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Limite in autostrada a 150 km/h? Impatti negativi su consumi, inquinamento e sicurezza

Il ministero delle Infrastrutture sta pensando di innalzare il limite di velocità su alcune tratte con specifici requisiti. Ma i benefici sui tempi di percorrenza sarebbero molto esigui, mentre sarebbe necessario utilizzare il 20% in più di benzina o gasolio, aumentando così spesa ed emissioni, con un + 20% anche per la CO2. Male anche i riflessi sulla sicurezza stradale e il rischio di incidenti. Le nostre stime.

  • contributo tecnico di
  • Roberto Paglia
17 aprile 2023
  • contributo tecnico di
  • Roberto Paglia
Auto veloce in autostrada

Secondo quanto annunciato, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini vorrebbe innalzare il limite di velocità di alcune tratte autostradali da 130 km/h a 150 km/h.

Ma, come emerge dalle nostre stime, i benefici sui tempi di percorrenza sarebbero davvero esigui rispetto all’impatto negativo che questa misura potrebbe avere su consumi di carburante, inquinamento e sicurezza stradale.

In cosa consisterebbe la misura?

Da quanto è al momento noto, l’innalzamento del limite riguarderebbe solo alcune tratte, con specifici requisiti: ad esempio avere almeno tre corsie, prevedere un percorso per lo più rettilineo ed essere dotate di sistemi tutor per il controllo della velocità.

La modifica potrebbe entrare in vigore con il nuovo Codice della strada, anche se quello ora in vigore già prevede questa possibilità in determinate circostanze, come recita l’articolo 142: “Sulle autostrade a tre corsie più corsia di emergenza per ogni senso di marcia, dotate di apparecchiature debitamente omologate per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h sulla base delle caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato, previa installazione degli appositi segnali, sempre che lo consentano l'intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti ed i dati di incidentalità dell'ultimo quinquennio”.

La possibilità dunque è già prevista – anche se con parecchi distinguo (sarà forse su questi che si vorrà agire?) – ma, ad oggi, nessun tratto autostradale italiano ha applicato un limite di velocità più alto, a 150 km/h. Per fortuna, diciamo noi: perché i potenziali danni supererebbero i potenziali benefici.

Comporterebbe l'uso di più carburante e più emissioni  

L’innalzamento del limite a 150 km/h comporterebbe un aumento nei consumi di carburante, direttamente collegato all’aumento delle emissioni di inquinanti.

Consumi di benzina e gasolio a +20%

Ad alte velocità è necessaria molta potenza per vincere la resistenza dell’aria e questa potenza arriva dal carburante: più si va veloci e più benzina o gasolio sarà necessario consumare. Sopra i 120 km/h - indicativamente ogni 10 km/h di velocità in più - si consuma circa il 10% di carburante in più (è un valore indicativo, che può variare in base alle caratteristiche della vettura). Nel nostro caso quindi, passando da una velocità di 130 km/h a una di 150 km/h, si va a un consumo di carburante più alto del 20%. 

Ad esempio, un’auto che a 130 km/h consuma 8 litri ogni 100 chilometri, viaggiando a 150 km/h consumerà circa 9,7 litri: una bella differenza.

Ipotizziamo che venga portato il limite a 150 km/h sul tratto dell’A4 che va da Milano (barriera Milano Est) all’uscita di Brescia Ovest (una delle tratte dove pare possibile che venga introdotto l’aumento del limite a 150 km/h): un tragitto di circa 75 km.

  • Percorrendolo a 130 km/h, con un consumo di 8 litri carburante ogni 100 chilometri, si consumeranno 6 litri; considerando un costo di 1,80 euro al litro, si spenderanno 10,80 euro.
  • Percorrendolo a 150 km/h, con un consumo di 9,7 litri ogni 100 chilometri, avremo un consumo di circa 7,3 litri; si spenderanno circa 13,10 euro.

Quindi in questa ipotesi, per una tratta da 75 km, a 150 km/h si spenderebbero 2,30 euro in più che a 130 km/h .

Emissioni di CO2 a +20%, su anche gli inquinanti

L’aumento dei consumi sopra descritto, porta a un aumento delle emissioni di CO2 direttamente proporzionale al consumo di carburante, cioè 10% in più di emissioni ogni 10 km di velocità in più. Quindi, viaggiando a 150 km/h anziché a 130 km/h, si può stimare un aumento delle emissioni di CO2 del 20%.

Per quanto riguarda gli inquinanti come il particolato e gli ossidi di azoto (NOx), è più complicato fare un calcolo, perché le loro emissioni non aumentano proporzionalmente con i consumi e variano significativamente in base al motore e alla tecnologia antinquinamento di cui è dotata la vettura. Non è possibile stimare esattamente di quanto ma, viaggiando a 150 km/h anziché a 130 km/h, ci sarà comunque anche un significativo aumento delle emissioni inquinanti. 

La sicurezza stradale diminuirebbe

Aumentare la velocità massima di un veicolo da 130 km/h a 150 km/h può avere un impatto molto negativo sulla sicurezza stradale degli automobilisti; su alcuni aspetti in particolare: spazio di arresto in caso di frenata, sbandamento, cono visivo e conseguenze in caso di incidente.

Spazio di arresto: servirebbero oltre 40 metri in più

Viaggiando a 150 km/h anziché a 130 km/h servono oltre 40 metri in più, secondo le nostre stime, per arrestare completamente il veicolo in caso di necessità.

