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Cambiano le accise su diesel e benzina, ma crescono entrambi i prezzi

A una settimana dall'entrata in vigore del provvedimento che innalza le accise sul diesel e riduce quelle sulla benzina di 1,5 centesimi di euro, siamo andati a verificare i prezzi del carburante. E sono aumentati entrambi, seppur in percentuale diversa.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
21 maggio 2025
Pompa gasolio diesel

È in vigore dal 15 maggio il decreto interministeriale che avvia il progressivo riallineamento tra accise sulla benzina (che scendono) e accise sul gasolio (che aumentano).
Questo provvedimento dà attuazione per il 2025 a un decreto legislativo emanato a marzo, con l’obiettivo di rimodulare le accise nei cinque anni dal 2025 al 2030.

Tuttavia, Altroconsumo ritiene che la rimodulazione delle accise non basti. È arrivato ormai il momento di passare direttamente all’azzeramento dell’Iva, come abbiamo già chiesto nella nostra lettera al governo. Essendo l'Iva una percentuale (che con la sua aliquota, attualmente al 22% determina il prezzo finale in modo decisivo), avrebbe un impatto maggiore rispetto agli interventi sulle accise. Aiutaci a portare avanti questa battaglia.

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Perché cambiano le accise su diesel e benzina?

Il principio alla base di questa modifica è l’eliminazione del vantaggio fiscale per il diesel, considerato meno sostenibile dal punto di vista ambientale. Il riallineamento avverrà con variazioni annuali comprese tra 1 e 1,5 centesimi al litro. La variazione definita dal decreto interministeriale per il 2025 è definita per 1,5 centesimi

Fino al 14 maggio, la benzina era tassata con accise pari a 72,84 centesimi di euro al litro, mentre il gasolio aveva un’accisa di 61,74 centesimi di euro al litro. A oggi le cose stanno cambiando: la benzina registra un’accisa pari a 71,34 centesimi, mentre per il gasolio il dato aggiornato è pari a 63,24 centesimi. Il divario di 11,1 centesimi registrato fino ad allora si è ridotto a 9,6 centesimi e scenderà fino al 2030, portando le due aliquote allo stesso livello.

Dove finiranno le maggiori entrate?

Le risorse generate dall’aumento delle accise sul gasolio saranno destinate a due fondi principali:

  • fondo nazionale per il trasporto pubblico, per migliorare i servizi e la sostenibilità del trasporto collettivo. Un intervento condivisibile, anche se purtroppo chi dovrà pagare di più il rifornimento di gasolio difficilmente vedrà immediatamente i vantaggi delle maggiori risorse destinate ai trasporti pubblici che non sono equamente distribuiti e funzionanti in tutta la penisola;
  • fondo per la riforma fiscale, destinato a finanziare le modifiche al sistema tributario italiano.

Alcune fonti di stampa ipotizzano che una delle prime spese coperte con queste risorse potrebbe essere il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, dopo le numerose agitazioni sindacali degli ultimi mesi. Tuttavia, è ancora incerto in che misura i contribuenti beneficeranno realmente di queste risorse, soprattutto per quanto riguarda il trasporto pubblico, che presenta ancora forti disparità territoriali in Italia.

Esenzioni e impatti sui prezzi

Alcune categorie rimarranno esenti dall’aumento delle accise sul gasolio, tra cui:

  • trasporto pubblico: il decreto prevede che il costo del gasolio per autobus e mezzi pubblici non subisca incrementi;
  • biocarburanti e agricoltura: anche i carburanti destinati al settore agricolo e quelli a base di bio-combustibili non subiranno aumenti.

Una grossa preoccupazione dei consumatori è relativa al costo dei biglietti dei mezzi pubblici che potrebbe aumentare, a causa degli aumenti del gasolio. Sulla carta questo non dovrebbe avvenire, perché il gasolio utilizzato per il rifornimento dei mezzi di trasporto pubblico non dovrà subire aumenti per espressa previsione del decreto stesso. Benché questa sia una rassicurazione, resta da capire come verrà concretamente attuata questa misura, poiché la definizione dei dettagli spetterà a un successivo decreto interministeriale.

Sale il prezzo del diesel, ma anche quello della benzina

Martedì 20 maggio il Ministero ha pubblicato la media Italia, che registra le variazioni di benzina e gasolio da una settimana alla successiva. Si tratta del primo dato influenzato dalla nuova tassazione, in vigore dal 15 maggio, quindi buona parte dei giorni rilevati è stata quindi influenzata dalla novità.

Ci si aspettava una crescita del prezzo del diesel (visto l'incremento dell'accisa di 1,5 centesimi) e una contemporanea riduzione del prezzo della benzina, su cui le accise sono calate dello stesso importo. Il dato rilevato, però, evidenzia che sono cresciuti entrambi: il prezzo medio della benzina è passato da 1,689 euro/litro a 1,698 euro/litro, con un aumento dello 0,53% rispetto alla settimana precedente, mentre il gasolio è cresciuto da 1,578 a 1,591 euro/litro (dello 0,79%) dalla settimana prima.

La rimodulazione delle accise ha giocato un ruolo decisivo nel definire il prezzo alla pompa per questa settimana: se guardiamo al prezzo industriale, cioè il prezzo al netto delle tasse, rispetto alla benzina si nota che tra il 12 e il 19 maggio, ultimo periodo rilevato, si registra un incremento importate: +3,4%. In questo caso, quindi, la variazione all’ingiù delle accise ha smorzato l’effetto di rialzo del prezzo alla pompa. Per questo il prezzo finale sale di poco più dello 0,5%. In questo caso, quindi, la riduzione delle accise ha dato un forte aiuto ai prezzi pagati dai cittadini per fare il pieno.

Di segno opposto, ovviamente, quanto registrato sul gasolio, ma con una particolarità: nell’ultima settimana rilevata il prezzo del gasolio al netto delle tasse stava continuando la sua discesa. Questa buona notizia non ha potuto dispiegare appieno il suo effetto proprio a causa dell’incremento delle accise. In questo caso, quindi, la nuova tassazione ha ridotto i benefici per la settimana in corso.

Ricordiamo che quando l’allineamento delle accise sarà completato, nel 2030, avremo un’unica accisa a 67,29 centesimi per litro.