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Sacchetti di nicotina: i rischi dell'ultima novità di Big Tobacco. Attenzione ai giovani

Sono aromatizzati e si tengono in bocca come caramelle, ma caramelle non sono perché rilasciano quantità di nicotina anche elevate, che al momento non hanno limiti di legge. Tra autorizzazioni e sospensioni le "nicotine pouches" sono arrivate anche in Italia, ma con quali rischi? Attenzione soprattutto per chi soffre di problemi cardiaci e ipertensione, per i bambini piccoli che potrebbero accidentalmente ingerirli e, in particolare, per i giovani, che - attratti dalle strategie di un’industria che continua a puntare su aromi, design e facilità di utilizzo - potrebbero diventare sempre più dipendenti dalla nicotina.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
31 maggio 2024
piccoli sacchettini bianchi

Piccoli, facili da usare ovunque perché non emettono fumo né “vapore”, aromatizzati, da mettere in bocca come caramelle, anche se caramelle non sono, anzi. I sacchetti di nicotina sono l'ultima novità introdotta dalle aziende produttrici di tabacco e simili, un nuovo modo dell’industria - dopo e-cig ricaricabili, e-cig usa e getta e tabacco riscaldato - per attirare nuovi clienti tenendoli dipendenti dalla nicotina. Perché è proprio sui prodotti come questi, senza combustione ma a base di nicotina, ormai, che si sta concentrando l’industria per “contrastare” la perdita di fumatori tradizionali, puntando in particolare ai giovani (come denunciato anche nell'ultimo rapporto dell'Oms in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2024). 

Il quadro generale: una novità con tante criticità

In Italia sono entrati in commercio recentemente, ma senza una normativa specifica che ne regolamenti caratteristiche essenziali come i livelli di nicotina, che quindi possono essere anche elevati (in particolare nei prodotti online, neanche autorizzati, come abbiamo visto nella nostra inchiesta sui sacchetti acquistati sul web). Il ministero della Salute - dopo i primi stop e un braccio di ferro con i produttori a colpi di sospensione delle vendite e re-immissioni in commercio - è riuscito a imporre quantomeno ai singoli prodotti ammessi alla vendita un’etichettatura obbligatoria, con le avvertenze per la salute.

Ma cosa sono questi nuovi prodotti che iniziano a comparire anche nelle vetrine dei nostri tabaccai? Qual è la travagliata storia che li ha portati in Italia? E soprattutto quali sono i rischi?

Grande attenzione va data in particolare a chi soffre di problemi cardiaci e ipertensione, ai bambini piccoli (che potrebbero accidentalmente ingerirli, come già avvenuto all'estero e come già avvenuto anche con la lamina contenuta in Terea per IQOS Iluma) e – in particolare – ai giovani. Perché - lo sottolinea anche l’Oms - i più attratti potrebbero essere proprio loro, complici il design delle confezioni, gli aromi, la facilità di utilizzo e il marketing. Il rischio concreto, con prodotti di questo tipo è che – mentre da un lato si lotta contro il fumo – dall’altro si lasci incentivare e aumentare la dipendenza dalla nicotina, proprio tra i ragazzi.

Senza contare che anche i sacchetti di nicotina – come e-cig e tabacco riscaldato – godono di una tassazione favorevole rispetto alle sigarette, con maggiori profitti per i produttori, e sfuggono alle regole più rigide che sono previste invece per il fumo su pubblicità e limiti di utilizzo (abbiamo lanciato una petizione per chiederne un’equiparazione).

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Cosa sono le "nicotine pouches"?

I sacchetti di nicotina (detti anche “nicotine pouches”) sono sacchettini permeabili lunghi pochi centimetri in tessuto non tessuto (cioè non di fibre naturali, ottenuto con materiali e procedimenti diversi rispetto a quelli della tessitura).

Al loro interno c’è una polvere a base di nicotina, ma anche aromi di vari gusti e sali (come il carbonato di sodio).

sacchettino bianco rotto e polvere sul tavolo

Sono venduti in piccoli contenitori (come quelli della prima immagine), spesso simili a quelli delle classiche confezioni delle mentine, contengono una ventina di sacchetti in genere, in una grande varietà di gusti: da quelli fruttati a caffè, menta, dessert, tabacco ecc.

Vanno messi tra il labbro superiore e la gengiva per 30-60 minuti a seconda del prodotto e della quantità di nicotina contenuta. Quest’ultima viene poi assorbita dalla mucosa orale, un’area ricca di vasi che ne permettono una disponibilità immediata nel sangue.

donna posiziona qualcosa tra labbro e gengiva

Il tipo di nicotina varia: alcune aziende utilizzano quella estratta dalla pianta del tabacco, mentre altre utilizzano nicotina sintetica prodotta in laboratorio, i cosiddetti Sali di nicotina (non sempre viene indicato sulle confezioni di quale tipo di tratta). La dicitura “no tobacco”, che spesso si legge su confezioni, siti di produttori e venditori, indica che non contengono tabacco, ma questo non deve far pensare che non contengano nicotina, anzi, in alcuni casi, è presente anche in grandi quantità (vedi paragrafo Quanta nicotina c’è).

