Come aprire una partita Iva in regime forfettario
Oggi, per poter lavorare, molti sono costretti ad aprire una partita Iva. Ma per alcuni di loro c'è la possibilità di pagare meno tasse. Si chiama "regime forfettario" e prevede un'aliquota agevolata al 5% per i primi cinque anni. Ecco come si apre una partita Iva in regime forfettario, chi può farlo e quanto costa.

Come spesso accade durante i periodi di crisi economica sono in forte aumento le aperture di partita Iva in Italia, sia perché le aziende lo richiedono per avviare collaborazioni, sia perché a volte si è costretti a reinventarsi a causa della perdita del lavoro oppure perché è finalmente venuto il momento di provare a far qualcosa di proprio.
Se stai pensando di aprire la partita Iva, quasi certamente il regime Forfettario è quello che fa per te, infatti ti permette di risparmiare notevolmente sulle imposte da pagare ed è molto semplice da gestire, non necessita infatti di molta burocrazia.
I vantaggi del regime forfettario
Il primo vantaggio è che sei escluso dall’applicazione dell’IVA, quindi non hai tutte le incombenze legate all’Iva in termini di dichiarazioni e versamenti, ovviamente non potrai detrarre l’Iva che paghi sugli acquisti che fai, ma spesso il gioco vale la candela.
Al posto dell’Irpef paghi un’imposta sostitutiva del 15% (per le nuove attività è del 5% per 5 anni). In pratica, al posto di Irpef, addizionali e IRAP paghi un’imposta sostitutiva sul reddito che produci. Inoltre, il reddito tassato viene calcolato in base ai ricavi percepiti nell’anno che vengono moltiplicati per un coefficiente specifico per il tipo di attività svolta, in questo modo vengono considerate le spese da dedurre dal reddito in modo forfettario, non considerando quelle reali. Questo implica che non servano documenti particolari o la registrazione e la tenuta delle scritture contabili.
Rimane ovviamente la possibilità di dedurre i contributi previdenziali versati in corso d’anno.
Inoltre, aderendo a questo regime non sei sottoposto agli ISA (indici sintetici di affidabilità fiscale) e, se decidi di utilizzare la fatturazione elettronica, accorci di un anno le scadenze per l’accertamento del Fisco (quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione). In termini di fatturazione, c’è in ogni caso l’obbligo di conservare numerare le fatture d’acquisto e certificare i corrispettivi, cioè le vendite.
Le nuove attività
Per chi intraprende una nuova attività, c’è un’ulteriore agevolazione, infatti l’imposta sostitutiva è solo del 5%, applicata con le stesse modalità appena viste per i primi 5 anni di attività. Per poter ottenere questo ulteriore sgravio fiscale, occorrono tre condizioni:
- non devi aver esercitato nei tre anni recedenti l’inizio dell’attività un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare;
- la nuova attività non deve essere in alcun modo una mera prosecuzione dell’attività svolta in precedenza, sia che fosse autonoma o che fosse come lavoratore dipendente (non si considerano i periodi di pratica professionalizzanti);
- se hai rilevato l’attività svolta in precedenza da qualcun altro, i suoi ricavi e compensi dell’anno precedente non devono superare i 65.000 euro.
Gli svantaggi del regime forfettario
Come sempre esiste un rovescio della medaglia infatti, in alcuni casi il regime forfettario potrebbe non esser la scelta migliore. Questo avviene in tutti quei casi in cui le spese sostenute sono ingenti, ad esempio in caso di affitto dei locali in cui si svolge l’attività oppure in caso di diritto a detrazioni/deduzioni d’imposta che vengono altrimenti perse con l’applicazione dell’imposta sostitutiva (spese mediche, assegno all’ex coniuge, contributi previdenziali volontari, spese di ristrutturazione e o riqualificazione energetica…).
L’analisi della propria situazione personale è fondamentale per capire se sia meglio il regime ordinario a contabilità semplificata o quello forfettario.
Requisiti e limiti del regime forfettario
Il regime forfettario è destinato alle persone fisiche che esercitano un’attività d’impresa, arte o professione e alle imprese familiari.
Il possesso dei requisiti per chi è già in attività viene verificato per ogni soggetto, in base alla situazione dell’anno precedente a quello in cui chiede di aderire al questo regime agevolato. Le nuove aperture di partita Iva vengono valutate su dati presunti dell’anno in corso.
Per accedere o rimanere nel regime forfettario i ricavi o i compensi non devono superare i 65.000 euro annui, indipendentemente dal tipo di attività svolta. Questo limite vale anche per chi svolge più attività e possiede più codici ATECO (Attività ECOnomica), cioè il codice che viene assegnato dalla Camera di Commercio al momento dell’apertura dell’attività per definire a quale categoria di attività lavorativa si appartiene.
Per poter utilizzare il Regime forfettario le spese sostenute per lavoro accessorio, lavoratori dipendenti o collaboratori, le somme corrisposte per le prestazioni di lavoro fatte dall’imprenditore o dai familiari e gli utili erogati agli associati in partecipazione devono essere inferiori ai 20.000 euro lordi annui.
Chi è escluso
Purtroppo, esistono dei casi in cui non è possibile accedere a questo regime agevolato si tratta di chi:
- svolge attività di vendita di fabbricati;
- risiede all’estero;
- è contemporaneamente socio di società di persone, associazioni professionali o imprese familiari, controlla SrL o associazioni in partecipazione, partecipa ad associazioni in partecipazione;
- è anche lavoratore dipendente oppure ha percepito nell’ano precedente alla scelta del regime forfettario redditi da lavoro dipendente o assimilati superiori a 30.000 euro (questo vincolo non ha effetto per rapporti di lavoro cessati entro il 31 dicembre dell’anno precedente);
- svolge attività d’impresa per almeno il 50% nei confronti anche di uno dei datori di lavoro avuti nei due anni precedenti l’apertura dell’attività (a verso soggetti a questi riconducibili);
- si avvale di regimi speciali ai fini IVA (regime del margine, regime dell’editoria…)