Cosa hai fatto per rendere la tua casa più green? L'inchiesta di Altroconsumo
Gli italiani conoscono poco i propri consumi energetici e meno della metà ha fatto interventi per migliorare l’isolamento termico di casa. Lo rivela l’indagine di Altroconsumo che ha coinvolto quasi 1.200 cittadini. Costi e burocrazia i principali ostacoli agli interventi utili per ridurre i consumi, ma anche poca conoscenza della transizione energetica voluta dall’Unione europea. Eppure la svolta green ci tocca da vicino, perché progressivamente saremo tutti chiamati a rendere le nostre abitazioni più efficienti.

Cosa hai fatto per rendere la tua casa più green, insomma per ridurre i consumi energetici della tua abitazione? In sintesi è stata questa la domanda che abbiamo posto agli intervistati di questa indagine: ti sei preparato alla sfida della transizione energetica, rendendo la tua abitazione più efficiente, quindi riducendo i consumi? La risposta sostanzialmente è no. Il motivo? Gli ostacoli sono molti, come rivelano le risposte degli intervistati che hanno raccontato cosa pensano della svolta green e quanto ne sono consapevoli.
L’inchiesta è stata realizzata coinvolgendo 1.166 cittadini distribuiti su tutto il territorio nazionale, allo scopo di capire il grado di conoscenza della transizione energetica voluta dall’Unione europea ovvero il passaggio graduale a fonti energetiche rinnovabili, abbandonando quelle fossili: un obiettivo ancora ben lontano dal realizzarsi. Non si tratta, però, di proclami lontani che non ci riguardano: la svolta green ci tocca da vicino, perché progressivamente saremo tutti chiamati a rendere le nostre abitazioni più efficienti. Ecco cosa prevede la direttiva e come potrebbe impattare sulle case degli italiani.
Abitazioni vecchie, poco efficienti, che sprecano energia
La casa è il fulcro e in un certo senso il punto debole di tutta la questione, in particolare in un paese come il nostro in cui il patrimonio architettonico è storicamente datato. Lo raccontano i numeri di questa indagine: il 33% del campione vive in un edificio costruito prima degli anni ’70; il 50% in una casa edificata tra gli anni ’70 e gli anni ’90; solo il 17% in una costruita a partire dal 2000. Insomma, in Italia una persona su tre vive in abitazioni che hanno più di 50 anni. In genere chi ha difficoltà economiche vive in case ancora più datate della media. Le case vecchie sono poco efficienti sotto il profilo energetico e comportano consumi e spese di gestione più alte. Ci sono però molti accorgimenti per contenere i consumi domestici.
Meno della metà degli intervistati dichiara di avere un buon isolamento domestico
L’importanza della variabile energia sul bilancio familiare non è particolarmente nota o comunque viene sottovalutata. Infatti, solo il 19% del campione è a conoscenza della classe energetica della propria abitazione, le lettere dalla A alla G che classificano l’efficienza energetica dell’edifico dalla migliore alla peggiore. In genere chi vive nella stessa abitazione da meno tempo tende ad essere più informato a riguardo.
Un altro indicatore della disattenzione al tema sono le risposte che abbiamo ricevuto sui consumi domestici. Soltanto il 29% sa, anche solo approssimativamente, quanta elettricità consuma in un anno. Ancora meno, ovvero il 25%, conosce almeno un po’ i propri consumi di gas. Un risultato sorprendente in una stagione di crisi energetica, che negli ultimi due anni ha innalzato in modo consistente il costo delle bollette. Esistono le cosiddette comunità energetiche che permettono di unire le forze dei cittadini e contrastare il caro energia.
In generale, meno della metà del campione ritiene di avere un buon isolamento domestico. Solo il 50% ritiene che il tetto di casa sia ben isolato; è ancora meno diffuso risulta il buon isolamento di pareti (il 42% ), finestre (40%) e pavimenti (38%). Chi abita in case costruite più di recente (a partire dal 2000) è più soddisfatto dell’isolamento termico dell’abitazione rispetto a chi vive in case più vecchie.
Scoprire anche come proteggere la tua casa dal calore con le tende da sole.
Gli ostacoli alla svolta green: costi e burocrazia
Il primo ostacolo indicato dagli intervistati è di tipo economico. Il 72% del campione riferisce che, a causa dell’investimento iniziale che comporta, la transizione verso soluzioni ad alta efficienza energetica aumenterà le disuguaglianze sociali. Insomma, non tutti possono permettersi di rendere la propria casa “green”. Il costo dell’investimento è un problema anche per coloro che dichiarano che le soluzioni ad alta efficienza energetica avranno successo solo quando avranno un costo paragonabile a quello delle tecnologie tradizionali. Opinioni condivisibili, anche se va detto che la scelta di soluzioni innovative nel tempo risulta certamente conveniente. Il problema è avere un capitale iniziale per realizzarle.