Tra i prodotti più noti, delle grandi industrie del tabacco, abbiamo Velo (di British American Tobacco, in vendita anche in Italia), Zyn (di Philip Morris), On! (di Atria), ZoneX (di Imperial), Nordic Spirit (di Japan Tobacco International). In Italia sono ufficialmente in commercio da fine 2023 e, oltre a Velo, ad oggi, risultano autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e del Monopolio altri marchi come RedMuule, White Fox e Siberia.

Perché un “fumatore” dovrebbe usare questi sacchetti? Sui siti dei produttori si fa leva sull’assenza di combustione, la facilita d’uso e sulla possibilità di essere usati ovunque.

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Come sono arrivati in Italia? Quali regole?

L’immissione in commercio dei sacchetti di nicotina in Italia è stata piuttosto travagliata (la ripercorre nei dettagli Tobacco Endgame): una storia che dà la cifra del “tira e molla” che c’è stato tra produttori e istituzioni (tra immissioni in commercio e ritiri), ma anche tra istituzioni stesse (che da un lato autorizzano, come se si trattasse di prodotti qualsiasi, e dall’altro li sospendono perché li considerano rischiosi); un percorso che ci parla della confusione e delle lacune normative intorno a questo prodotto, tutt’altro che innocuo. 

Anche se i primi tentativi di vendita risalgono al 2020, è a febbraio 2022 che arriva la prima legge italiana sui sacchetti di nicotina  – non per regolare gli aspetti legati alla tutela della salute – ma per regolarne il prelievo fiscale da parte dello Stato: si tratta della legge n.15/2022 (il cosiddetto decreto Milleproroghe) che, di fatto, li ammette alla commercializzazione come un qualsiasi altro prodotto, senza particolari tutele per la salute (si richiamano altre norme che regolano prodotti con nicotina, come tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, solo per autorizzarne la vendita online e per imporne il divieto di vendita ai minori).

Di fatto non si sono presi in considerazione i pareri legati ai rischi per la salute, già espressi in precedenza dal ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità in seguito ai precedenti tentativi di commercializzazione di alcune aziende (quando ancora non c'era alcuna norma a regolametarli). Era stato proprio il ministero della Salute a ritirare questi prodotti (con contenziosi vari successivi) “…a causa della ben nota azione di tossicità acuta connessa alla nicotina (…) - si legge nel resoconto di Tobacco Endgame - sono pericolose per la salute e (…) gravate da rischio accertato tale da renderle prodotti non sicuri”.

In seguito il ministero aveva imposto ai singoli prodotti autorizzati di avere quantomeno una chiusura anti-bambino e in etichetta informazioni sugli ingredienti, dose di nicotina, avvertenze sanitarie importanti (come “Prodotto contenente nicotina (…)”, “Uso fortemente sconsigliato ai soggetti affetti da ipertensione arteriosa e ai soggetti affetti da patologie cardiovascolari” ecc.).

A inizio gennaio 2024 tra gli emendamenti presentati all’ultimo decreto Milleproroghe, si proponeva – per la prima volta – di porre dei limiti alla quantità di nicotina che i sacchetti possono contenere: si proponevano 20 mg massimi per sacchetto. Alla fine l’emendamento non è passato e, di fatto, questi prodotti – a parte la legge sulle imposte e le norme del ministero della Salute sulla sicurezza delle confezioni/etichette - non hanno una legge ad hoc a tutela della salute e non rientrano neanche nelle stesse normative di altri prodotti contenenti nicotina come le e-cig.

Un’assenza di limiti - nei livelli di nicotina, ma anche nella pubblicità - che potremmo pagare caro, visti i rischi per i più giovani e la possibilità che sempre più prodotti arrivino sul mercato. I sacchetti di nicotina dovrebbero essere regolamentati in modo completo il prima possibile.

Come sono regolamentati negli altri Paesi? 

I sacchetti di nicotina sono entrati in commercio in Europa dal 2018. La direttiva europea sui prodotti del tabacco (direttiva 2014/40/UE) vieta in tutti i Paesi (eccetto la Svezia) gli snus (tabacco per uso orale), prodotti simili ai sacchetti di nicotina. Le "nicotine pouches", invece, non contenendo tabacco, riescono a sfuggire a questo divieto e non hanno una definizione nella direttiva europea sui tabacchi (come per esempio le e-cig). 

