Vini: quelli esteri da provare
Non solo Italia. Sebbene la nostra penisola possa vantare un’ampia e variegata tipologia di vini di grande qualità, anche in altri Paesi del mondo esiste una produzione di vini di buona qualità. Ecco una lista di quelli che, secondo noi, sono da provare almeno una volta.

Il vino è sicuramente uno di quei prodotti Made in Italy che il mondo ci invida. La nostra penisola è tra i maggiori produttori mondiali di vino, riuscendo a vantare anche un’ampia e variegata biodiversità dovuta alle peculiari caratteristiche del nostro territorio. Tutti fattori che, ogni anno, contribuiscono ad accrescere le esportazioni in tutto il mondo del vino italiano.
Ma ci sono anche altri Paesi che vantano una buona produzione di vino anche di una certa qualità. Ne abbiamo selezionati alcuni che secondo noi sono da provare almeno una volta.
L’Argentina rappresenta dal punto di vista vinicolo una realtà in continua espansione. La vite in questo Paese è giunta con i primi coloni spagnoli nel 1541, che costituirono il fondamento dell’attuale viticoltura argentina.
L’area più importante e anche la più estesa del Paese è senza dubbio la regione vinicola di Mendoza che, con i suoi 144 mila ettari, rappresenta il regno del Malbec, vitigno a bacca nera di origine francese molto versatile, coltivato a oltre 2.000 metri di altitudine. Il Malbec, che si è adattato perfettamente a questi terreni, è diventato il vitigno emblematico dell’Argentina. Nella stessa zona in ogni caso si producono anche altri ottimi vini rossi come Cabernet sauvignon e bianchi come Chardonnay e Sémillon.
Il vino rosso ottenuto da Malbec, il cui nome deriva forse dal viticoltore Malbeck che ne favorì la diffusione, regala piacevoli note di viola, more, gelsi, confettura di prugne, ma anche di erbe aromatiche, vaniglia, liquirizia e cioccolato.
In Australia la vite è arrivata, forse dal Sud Africa, ai primi dell’800. Mentre inizialmente la produzione era molto concentrata sui vini fortificati, esportati soprattutto in Inghilterra, negli anni 50 i produttori iniziarono a focalizzarsi sui vini secchi, lasciando sempre più spazio a vini di eccellente qualità che ormai sono riconosciuti tali in tutto il mondo.
Il vino si produce per la gran parte nella zona meridionale, più precisamente negli stati del Nuovo Galles del Sud, Victoria e Australia Meridionale, che rappresenta la zona più importante del paese. Più della metà di tutto il vino australiano è infatti prodotto qui, dove anche si collocano le aree vitivinicole più prestigiose: Barossa Valley, Coonawarra, Adelaide Hills, Eden Valley, Clare Valley, Padthaway e McLaren Vale.
I vini prodotti in Australia sono sia bianchi che rossi. Le varietà di uve più coltivate sono Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viognier, Riesling, Semillon, mentre quelle a bacca nera sono Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot.
Il vino bianco che vi proponiamo di assaggiare, Chardonnay prodotto nella Eden Valley nel sud dell’Australia, è caratterizzato da profumi di susine, pera, ananas, papaya, mandorle tostate e vaniglia. É ideale con piatti a base di pesce, carne bianca e verdure.
La California rappresenta lo Stato americano più vocato per l’enologia: da sola infatti produce il 90 % di tutti i vini statunitensi. La regione vitivinicola più conosciuta degli Stati Uniti, situata a circa un’ora di strada da San Francisco, è Napa Valley, una delle maggiori destinazioni turistiche dello Stato, che è possibile visitare a bordo di un elegante treno (Napa Valley Wine Train) o perfino di una mongolfiera.
La California è nota soprattutto per il vitigno Zinfandel, conosciuto in Italia con il nome di Primitivo: questa varietà di uva a bacca nera e il Cabernet sauvignon sono le varietà più diffuse in questa area. Si sviluppano comunque egregiamente anche Pinot nero, Chardonnay e Sauvignon blanc. Ultimamente si stanno inoltre affermando anche vitigni francesi, come Syrah e Viognier, e italiani come Barbera e Sangiovese.
Il vino che vi proponiamo di assaggiare, ottimo con piatti elaborati e a base di carne, profuma di viola, amarene, more, prugne; con l’invecchiamento in legno acquista poi sentori di pepe nero, liquirizia e cannella.
L’Icewine (vino di ghiaccio) è un vino dolce da dessert nato in Germania, più precisamente in Franconia (il vero nome è Eiswein, essendo l’origine tedesca).
