Come sono cambiati i prezzi dal 2001? L'analisi di Altroconsumo in 20 anni di euro
Negli ultimi 20 anni sono cambiate tante cose: oltre all'arrivo dell'euro, abbiamo anche assistito a variazioni importanti dei prezzi al consumo. Dalla contrazione dei prezzi dei microonde e dei biglietti del cinema all'impennata dei prezzi dell'energia. Se prendere un caffè al bar costa oggi 2,5 volte in più rispetto al 2001, è anche vero che la spesa al supermercato costa meno di allora. Siamo andati a confrontare i prezzi di prodotti e servizi di 20 anni fa con quelli di oggi per capire che impatto hanno avuto sulle nostre tasche.

Come confermano i recenti dati Istat, il tasso di inflazione è nuovamente in crescita. Oltre ad avere un impatto diretto sulle nostre tasche (ricordiamo che l'inflazione riduce il valore della moneta nel tempo, quindi il nostro potere d'acquisto), questo comporta conseguenze anche sui tassi dei mutui. Ma a fronte del tasso di inflazione, quanto sono saliti i prezzi al consumo? Per capire quale portata hanno avuto queste variazioni sulle spese delle famiglie italiane abbiamo fatto qualche conto. Abbiamo analizzato l'evoluzione dei prezzi di beni durevoli (come hi-tech ed elettrodomestici), alimentari, trasporti e benzina, servizi e tempo libero dal 2001 a oggi.
Dal 2001 i prezzi sono saliti del 33,4%
In questi ultimi 20 anni i prezzi sono cresciuti complessivamente del 33,4%, a fronte di un tasso di inflazione annuo che - stando agli ultimi dati Istat - si attesta al 3,8%. Una crescita che è stata decisamente meno marcata negli ultimi anni, considerando che tra il 2019 e il 2020 abbiamo assistito a una contrazione dei prezzi dello 0,1% e se consideriamo il biennio 2019-2021 la crescita di attesta allo 0,27%.
20 anni di prezzi: l'analisi di Altroconsumo
Dall'impennata dei prezzi di frigoriferi e smartphone, alla contrazione di quelli di microonde e passate di pomodoro. Dai rincari record sui prezzi del caffè al bar a quelli dell'energia elettrica. Ecco nel dettaglio come sono cambiati i prezzi dal 2001 al 2021: l'inchiesta di Altroconsumo.
La prima categoria presa in considerazione è quella dei beni durevoli: parliamo di elettrodomestici di uso quotidiano, come frigoriferi, lavatrici e forni a microonde, ma anche di televisori, stampanti e di dispositivi hi-tech come notebook, smartphone e tablet. Ecco come sono cambiati i prezzi di questi prodotti negli ultimi 20 anni.

Prezzi: salgono gli smartphone, in calo i notebook
Negli ultimi 20 anni il prezzo medio dei telefoni cellulari è salito del 40,91%: la principale motivazione dietro questa crescita è da ricercare nell'arrivo degli smartphone. Un fattore importante da considerare è che nel 2001 non esistevano ancora i modelli evoluti, ma i cellulari sul mercato fornivano agli utenti le funzioni base come le chiamate e l'invio di sms. Rimanendo in ambito hi-tech, spicca invece il calo del 48,06% del prezzo medio dei notebook. Anche qui è determinante il fattore temporale: nel 2001, infatti, i computer portatili erano considerati un prodotto di nicchia, destinato prevalentemente a un uso professionale. Oggi l'offerta si è notevolmente ampliata e copre esigenze molto diverse tra loro.
Calano i prezzi di lavatrici e forni a microonde
Guardando l'andamento dei prezzi degli elettrodomestici negli ultimi 20 anni emerge la diminuzione del 30,7% di quelli delle lavatrici. A cosa è dovuto questo calo? A nostro avviso all'arrivo sul mercato dei prodotti dei grandi player internazionali. La loro politica di vendita è stata inizialmente piuttosto aggressiva, con la proposta di modelli a basso prezzo, mentre poi si sono in un secondo tempo collocati nella fascia media o premium. La maggior presenza di produttori internazionali consente anche di mantenere prezzi bassi, grazie alle economie di scala. L'ottimizzazione dei costi di produzione è anche tra le cause del dimezzamento dei prezzi dei forni a microonde che si sono ridotti del -51,3% negli ultimi 20 anni. Parliamo di un prodotto considerato ormai "maturo" e che, con l'abbassamento dei prezzi, ha avuto una diffusione capillare tra le famiglie italiane.