Questi prodotti quindi – a livello europeo – non sono soggetti ad alcun obbligo relativo alle avvertenze, nessun limite sulla concentrazione di nicotina, nessun obbligo di apertura a prova di bambino, nessun obbligo di notifica degli ingredienti e nessun divieto di pubblicità. Ogni Paese li regolamenta però a modo suo.

Si passa dal divieto di commercializzazione (ad esempio in Belgio e Norvegia) alla regolamentazione parziale, a seconda di come vengono definiti e classificati dai governi (come prodotti del tabacco, di libero consumo, farmaci per smettere o ridurre il fumo di sigaretta ecc.).

Negli Stati Uniti, invece, le “nicotine pouches” sono regolamentate dalla FDA (Food and Drug Administration) e sono soggette a restrizioni di età, a un'avvertenza sulla salute relativamente alla nicotina e a una valutazione preliminare all'immissione sul mercato. Le aziende, però, possono liberamente pubblicizzarli alla radio, in tv e su altri mezzi di comunicazione.

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Quanta nicotina c’è?

In Italia manca una legge che stabilisca un limite alla quantità di nicotina che possono contenere i sacchetti, i prodotti autorizzati nel nostro Paese però non superano i 20 mg al grammo. Ma le "pouches" si trovano in commercio online anche con quantitativi molto vari, che vanno circa da 4 a 50 mg per grammo di polvere (o per sacchetto, che in genere ha un peso inferiore al grammo).

Per farci un’idea di quanta sia questa nicotina, consideriamo che il limite per le sigarette elettroniche è di 20 mg per ml di liquido; una sigaretta non può contenere più di 1 mg di nicotina, le compresse per smettere di fumare, farmaci sostitutivi della nicotina, ne contengono al massimo 2-4 mg. Le modalità di assunzione sono diverse per questi prodotti, quindi non si possono fare confronti puntuali, possiamo però dire che i sacchetti con più di 20 mg di nicotina ne hanno una quantità elevata.

Sui quantitativi di nicotina presenti nei sacchetti si è espresso (con una certa preoccupazione) il BfR, l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio, sottolineando quanto indicano alcuni studi:

  • circa la metà della nicotina contenuta in un sacchetto può essere assorbita e raggiungere livelli alti nel sangue, paragonabili a quelli delle sigarette; potrebbero quindi dare una dipendenza simile a quella data dal fumo;

  • alcuni sacchetti ad alto contenuto di nicotina (ad esempio 30 mg di nicotina) hanno un effetto sulla frequenza cardiaca paragonabile a quello delle sigarette;
  • secondo l’Istituto la quantità di nicotina per sacchetto andrebbe inoltre limitata e dovrebbe essere inferiore a 16,7 mg/sacchetto dal momento che è noto che la nicotina, in questa quantità, ha una tossicità acuta (ad esempio se ingerita accidentalmente da bambini)
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Fanno male alla salute?

Le prove a sostegno della sicurezza dei sacchetti di nicotina sono molto limitate: il prodotto è in commercio da troppo poco tempo e in tante varietà e questo non permette conclusioni basate su dati definitivi. Per questo sono innanzitutto necessari maggiori studi, che permettano di capirne meglio la composizione e gli effetti, soprattutto quelli causati dall’uso nel lungo termine. Si possono però fare delle considerazioni sulla base delle sostanze presenti, come la nicotina appunto in primis, ma non solo.

I rischi della nicotina

La nicotina, contenuta nelle foglie di tabacco o creata sinteticamente, è una delle droghe che crea maggiore dipendenza: più se ne assume più si ha il bisogno fisico e psicologico di assumerne, indipendentemente dalla forma con cui si assume (che sia sigaretta, sigaretta elettronica o in sacchetti).

Può inoltre causare l’aumento dei battiti cardiaci e della pressione sanguigna: effetti rischiosi per chi soffre di problemi cardiovascolari (per queste persone sono controindicati anche i farmaci per smettere di fumare).

Abbiamo potuto visionare il rapporto di valutazione del rischio dell’Iss (Istituto superiore di sanità) sui sacchetti RedMuule (il primo brand che ha ricevuto l’autorizzazione in Italia): dal documento emerge che la quantità di nicotina rilasciata nel sangue dopo aver usato un sacchetto da 4, 8 e 14 mg/g per 30 minuti, è in grado di generare effetti negativi, come aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca con rischi per la salute in particolare di cardiopatici e ipertesi.

Proprio per questi rischi, l’Iss ha proposto in quell’occasione che venissero inserite sulle etichette dei sacchetti delle avvertenze per la salute e che le confezioni fossero a prova di bambino (provvedimenti poi diventati obbligatori).

Consideriamo, comunque, che la valutazione del rischio è stata fatta dall’Iss su sacchetti da 4, 8 e 14 mg/g di nicotina e si basa sull’assunzione di un solo sacchetto al giorno. Ma in commercio online sono disponibili sacchetti con contenuti di nicotina molto più elevati, fino a 50 mg/sacchetto, e nella vita reale una buona parte delle persone potrebbe non limitarsi a un sacchetto al giorno.