Facciamo qualche esempio. Uno scaldacqua a pompa di calore è la soluzione più innovativa e più ecosostenibile per scaldare l’acqua di casa. Inoltre, rispetto agli scaldacqua elettrici (molto energivori), permette di risparmiare sui consumi fino al 75%. Scopri quale sistema di riscaldamento può farti risparmiare di più. Ci sono poi interventi strutturali sull’edificio, come il cappotto termico che, se fatti a regola d’arte, garantiscono maggiore comfort (meno caldo in estate e meno freddo in inverno) e soprattutto alleggeriscono la bolletta del riscaldamento e dell’aria condizionata.
Sono pochi gli incentivi fiscali
Si tratta di lavori per i quali sono disponibili incentivi fiscali anche consistenti. Anche qui però emergono difficoltà che ostacolano il cambiamento. Secondo il 68% del campione gli incentivi del governo italiano per le soluzioni ad alta efficienza energetica sono troppo bassi per convincere i consumatori a cambiare. Inoltre il 77% ritiene che il governo sia poco chiaro sui tempi di attesa per gli incentivi legati all’efficientamento energetico e sulle procedure necessarie per richiederli.
Chi ha beneficiato di incentivi fiscali per soluzioni ad alta efficienza energetica ha dovuto attendere in media 13 mesi da quando ha presentato richiesta, il 19% ha dovuto attendere più di un anno, il 34% li ha ricevuti entro sei mesi dalla richiesta. Il 64% degli intervistati non ha fatto richiesta di bonus/sgravi fiscali per soluzioni ad alta efficienza energetica, i motivi principali sono stati: la complessità della procedura per presentare la richiesta (30%); non avere i requisiti necessari a richiedere gli incentivi (19%); l’impossibilità economica nonostante gli incentivi statali (18%). Alcuni incentivi però sono corposi, per esempio il Bonus Iva previsto per l'acquisto di case in classe energetica A o B.
Il 43% ha già fatto qualche intervento
Nonostante le difficoltà, non tutti hanno rinunciato a ristrutturare casa in ottica green. Il 43% ha già fatto qualche intervento per migliorare l’isolamento dell’abitazione (su tetto, pareti, finestre, pavimento); il 23% ha già installato qualche dispositivo per migliorare l’efficienza energetica tra i tanti disponibili: pompa di calore, pannelli solari, batterie di accumulo, collettore termico. C’è poi chi ha rinunciato a rinnovare casa con interventi migliorativi sotto il profilo energetico, la ragione principale per non farlo è “non posso permettermelo dal punto di vista economico”.
Ridurre i consumi abbassa le emissioni inquinanti
Non per tutti è chiaro il collegamento diretto tra il cambiamento climatico e l’efficienza energetica degli edifici, che permetterebbe di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti. Solo la metà degli italiani, infatti, conosce il significato dell’espressione “transizione energetica”. A domanda diretta, il 65% del campione si dice molto preoccupato per il cambiamento climatico (il 20% abbastanza, il 15% poco o per nulla). Tra le donne la preoccupazione è superiore rispetto agli uomini. Anche allargando l’orizzonte ai problemi del pianeta, la questione economica ritorna forte e chiara: il 55% degli intervistati afferma che i costi eccessivi delle soluzioni a basso impatto ambientale sono l’ostacolo principale che impedisce di adottare abitudini più rispettose dell’ambiente. Un esempio? Per quanto riguarda il riscaldamento in casa, 4 persone su 10 non sono disposte a pagare di più per una soluzione a minor impatto ambientale.
Perché l’Europa vuole una transizione energetica
L’Unione europea è determinata a ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra nei prossimi decenni. Nel dicembre 2020 il Consiglio europeo ha approvato l’obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, un passo intermedio necessario per raggiungere i più ampi obiettivi del Green Deal europeo entro il 2050. Uno dei settori che contribuisce maggiormente alle emissioni inquinanti è quello energetico, che infatti dovrà subire una profonda trasformazione per giungere all’obiettivo di decarbonizzazione. In parallelo, tra gli obiettivi strategici c’è l’innalzamento della quota di energie rinnovabili. L’Unione, infatti, aspira a innalzare al 40% l’uso di energie rinnovabili nel mercato energetico europeo entro il 2030.
Impegnati a cambiare, fai la tua parte
È nata la nuova piattaforma “Impegnati a cambiare” con la quale Altroconsumo intende unire ancor di più le forze di cittadini, istituzioni e imprese, per promuovere una nuova responsabilità individuale e collettiva, ogni volta che un prodotto o un servizio entra a far parte delle nostre vite. Anche le scelte ambientali rientrano in questo impegno. Per approfondire, aderire al manifesto e contribuire al cambiamento, vai su: www.impegnatiacambiare.org