Il Canada è uno dei principali produttori a livello internazionale. I produttori canadesi si concentrano soprattutto nella provincia dell’Ontario nella penisola del Niagara, seguita dalla British Columbia. Si producono vini anche in Quebec e in Nova Scotia ma in quantità molto limitata.
Come vengono prodotti gli Icewines? I grappoli vengono vendemmiati in inverno, lasciati gelare in modo naturale ancora attaccati alla pianta. Per iniziare la raccolta dell’uva la temperatura deve scendere ad almeno -8°C. Gli acini infatti devono essere lavorati quando sono ancora ghiacciati: l’acqua in questo modo rimane intrappolata nell’acino, mentre dal torchio fuoriesce un liquido denso e dal profumo molto intenso e gradevole. Dopo una fermentazione di diversi giorni, l’icewine è lasciato maturare per parecchi mesi. Si ottengono così vini con un’alta concentrazione di zuccheri naturali, estremamente profumati.
Le uve utilizzate tradizionalmente sono bianche, come quelle dei vitigni Vidal, molto usato in Canada, e Riesling, ma si producono anche Icewine da uve nere come ad esempio da Cabernet Franc.
L’Icewine che vi invitiamo a conoscere è prodotto da uve Vidal nella penisola del Niagara. Dal bicchiere possono emergere profumi di mango, papaya, litchi, miele, pesca, albicocca. Ideale per accompagnare i dessert oppure da gustarsi da solo come vino da meditazione.
La Valle di Colchagua, situata nella zona centrale del Cile a circa 80 km dalla capitale Santiago, è il simbolo della produzione vitivinicola di questo Paese. In quest’area si producono soprattutto vini rossi, ottenuti da Cabernet Sauvignon, ma anche da Merlot e Carménère. Nella stessa valle si producono anche eccellenti bianchi come Chardonnay e Sauvignon Blanc. Ottimale per la coltivazione di questi vitigni è il clima caldo caratteristico della regione.
Il vino rosso Colchagua valley Carménère è caratterizzato da sentori di frutti di bosco, more e ciliegie, ma anche da note speziate (come pepe nero, chiodi di garofano) e balsamiche (di resina, di ginepro). Si sposa con piatti a base di carne, formaggi e primi piatti saporiti.
Il Carménère è un vitigno originario di Bordeaux, giunto in Cile prima che la fillossera devastasse i vigneti europei nel XIX secolo, adattandosi perfettamente a questi suoli. Viene coltivato anche in Italia in alcune zone del Veneto e del Friuli.
In Israele la vite si coltiva da circa a 5000 anni a.C. Secondo la Torah Noè, dopo essersi salvato dal diluvio universale, si mise a piantare vigneti e preparò del vino. É dagli anni Novanta però che si assiste a un’esplosione della viticoltura, con la nascita di molte aziende di piccole dimensioni.
In Israele sono presenti soprattutto vitigni internazionali (come Cabernet, Syrah, Chardonnay, Viognier) ma si coltivano anche Barbera, Sangiovese e Nebbiolo. I vitigni autoctoni praticamente non esistono: durante la dominazione islamica infatti furono estirpate quasi tutte le viti.
Le aree vitivinicole più vocate sono quelle di Golan in Galilea (nelle alture del Golan si trovano i vigneti più alti di Israele, a quasi 1200 metri di altitudine), alta Galilea e Gerusalemme, mentre Samaria, confinante con la Galilea, è la regione vinicola più estesa.
In Israele si produce il vino Kosher, cioè seguendo la Kasherut, le regole di alimentazione della religione ebraica. Tra le regole da osservare, nessuna coltivazione è permessa fra i filari delle viti; nella fase di vinificazione tutte le operazioni devono essere svolte da ebrei praticanti, i quali osservano che nessuna procedura non Kosher venga effettuata. In genere, tutte le aziende israeliane medio-grandi producono vino Kosher.
Vi consigliamo di assaggiare il vino Chardonnay prodotto in Galilea, ottimo come aperitivo e con piatti a base di pesce e formaggi, caratterizzato da profumi di mela, pera, mango, ananas e vaniglia.
Le condizioni climatiche e geomorfologiche rendono questo Paese assolutamente vocato alla viticoltura. La coltivazione della vite in Libano ha origini molto antiche (fu importata dalla Babilonia almeno 5000 anni fa), ma è solo negli ultimi decenni che il suo potenziale vinicolo è stato veramente realizzato.
La prima azienda vinicola fu fondata a metà del 1800 nella Valle della Bekaa, l’area più importante del Libano da questo punto di vista, che produce quasi il 90% del vino libanese. Si tratta di un altipiano che tocca i 1000 metri di altitudine, delimitato tra le catene montuose del Libano e dell’Antilibano (al confine con la Siria) e che si estende in parallelo alla costa a circa 50 km dal mare. Le forti escursioni termiche tra giorno e notte rendono elevata la qualità delle uve di questa valle. Le precipitazioni frequenti inoltre favoriscono lo sviluppo delle coltivazioni.