Frigoriferi a +64%, al passo con le esigenze degli italiani
In 20 anni è salito di oltre il 64% il prezzo dei frigoriferi. Parliamo di elettrodomestici che nel tempo sono cambiati profondamente, seguendo anche i mutati bisogni degli italiani. I modelli attuali sono molto più capienti rispetto a prima e si è passati dai modelli a doppia porta (quelli con il freezer in alto) da 160 cm ai frigoriferi combinati (quelli con il freezer in basso) da 200 cm. Anche le abitudini degli italiani hanno inciso in questo cambio di esigenze: si fa la spesa meno spesso e si tende a conservare più cibo in frigo o in freezer rispetto al passato. Teniamo conto, infine, che con la diffusione delle cucine a vista, è un elettrodomestico che è diventato un elemento di arredo: dal 2001 i frigoriferi bianchi hanno lasciato spazio ai modelli inox e colorati.
Che i prezzi dei carburanti continuino a salire non è certo una novità. Ma quanto sono cresciuti negli ultimi 20 anni? Abbiamo fatto alcune analisi, considerando i dati diffusi sulla piattaforma del ministero della Transizione ecologica. Il prezzo medio rilevato a novembre 2001 parla di 1 euro al litro per la benzina e di 0,86 euro al litro per il gasolio. In 20 anni (rilevazione di novembre 2021) il prezzo è cresciuto fino a quasi raddoppiare, toccando 1,75 euro/litro per la benzina e 1,61 euro al litro per il gasolio.
Trasporti: rispetto al 2021 spendiamo fino al 158% in più
Anche il trasporto pubblico locale negli ultimi 20 anni ha registrato rincari significativi. Abbiamo analizzato i prezzi dei biglietti delle aziende di trasporto pubblico locale a Bologna, Genova, Milano, Roma e Torino. Nel 2001 il biglietto poteva essere ancora acquistato in lire e costava dappertutto 1.500 lire (0,77 euro). E oggi? Nelle città prese in considerazione un biglietto costa 1,50 euro, a eccezione di Milano, dove si spendono 2 euro. In 20 anni la crescita dei prezzi, dati alla mano, è stata del 94% in tutte le città, del 158% a Milano.
I prezzi non hanno subito variazioni dal 2019
Ipotizzando di acquistare 10 biglietti al mese, quindi 120 in un anno, abbiamo cercato di capire quale impatto ha sulla spesa annuale di una famiglia. Nel 2001 avremmo speso complessivamente 92,40 euro, oggi invece 210 (costo medio: 1,75 euro a biglietto): una crescita che si assesta al +126%. Un dato positivo, però c'è: i prezzi non hanno subito alcuna variazione negli ultimi due anni, rimanendo sostanzialmente stabili dal 2019.
Se c'è un settore in cui gli aumenti di prezzo negli ultimi 20 anni sono stati contenuti, è l'alimentare. Dal 2001 i prezzi dei prodotti alimentari hanno corso meno dell'inflazione e a volte sono addirittura diminuiti. La stabilità dei prezzi dei prodotti che acquistiamo frequentemente è ormai data per scontata, per questo motivo le notizie di futuri aumenti possibili colpiscono tanto.

Su varie tipologie di prodotti gli aumenti ci sono stati, ma talmente contenuti che non hanno tenuto il passo con l'inflazione. In questi ultimi 20 anni, infatti, se l'inflazione media si è attestata all'1,6%, il prezzo dei prodotti alimentari presi in considerazione e riportati nel grafico ha registrato un tasso medio di crescita dell'1% circa.
L'eccezione tra gli alimentari è il pane
Nonostante nel nostro immaginario rimanga alla base della nostra alimentazione, in realtà non è più così. In Italia mangiamo sempre meno pane e quindi la sua presenza non incide più in maniera significativa nel bilancio familiare. Consideriamo inoltre che si tratta di un prodotto che è rimasto fuori dalle dinamiche di prezzo e di produzione legate alla distribuzione moderna. Un ultimo fattore da considerare riguarda la quota di prodotto artigianale, ancora importante quando si parla di pane: in questo contesto i prezzi seguono logiche molto diverse rispetto a quelle della grande distribuzione.