Lo spazio di arresto è infatti la somma fra lo spazio di reazione e lo spazio di frenata.

Lo spazio di reazione è quello che percorre il veicolo tra il momento in cui l’autista percepisce il pericolo e il momento in cui schiaccia il pedale del freno: questo tempo è stimato in un secondo circa. Ma naturalmente, se si sta viaggiando a 150 km/h invece che a 130 km/h, lo spazio che si percorrerà in quel secondo sarà più ampio: 42 metri contro 36 metri.

Lo spazio di frenata, invece, è lo spazio che impiega la vettura dal momento in cui si schiaccia il pedale del freno al momento in cui si ferma completamente. Dipende dalla velocità dell’auto, ma anche da altri fattori difficili da calcolare in dettaglio, come la massa della vettura, l’efficacia dell’impianto frenante, la tipologia e l’usura degli pneumatici, le caratteristiche e le condizioni dell’asfalto, le condizioni metereologiche.

Per calcolare lo spazio di frenata, nel settore, si applica questa formula empirica: S (spazio di frenata) = v2 /150 , dove “v” è la velocità a cui sta viaggiando l’auto e 150 è un denominatore che considera tutte le variabili sopra descritte simulando una situazione di aderenza, tra auto e asfalto, intermedia. 

Aggiungendo al valore ottenuto come spazio di frenata i metri che si percorrono nel tempo di reazione calcolati sopra otteniamo due valori (che rappresentano lo spazio di arresto complessivo, cioè i metri necessari all’auto per fermarsi, dal momento in cui l’autista percepisce il pericolo).

• Spazio di arresto a 130 km = 149 m

• Spazio di arresto a 150 km = 192 m

Ecco perché secondo le stime, viaggiando a 150 km/h anziché a 130 km/h, servono quindi oltre 40 metri in più per arrestare completamente il veicolo in caso di necessità.

Sbandamento più probabile

Bisogna inoltre considerare che, all’aumentare della velocità, cresce la possibilità che l’auto sbandi e che si possa perdere il controllo in caso di un rapido e brusco input sul volante. In autostrada una manovra di questo tipo potrebbe essere necessaria, ad esempio, quando bisogna reagire prontamente a un cambio di corsia non segnalato e improvviso da parte di un altro conducente.

Il "cono visivo" si ridurrebbe

All’aumentare della velocità, si riduce il cosiddetto “cono visivo” del conducente, cioè la sua visione periferica. Sarà quindi più difficile percepire rischi o pericoli che provengono lateralmente e reagire adeguatamente.

Conseguenze più gravi in caso di incidente

In caso di incidente autostradale, il fatto che avvenga viaggiando a 150 km/h comporta potenzialmente danni maggiori per tutti i veicoli e le persone coinvolte. Infatti, l’energia cinetica di un corpo in movimento (che si misura in joule, J) è proporzionale, oltre che alla sua massa, al quadrato della sua velocità (la formula per calcolare l'energia cinetica, per la precisione, è E= (mv2)/2, cioè massa per velocità al quadrato diviso due). Questo vuol dire che 20 km/h di velocità in più comportano davvero un considerevole aumento di energia e quindi il rischio di danni e conseguenze più gravi. 

Ipotizziamo che il veicolo abbia una massa complessiva di 1.500 kg:

  • se viaggia a 130 km/h la sua energia cinetica, calcolata con la formula sopra, sarà pari a circa 980 kJ (chilojoule) 
  • se viaggia a 150 km/h la sua energia cinetica sarà pari a circa 1.300 kJ

Questo significa che, in caso di incidente, viaggiando a 150 km/h l’energia che verrà sprigionata sarà superiore di oltre 300.000 joule rispetto a una velocità di 130 km/h. Per dare un’idea, un’energia di 300.000 joule è quella che serve per sollevare di un metro un oggetto da 30 tonnellate: parliamo dunque di un'energia molto elevata che può generare un impatto molto più forte.

Il risparmio di tempo sarebbe minimo

La riduzione dei tempi di percorrenza è l’unico beneficio che dovrebbe derivare dall’aumento del limite di velocità in autostrada.

Riprendiamo l’esempio della A4, nella tratta Milano-Brescia, per capire di che entità sarebbe questo beneficio: viaggiando a 130 km/h se ne percorrerebbero i 75 km in circa 34 minuti e 30 secondi; viaggiando a 150 km/h si impiegherebbero invece circa 30 minuti: un risparmio di soli 4 minuti e mezzo.

Il bilancio finale

I benefici di questo provvedimento sarebbero dunque di gran lunga inferiori rispetto ai potenziali rischi.

L’aumento del limite di velocità a 150 km/h, seppure applicato a tratte autostradali che hanno tecnicamente i requisiti previsti, può portare comunque a un aumento degli incidenti, oltre che a un aumento della loro gravità.

Inoltre, come visto, comporterebbe un significativo aumento dei consumi di carburante, delle emissioni di CO2 e di altri inquinanti. L’unico aspetto positivo, cioè quello di ridurre i tempi di percorrenza su alcune tratte, è obiettivamente debole, perché di tempo se ne risparmierebbe ben poco, a fronte di costi ben più elevati in termini di impatto ambientale, sicurezza stradale e spesa per il carburante.