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Bagaglio smarrito: la Cassazione semplifica il risarcimento per i passeggeri

Con l’ordinanza del 30 ottobre 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che chi perde il bagaglio durante un volo ha diritto a un risarcimento anche senza dover dimostrare nel dettaglio cosa conteneva la valigia. Ecco cosa cambia per i viaggiatori.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
07 novembre 2025
Nastro trasportatore bagagli in aeroporto

Chi perde la valigia durante un volo potrà ottenere un risarcimento anche senza dover dimostrare nel dettaglio cosa c’era dentro. Con l’ordinanza 28672 pubblicata il 30 ottobre 2025, la terza sezione civile della Corte di Cassazione ha stabilito che in caso di smarrimento del bagaglio aereo, il passeggero ha diritto a un indennizzo anche se non dispone di prove documentate, come scontrini o elenchi precisi del contenuto.

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Una svolta per i diritti dei passeggeri

Fino a oggi, chi si vedeva smarrire il bagaglio doveva fornire prove puntuali del danno subito, ad esempio ricevute d’acquisto dei beni contenuti nella valigia. Ora, invece, la Suprema Corte introduce un principio di maggiore tutela: la compagnia aerea (o, in caso di contenzioso, il giudice) deve liquidare un importo forfettario, calcolato “equitativamente”, cioè in base a una valutazione di buon senso.

In pratica, il risarcimento dovrà tenere conto di ciò che normalmente un passeggero porta con sé in viaggio – abbigliamento, biancheria, accessori e altri effetti personali – e della durata del soggiorno. Una valigia per un weekend, quindi, è presumibile che abbia un valore stimato inferiore rispetto a quella per una vacanza di due settimane.

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Cosa cambia in concreto

La procedura per chiedere il risarcimento resta la stessa (qui la nostra guida su cosa fare e come ottenere il risarcimento in caso di bagaglio smarrito): il passeggero deve denunciare la perdita del bagaglio e compilare il modulo Pir (Property irregularity report) direttamente in aeroporto, poi inoltrare la richiesta di rimborso alla compagnia aerea. La differenza è che, una volta accertata la responsabilità della compagnia per lo smarrimento, non sarà più necessario dimostrare nel dettaglio il contenuto della valigia per ottenere l’indennizzo.

L’importo massimo resta fissato in base alla Convenzione di Montreal: fino a 1.780 euro per ciascun bagaglio registrato (per i voli operati da compagnie comunitarie o aderenti alla Convenzione) oppure fino a 20 euro per chilo di bagaglio per le compagnie che non aderiscono alla Convenzione.

L’ordinanza della Cassazione, insomma, rappresenta un passo avanti importante per i diritti dei passeggeri, ma le regole pratiche non cambiano: è sempre fondamentale agire subito, segnalare la perdita al banco della compagnia e seguire la procedura corretta per ottenere il rimborso.

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Quanto si può ottenere

L’indennizzo sarà valutato caso per caso, in base al tipo di viaggio e alla durata. Chi trasporta in valigia oggetti di particolare valore – come vestiti firmati, gioielli o dispositivi elettronici – può comunque ottenere un rimborso maggiore, purché sia in grado di documentarlo. Per questo, resta consigliabile fotografare il contenuto del bagaglio prima della partenza, così da avere una prova utile da allegare alla richiesta di risarcimento.

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Le spese di prima necessità restano rimborsabili

Un discorso a parte riguarda le spese sostenute dopo lo smarrimento per acquistare beni di prima necessità: indumenti di ricambio, biancheria, articoli per l’igiene personale. In questi casi, è ancora indispensabile conservare gli scontrini e le ricevute: solo così sarà possibile ottenere il rimborso di quanto speso durante l’attesa del bagaglio.

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