Al fast food: cosa è cambiato in 20 anni
Anche il più famoso fast food al mondo ha subito variazioni, seppur contenute, nel corso degli ultimi 20 anni. Ipotizzando di acquistare nel corso dell'anno 48 panini Big Mac in uno dei punti vendita Mc Donald's spenderemmo 16 euro in più rispetto al 2001. Il panino è infatti passato da un prezzo di 4,20 euro del 2001 ai 4,53 euro del 2021, anche se il suo costo è diminuito del 7,5% rispetto al 2019 quando ne costava 4,90 euro.
Non solo beni, ma anche servizi. Abbiamo analizzato le principali voci di spesa di una famiglia italiana per capire come sono cambiate dal 2001.
Conti correnti al di sotto della crescita complessiva dei prezzi
Per analizzare i costi dei conti correnti abbiamo analizzato il profilo di una famiglia con operatività media (228 operazioni in un anno) con accredito stipendio, bonifici, prelievi ATM da altre banche e carte di debito. Dal 2021 il costo del conto corrente si è mantenuto ben al di sotto della crescita complessiva dei prezzi. Il costo medio annuo è passato dai 95,36 euro del 2001 ai 110 euro nel 2021, con una crescita del 15,35%. L'aumento della concorrenza nel settore, favorita anche da nuove norme in fatto di trasparenza e da una maggiore mobilità dei clienti, hanno avuto un effetto positivo anche sui prezzi.
In 20 anni l'energia elettrica è cresciuta del 360%
Il caso del segmento energia elettrica è particolare. al netto delle variazioni in corso, che a partire dal mese di maggio 2021 hanno portato il prezzo della materia prima a una crescita esponenziale, la variazione rispetto a 20 anni fa è dovuta a diversi cambiamenti nei metodi di calcolo, nei parametri utilizzati come riferimento, nelle variazioni della struttura tariffaria. Il prezzo per kWh per una famiglia residente (e contatore da 3 kW) è passato da 0,0945 euro del 2001 a 0,34 euro del 2021: una crescita del 360%. Le variazioni osservate nei mercati all’ingrosso degli idrocarburi, sia petrolio, sia gas naturale (quest’ultimo vero punto di riferimento per comprendere le dinamiche del prezzo dell’energia elettrica in Italia negli ultimi anni) spiegano, quindi, solo in parte la grandissima crescita evidenziata. Un esempio di questo tipo è rappresentato dalla presenza della voce Oneri di sistema. Si tratta di una componente regolata (quindi applicata a tutti nello stesso modo) che nel tempo ha incorporato in sé i corrispettivi inclusi nella bolletta elettrica per il finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili. Si tratta di una voce, indipendente dal mercato, che in situazioni di ordinarietà pesa sino al 25% della bolletta elettrica. Quindi è una variazione significativa del quadro di riferimento, che rende difficile una comparazione tra periodi così distanti.
L'ultima voce presa in analisi nella nostra inchiesta è quella del tempo libero.
Caffè e pizza, spendiamo fino al 124% in più rispetto al 2001
Bere un caffè al bar ora costa 2,5 volte tanto rispetto al 2001: è questa una delle voci in cui abbiamo registrato le voci di crescita più importanti. Siamo passati da un costo medio di 0,46 euro per una tazzina nel 2001 a 1,04 euro nel 2020, una crescita del 124%. E se volessimo andare in pizzeria? Anche qui, il prezzo di una pizza e una bibita ha registrato una variazione importante: +75,7%. Se nel 2001 spendevamo in media 5,50 euro, nel 2020 siamo passati a un prezzo medio di 9,66 euro.
Meno spettatori, meno marcata la crescita del cinema
Diversa invece la dinamica del biglietto del cinema. Da anni gli spettatori diminuiscono e questo ha portato a prezzi che crescono molto meno della crescita complessiva dei prezzi nel ventennio analizzato. Per vedere un film in sala nel 2001 spendevamo in media 5,36 euro, nel 2020, invece, il costo è salito fino a 6,25 euro, registrando una variazione del +16,67%. Ipotizzando di acquistare 4 ingressi al cinema al mese, una famiglia spenderebbe 300 euro l'anno contro i 257 del 2001.