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Glitter (e non solo) vietati in Europa: in vigore la norma per limitare le microplastiche. Facciamo chiarezza

Stop ai prodotti contenenti microplastiche, come i glitter. Il giro di vite è arrivato come azione del piano "inquinamento zero", che ha come obiettivo anche quello di ridurre del 30% queste sostanze entro il 2030. Il divieto, però, non è immediato ed effettivo per tutte le categorie di prodotti. Oltre ai cosmetici, nel mirino Ue sono finiti anche i materiali usati nei campi da calcio sintetici, i fertilizzanti e i prodotti per la profumazione dell'aria, responsabili della dispersione di microplastiche nell'ambiente.

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03 novembre 2023
Confezioni trucchi con glitter

L'Unione europea procede spedita verso una dimensione più green e sempre più attenta all'ambiente. Dopo la messa al bando della plastica monouso introdotta dalla direttiva SUP (Single use plastic) e la stretta sui rifiuti da imballaggio, dal 17 ottobre è entrato in vigore il regolamento sul divieto di vendita di prodotti in cui siano state aggiunte microplastiche. Ma il divieto alla vendita non è effettivo per tutti i prodotti: la commissione ha infatti concesso ad alcune categorie di prodotti un periodo transitorio più o meno lungo. La misura è stata adottata a seguito dell'emanazione di un nuovo regolamento Ue del 25 settembre 2023 e si inserisce nell'ambito più ampio del cosiddetto Reach, il regolamento europeo che si occupa della registrazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche all'interno dell'Unione europea.

Microplastiche, un problema per ambiente e salute

Le microplastiche sono definite dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche come "inquinanti antropogenici emergenti" e sono sotto osservazione da tempo. Destano preoccupazione per il loro impatto generale sull’ambiente e, potenzialmente, sulla salute umana. Alcune recenti inchieste di Altroconsumo le hanno rilevate nell'acqua potabile delle fontanelle delle città e in alimenti come cozze, gamberi e sale da tavola. Ulteriori analisi hanno riconosciuto un impatto considerevole anche ai lavaggi in lavatrice dei tessuti tecnici che possono produrre fino a 700mila microplastiche ogni sei chili di bucato: problema che può essere attenuato grazie agli appositi filtri per microplastiche per lavatrici.

Ridurre del 30% le microplastiche entro il 2030

La nuova normativa mira a ridurre del 30% le microplastiche entro il 2030limitando così la dispersione nell'ambiente delle particelle sintetiche di polimero di dimensioni inferiori a 5 mm. Tecnicamente anche i glitter rientrano tra queste: parliamo di minuscoli frammenti di polimeri naturali chimicamente modificati o sintetici, un mix di frammenti di alluminio e plastica. Sono sostanze che non si disciolgono in acqua, si degradano lentamente e sono facilmente ingeribili da organismi viventi, arrivando così alle acque potabili e negli alimenti.

Cosmetici e glitter: facciamo chiarezza

Per quanto riguarda i cosmetici, solo la vendita di prodotti contenenti microsfere (ovvero particelle solide in plastica insolubili con finalità esfolianti o detergenti) è vietata a partire dal 17 ottobre 2023, ma su questo ci sono due aspetti importanti da considerare. In primo luogo quasi la totalità dei produttori ha già volontariamente cessato l’impiego di questi ingredienti, in secondo luogo per quei pochi prodotti ancora in circolazione che contengono queste particelle esfolianti non c’è nessuno ritiro dal mercato, perché possono essere vendute fino ad esaurimento scorte.

E i glitter? Anche la vendita dei glitter (ma solo quelli in plastica e non biodegradabili) è vietata dal 17 ottobre 2023 ma questa tempistica immediata vale solo per quei prodotti e usi per i quali la normativa non ha previsto periodi di transizione (ad esempio prodotti tessili, giocattoli, kit per lavori artistici, decorazioni natalizie). I cosmetici, invece, appartengono ad una categoria di prodotti per cui la normativa ha previsto un periodo di transizione: quindi se i glitter (così come altri ingredienti che rilasciano microplastiche) rientrano in un utilizzo di tipo “cosmetico” valgono le tempistiche previste dalla legge, che, come possiamo vedere, danno in realtà molto agio all’industria per adeguare le proprie formulazioni, eliminando così non solo glitter di plastica ma anche e soprattutto altre microplastiche:

  • ottobre 2027 per i cosmetici a risciacquo;
  • ottobre 2029 per i prodotti non a risciacquo (ad es. creme, deodoranti ecc.);
  • 2035 per smalti e make-up.

Per quali prodotti scatta il divieto immediato

A essere impattati dal divieto immediato introdotto in tutta l'Unione europea sono diversi prodotti che - a causa della loro capacità di disperdere le microplastiche - hanno un impatto considerevole sull'ambiente.

  • In ambito cosmetico, come abbiamo già detto, sono inclusi solo i prodotti con microsfere esfolianti e detergenti. Per questa tipologia di prodotti non è prevista una fase transitoria: l'industria avrebbe infatti già dovuto volontariamente ridurne l'utilizzo entro il 2020. Cosa che sembra essere avvenuta.
  • I glitter non per uso cosmetico, solo in plastica e non biodegradabili (sono esclusi quindi i glitter in vetro o metallo) e che non rimangono “attaccati” a un qualcosa di solido (ad es. colla, vernici, inchiostro, altri oggetti solidi) e che quindi possono staccarsi durante l’utilizzo dell’oggetto (ad esempio decorazioni natalizie o travestimenti).

Ad ogni modo è bene chiarire che per tutti i prodotti per cui entra in vigore immediatamente il divieto, non è previsto il ritiro dal mercato se la loro immissione è avvenuta prima del 17 ottobre: quindi possono continuare ad essere venduti fino ad esaurimento scorte.

Per altri prodotti i tempi sono più lunghi

Per altri prodotti, invece, il divieto è previsto negli anni a venire:

  • Come abbiamo già detto, per tutti i prodotti cosmetici (compresi quelli con glitter in plastica) è previsto un periodo di transitorio dai 4 ai 12 anni a seconda della tipologia.
  • Microplastiche vietate anche in prodotti come cere, lucidanti e prodotti per la profumazione dell'aria, ma in questo caso sono invece previsti periodi transitori da 5 a 8 anni per permettere all'industria di riformulare i propri prodotti alla luce delle nuove indicazioni.
  • Introdotte restrizioni specifiche anche per i materiali granulari utilizzati sulle superfici sportive sintetiche, con un periodo transitorio da 3 a 6 anni.
  • Infine le nuove norme impongono uno stop anche alle microplastiche in fertilizzanti a rilascio controllato e nei prodotti fitosanitari, con fasi transitorie rispettivamente di 5 e 8 anni per concedere all'industria il tempo sufficiente per riformulare i prodotti interessati e ottenere una nuova autorizzazione alla vendita.