Speciali

Latte artificiale: attenzione alla pubblicità occulta

Fare pubblicità diretta al latte artificiale è vietato. Per questo le aziende cercano altri canali per promuovere il loro prodotto. La marca viene “consigliata” ancora a troppi genitori: lo dice la nostra inchiesta.

articolo di:
26 aprile 2023
latte in polvere

Ormai lo sappiamo tutti: l’allattamento al seno per i primi sei mesi di vita (ma anche oltre se lo si desidera) è una pratica raccomandata a livello internazionale per la salute e il benessere dei bambini. Ed è proprio per proteggere l’allattamento naturale da scelte inappropriate che, nel 1981, gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno sottoscritto un codice sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, per regolamentare la pubblicità e la promozione da parte delle industrie dei loro prodotti. Questo codice non vieta la vendita e l’uso del latte artificiale, né critica chi per diverse ragioni lo utilizza, ma regola le relazioni tra le aziende produttrici e i consumatori, e soprattutto tra queste e gli operatori sanitari (medici e personale ospedaliero). L’intento è evitare che informazioni scorrette o legami commerciali non trasparenti possano indurre i genitori a scegliere il latte artificiale spinti da valutazioni non verificate o veritiere. Sebbene da allora si siano fatti notevoli passi avanti per la promozione dell’allattamento al seno, le non hanno smesso di mettere al centro i loro interessi, trovando modi diversi per continuare a sponsorizzare i loro prodotti, anche se in maniera indiretta.

infografica proposta scelta latte artificiale

Oms e Lancet denunciano

Questo tema è tornato prepotentemente all’attenzione dopo la recente pubblicazione di due report dell’Oms e di un dossier della rivista scientifica Lancet che, dati alla mano, denunciano la forte influenza delle aziende sulla scelta dell’allattamento e il mancato rispetto del codice sottoscritto a tutela dell’allattamento naturale.

Se uno dei report dell’Oms punta il dito sul marketing digitale, rivelando che in alcuni Paesi oltre l’80% dell’esposizione alla pubblicità dei sostituti del latte materno è online e che sempre di più le aziende si affidano a influencer e community sul web per promuovere i loro prodotti (la ricerca ha analizzato quattro milioni di post sui social media sull’alimentazione infantile pubblicati tra gennaio e giugno 2021), gli altri studi analizzano il marketing del latte in formula più in generale. E confermano il fatto che, per alimentare un mercato globale da 55 miliardi di dollari l’anno, le strategie sono pervasive e poco rispettose delle regole. Le aziende, dicono gli esperti, fanno leva sulle ansie e le aspirazioni dei genitori per convincerli che i loro prodotti possono risolvere i comuni problemi dei bambini.

Anche durante la pandemia, si legge tra le pagine del report, alcuni produttori hanno cavalcato la paura del contagio per seminare dubbi e aumentare le vendite del latte artificiale. Una strategia tipica, poi, è quella di utilizzare messaggi salutistici, facendo credere a chi compra questi prodotti che possano essere migliori addirittura del latte materno. Basta guardare le etichette che spesso ammiccano alla scientificità e all’innovazione del prodotto, soprattutto quando vengono aggiunti ingredienti che hanno fama di far bene.

infografica come preparare il biberon in modo sicuro

Infine, gli studi svelano il conflitto di interessi tra aziende e operatori sanitari: le ditte, si legge nelle conclusioni, mirano in maniera sistematica a raggiungere i professionisti che si occupano di bambini e maternità, le cui raccomandazioni sono rilevanti per i genitori, affinché promuovano i latti formulati. Finanziamenti, incentivi e attività di formazione sono utilizzati, direttamente o indirettamente, per costruire relazioni con i professionisti e influenzarli nelle decisioni e nei consigli che ne derivano. Servono, quindi, contromisure proporzionate da parte dei governi e delle associazioni di categoria per far cessare il marketing non etico e supportare i genitori nelle loro scelte sull’alimentazione dei figli.

infografica prezzi latti artificiali

Più voce alla scienza

Ogni mamma produce un latte su misura, perfetto per il proprio bambino: non esiste, quindi, una formula artificiale paragonabile per qualità e benefici al latte materno e proprio da questa constatazione nascono i numerosi sforzi per la difesa e la promozione dell’allattamento. Tuttavia è doveroso ricordare che il latte artificiale rappresenta l’alternativa più adeguata e sicura quando non è possibile allattare. Ma quale? In linea teorica non esiste un latte in formula migliore di un altro: la “ricetta” deve rispettare in tutti i casi il Regolamento Ue 127 che definisce le caratteristiche di composizione delle formule per lattanti e delle formule di proseguimento. Non basta: per rispondere più nel dettaglio a questa domanda, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato un’opinione sulla composizione di questi prodotti secondo cui la formula di base attualmente utilizzata dalle industrie (rispettosa delle indicazioni di legge) è sufficiente a garantire le sostanze necessarie per la crescita sana di neonati e lattanti. L’aggiunta di altri ingredienti per differenziare i prodotti, come ad esempio i molto pubblicizzati probiotici o simbiotici, ma anche specifici acidi grassi o minerali, dice Efsa, non forniscono ulteriori benefici dimostrabili.

scarica il pdf dell'inchiesta completa