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Listeria: tutto quello che c’è da sapere

A fine agosto in Spagna molte persone sono state colpite da listeriosi dopo aver mangiato carne di maiale contaminata. In Italia non c’è alcun rischio di contagio, ma fai attenzione se hai in programma un viaggio in Spagna. Ma che cos’è la listeriosi e perché bisogna fare attenzione? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

30 agosto 2019
listeria

Quasi 200 persone colpite e due morti. È il bilancio di un’epidemia di listeriosi che ha colpito il sud della Spagna, precisamente la regione dell’Andalusia, a fine agosto. Le persone contagiate avevano consumato prodotti a base di carne di maiale lavorata a marchio La Mechà. In particolare si tratta di una preparazione chiamata “carne mechada” simile ad un arrosto.

Ad oggi, le autorità spagnole hanno reso noto che i prodotti contaminati sono stati ritirati dal mercato e che è in atto un lavoro continuo per garantire la prevenzione e per evitare nuovi casi.

In Italia possiamo stare tranquilli perchè i prodotti contaminati sono stati distribuiti solo in Spagna. La Farnesina ha comunque pubblicato un avviso in cui si invitano i turisti italiani in Spagna a evitare il consumo di questi prodotti e ad andare in ospedale se, durante o dopo il viaggio, dovessero presentarsi dei sintomi sospetti (febbre, diarrea, nausea).

Ma che cos’è la Listeria e perchè bisogna fare attenzione?

Listeriosi: cos’è e come si prende

La listeriosi è un’infezione causata da un batterio in grado di colpire sia animali che esseri umani.

Il batterio responsabile dell’infezione, la Listeria monocytogenes, si trova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali (tra cui bovini, ovini e caprini) possono esserne portatori. Infatti, il batterio si può ritrovare nelle loro feci senza che vi sia necessariamente una sintomatologia che faccia sorgere dei sospetti.

In genere l’ingestione del cibo contaminato è la principale via di trasmissione dell’infezione, ma è possibile prenderla anche attraverso il contatto soggetti infetti, animali compresi.

Per quanto riguarda gli alimenti, la contaminazione può avvenire in diversi momenti della catena produttiva ed essendo il batterio in grado di proliferare in un range di temperature elevato (fino ai 45° C) è possibile trovarlo anche in alimenti trattati e conservati. Gli alimenti più “a rischio” sono pesce, carne, latte non pastorizzato e derivati.

I sintomi della listeriosi

Anche se la listeriosi rimane un’infezione rara, soprattutto rispetto ad altre malattie trasmesse dagli alimenti (come la salmonellosi), ha un’alta percentuale di ospedalizzazione e mortalità.

Il rischio di sviluppare la malattia e la sua sintomatologia variano a seconda delle condizioni dei soggetti. Persone adulte in buona salute possono anche non presentare alcun sintomo dopo l’ingestione di cibo contaminato, mentre soggetti più sensibili come persone anziane, neonati, donne in gravidanza e immunodepressi rischiano molto di più.

Nelle persone infette, quindi, i sintomi variano da lievi, come nausea, vomito e diarrea, a manifestazioni più gravi nei soggetti più sensibili come meningite, aborti e morte fetale nelle donne incinte, e altre complicanze potenzialmente letali.

La cura per la malattia consiste in una terapia antibiotica per tutti i soggetti e se somministrata in tempi utili nelle donne incinte può evitare la trasmissione, e quindi i danni da essa derivanti, al feto.

Consigli per evitare il contagio

La listeria è sensibile al calore, per cui gli alimenti crudi sottoposti a cottura non rappresentano un problema, sempre che non vengano contaminati successivamente, come ad esempio potrebbe avvenire nei piatti pronti.

In generale, per abbassare il rischio di contaminazioni in cucina meglio seguire tutte le norme igieniche e le corrette modalità di lavorazione e conservazione degli alimenti come, ad esempio:

  • Lavare accuratamente alimenti e utensili da cucina.
  • Cuocere bene la carne.
  • Non tenere mai il firgorifero ad una temperatura superiore ai 4 gradi.
  • Gli alimenti pronti vanno conservati a basse temperature e non vanno mai mangiati oltre la scadenza.
  • Evita alcuni cibi quando non hai la certezza che provengano da materie prime sicure: latte non pastorizzato e i suoi derivati (specialmente formaggi freschi e molli), paté di carne freschi e pesce affumato non inscatolati, soprattutto nel caso di soggetti più sensibili (come le donne incinte).