioni bancarie – e da essa garantiti. Chi li sottoscrive concede in prestito per un periodo predeterminato del denaro alla CDP in cambio di un rendimento.
Oggi sono sottoscrivibili dieci tipologie diverse di Buoni postali diversi. Per avere più dettagli, leggi l'analisi di Altroconsumo Investi su Buoni e Prodotti Postali.
Dove si sottoscrivono i buoni fruttiferi postali?
I buoni fruttiferi postali si possono sottoscrivere in forma cartacea – ricevendo direttamente il titolo - o dematerializzata – in questo caso, la titolarità del buono è rappresentata da una scrittura contabile registrata sul libretto postale o sul conto corrente Bancoposta- presso tutti gli sportelli postali italiani, oppure online, dal sito poste.it oppure dall’app. Questa ultima possibilità è riservata a chi è titolare di un libretto postale o un conto corrente Bancoposta. È anche possibile chiedere la dematerializzazione di un buono postale cartaceo da parte del titolare di un libretto postale o di un conto corrente postale che abbia la stessa intestazione del buono.
A chi si possono intestare?
Possono essere intestati sia a un maggiorenne – in questo caso i cointestatari possono essere al massimo quattro e tutti hanno pari facoltà di rimborso - sia a un minorenne nella versione dedicata ai minori. In quest’ultimo caso, il sottoscrittore deve essere maggiorenne, può essere un parente o meno, ma il buono deve essere intestato solo al bimbo o al ragazzo; per saperne di più leggi l'articolo di Altroconsumo Investi sui sui Buoni postali per minori. Infine, vale la pena ricordare che non è possibile cambiare intestazione di un buono postale già emesso.
Quanto costano i buoni postali?
Iniziamo col dire che la sottoscrizione, il mantenimento e il rimborso dei buoni postali non costano nulla. Ma qual è la cifra minima con cui posso comprare un buono postale? Il minimo è 50 euro, mentre non esiste una cifra massima complessiva che un privato può investire in buoni postali; c’è però un importo massimo giornaliero, 1.000.000 di euro. Importante ricordare che non si può aggiungere altro denaro a un buono già emesso, però è sempre possibile sottoscrivere un nuovo buono.
Come sono tassati?
Gli interessi sui buoni postali fruttiferi in emissione oggi sono tassati al 12,5%, godono di una tassazione agevolata rispetto ad altre forme di investimento, tassate al 26%. Sono soggetti anche a un’imposta di bollo, pari allo 0,2%, se il loro valore complessivo supera i 5.000 euro.
Vanno in dichiarazione dei redditi?
No, i buoni postali non vanno indicati nella dichiarazione dei redditi, ma rientrano nella dichiarazione Isee. Sempre a proposito di Isee, che cosa succede se viene a mancare uno dei cointestatari del buono? In questo caso, il buono postale rientra nell’asse ereditario della persona. Infine, se si ereditano dei buoni postali non vanno pagate le tasse per i buoni postali sono esenti da imposta di successione.
Quanto durano i buoni postali?
La durata massima dei buoni oggi in sottoscrizione è di 20 anni. Alla scadenza cessano di essere fruttiferi, cioè non maturano più interessi. A differenza dei BTp, di cui parliamo approfonditamente in questo altro articolo, i buoni postali non prevedono lo stacco di cedole durante la loro vita, ma capitalizzano gli interessi, che ti verranno restituiti al momento del rimborso. Sempre alla scadenza alla scadenza (o al momento del rimborso anticipato) i buoni postali ti restituiranno anche tutto il capitale investito.
Posso chiedere il rimborso prima della scadenza?
Sì, è possibile chiedere il rimborso del buono postale prima della scadenza, con una penalizzazione sugli interessi. Se il buono postale ha più cointestatari, è sufficiente che uno di questi vada in un ufficio postale ed esibisca i propri documenti per ottenere il rimborso del montante maturato fino a quel momento. La richiesta di rimborso può essere presentata sia presso uno qualsiasi degli sportelli dislocati sul territorio italiano, sia, per le tipologie che lo prevedono, attraverso app o sito. Il rimborso può essere fatto in contanti, o con vaglia circolare, accredito su Libretto di risparmio postale o su conto corrente Bancoposta.
Quando perdo il diritto al rimborso?
I titolari dei buoni fruttiferi perdono il diritto al rimborso del capitale e al pagamento degli interessi trascorsi dieci anni dalla data di scadenza del buono, che non può più essere riscosso. Questo problema riguarda i titolari di buoni postali cartacei: i buoni fruttiferi postali dematerializzati a scadenza vengono rimborsati automaticamente sul Libretto o sul conto corrente Bancoposta di regolamento.
È possibile recuperare un buono perso?
Sì, se il buono è stato perso, è necessario presentarsi con gli estremi in un ufficio postale e chiedere la duplicazione del titolo, oppure richiedere, sempre nell’ufficio postale, la ricerca titoli. Se il buono è stato rubato, invece, va presentata la denuncia di furto.