Anche i vini libanesi derivano soprattutto da vitigni importati in origine dalla Francia: Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cinsault, Grenache, relativamente ai vitigni a bacca nera, e Chardonnay, Ugni Blanc, Sémillon e Sauvignon per le uve a bacca bianca. Esistono anche alcuni vitigni autoctoni, come l' uva bianca Obeidi (o Obaideh), simile allo Chardonnay, Merwah e Aramon.
Vi consigliamo di provare il vino bianco prodotto nella Valle della Bekaa ottenuto dai vitigni autoctoni sopra citati: scoprirete un prodotto ampio e intenso, con sentori di limone, agrumi maturi, miele e frutta esotica, da abbinare a piatti di pesce e a minestre di verdure e legumi.
In Nuova Zelanda si coltivano vigneti da oltre duecento anni, ma è solo con l’impianto di vigneti di Sauvignon Blanc negli anni 70 che il Paese inizia a distinguersi a livello internazionale per la qualità dei suoi vini.
Il vino bianco più famoso della Nuova Zelanda è proprio il Sauvignon Blanc, che ha trovato il suo habitat ideale nella zona della baia di Marlborough, ubicata all’estremo nord dell’isola meridionale, regione particolarmente vocata per questa varietà di uva che qui riesce a svilupparsi in modo eccellente, regalando una notevole complessità aromatica. In queste terre pare si producano alcuni tra i migliori Sauvignon del mondo.
Questo vino, ottimo come aperitivo e in abbinamento a piatti a base di formaggi freschi, verdure, legumi e pesce, sprigiona sentori di agrumi, mela, pera, uva spina, mango, papaia, affiancati dalla tipica nota vegetale di bosso del Sauvignon.
In Nuova Zelanda si ottengono in ogni caso grandi vini anche da uve Chardonnay, Riesling, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Noir.
Il vino Pinotage, derivante dall’omonimo vitigno a bacca nera, è indubbiamente il vino sudafricano più conosciuto. La varietà Pinotage fu creata nel 1925 nella Facoltà di Enologia di Stellenbosch dall’incrocio tra Pinot Nero e Cinsault, un vitigno originario della Valle del Rodano.
La città di Stellenbosch, situata a poco più di un’ora di distanza da Cape Town, rappresenta la capitale vinicola del Sudafrica: in quest’area si producono eccellenti rossi ottenuti non solo da Pinotage ma anche da Cabernet sauvignon, Cabernet franc, Shiraz. Si coltivano in ogni caso anche vitigni a bacca bianca come Chenin Blanc, conosciuto localmente come Steen, Chardonnay, Semillon, Sauvignon Blanc.
Il vino rosso Stellenbosch Pinotage, che vi consigliamo di provare, è caratterizzato da profumi di ciliegie nere, frutta cotta, prugne mature, ma spiccano anche note di cacao, chiodi di garofano, cannella e vaniglia.
Anche se non conosciuto dal punto di vista vitivinicolo come i vicini Cile e Argentina, l’Uruguay può vantare una produzione vinicola di rispetto. La sua posizione, che si colloca alla stessa latitudine di Argentina, Cile, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda, e il suo clima temperato sono ideali per la crescita delle viti in tutto il territorio.
Il principale vitigno coltivato è il Tannat, di origine francese, introdotto nel Paese nel 1870 da immigranti baschi. Questa varietà è coltivata soprattutto nella zona meridionale, dove è concentrato il 90% dei vigneti, in particolare nella regione vinicola di Canelones, che è anche la principale e maggiormente conosciuta, posizionata a sud vicina alla capitale Montevideo. Questa varietà, solitamente messa ad affinare in botti per ammorbidire i suoi aspri tannini, è di solito utilizzata in uvaggi con altri vitigni quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Syrah. Gli altri vitigni a bacca nera presenti sono Pinot Nero, Petit Verdot, Nebbiolo, Marzemino unitamente ai bianchi Sauvignon Blanc, Chardonnay, Petit Manseng e Trebbiano.
Anche in Uruguay è presente una strada del vino (Los Caminos del Vino), percorsa ogni anno da decine di migliaia di visitatori che arrivano da ogni parte del mondo. Il vino Tannat, che si abbina bene a piatti a base di carne, è caratterizzato da sentori di prugna matura, amarena, lampone, mora, a cui si aggiungono note di vaniglia, cioccolato e tabacco con l’invecchiamento in legno.