Anche un documento di esperti alla commissione parlamentare Ue per la salute ha dichiarato che i rischi per la salute dei sacchetti di nicotina dipendono principalmente dall'elevato contenuto di nicotina di alcuni prodotti, che porta a livelli di nicotina nel sangue di chi li utilizza, simili o più elevati rispetto alle sigarette.

A preoccupare sono, non solo le persone con problemi cardiovascolari, ma anche i giovani e non solo per il rischio di sviluppare dipendenza, come approfondiamo anche più avanti: l’uso di nicotina potrebbe anche interferire con il normale sviluppo del cervello (che si completa intorno ai 25 anni), danneggiarne le parti che controllano l'attenzione, l'apprendimento, l'umore, gli impulsi e predisporre alla futura dipendenza da altre sostanze come alcol, cannabis ecc.

La nicotina è anche tossica se ingerita e viene assorbita velocemente nel sangue. Un’intossicazione potrebbe scatenare sintomi come nausea e vomito, fino a convulsioni e difficoltà respiratorie nei casi più gravi. Non vanno dimenticati, quindi, i rischi per i bambini, che potrebbero ingerire accidentalmente i sacchetti, dal momento che somigliano a caramelle e sono piccoli, in confezioni colorate e con aromi che possono incuriosirli (casi di ingerimento accidentale tra bambini li abbiamo visti anche con gli stick Terea per il tabacco riscaldato). In letteratura è riportato un caso di intossicazione acuta da nicotina in un bambino di nove anni che aveva utilizzato un sacchetto e che è stato portato al Pronto soccorso con nausea, vertigini, brividi, tachicardia. Alcuni casi simili sono riportati dalla stampa di altri Paesi, dove i sacchetti sono in vendita da più tempo.

Infine, lo ricordiamo, la nicotina è sconsigliata anche alle donne incinta e che allattano per i possibili rischi per il bambino, come la compromissione del normale sviluppo cerebrale.

Pareri di questo tenore - di preoccupazione rispetto alla nicotina (e altre sostanze contenute nei sacchetti) - sono stati prodotti anche da enti scientifici internazionali - come il Comitato scientifico indipendente britannico sulla tossicità (COT) e in particolare il già citato Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio (Bfr) che ha concluso anch’esso che si possono raggiungere livelli di nicotina nel sangue molto rilevanti, paragonabili a quelli raggiunti fumando sigarette o alcune e-cig, ma anche più alti quando la sostanza è presente in alte quantità. Questo vuol dire che può dare un effetto di dipendenza importante per cui bambini, adolescenti e non fumatori sono stati definiti “gruppi ad alto rischio”.

I rischi delle nitrosammine  

Alcuni studi hanno rilevato in alcuni sacchetti anche la presenza di nitrosammine del tabacco (anche se in quantità molto inferiori a quelle rilevate nel fumo): si tratta di sostanze tossiche legate al processo di estrazione della nicotina dal tabacco, considerate cancerogene. Inoltre, sono stati rilevati anche cromo e formaldeide, entrambi pericolosi per la salute.

I rischi per denti e gengive

Essendo un prodotto che viene messo sulle gengive per un minimo di 20/30 minuti e, in alcuni casi, diverse volte al giorno, sono state sollevate particolari preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi per la salute di gengive, denti ecc. (anche se servono ulteriori accertamenti). Un'analisi pubblicata sul British dental journal riporta tra gli effetti: irritazione della mucosa, dolore alla bocca e alla gola, ulcere alla bocca, singhiozzo e tosse.

Inoltre – se gli snus (prodotti che si usano allo stesso modo dei sacchetti, ma che hanno il tabacco) possono causare recessione gengivale vicino al punto in cui si applicano – è plausibile pensare che anche i sacchetti comportino lo stesso rischio.

Infine, la presenza di edulcoranti (cioè dolcificanti) potrebbe comportare un accumulo di placca e quindi un aumento del rischio di carie. Anche dallo studio già citato dell'Istituto tedesco di valutazione del rischio (Bfr) è emerso che i sacchetti causano irritazione della mucosa orale, valutata “moderata” per gli utilizzatori di sacchetti sotto i 20 mg di nicotina e “severa” per quelli che hanno usato sacchetti da 30 mg.

Sono meno pericolosi di sigarette, e-cig e tabacco riscaldato? 

Non è noto con certezza. Nel fumo di sigaretta, a causa della combustione del tabacco, si trovano migliaia di sostanze chimiche che lo rendono dannoso, alcune cancerogene. Anche nel vapore di sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato sono state rilevate diverse sostanze pericolose per la salute (in quantità inferiori a quelle del fumo da sigaretta), che derivano invece dal riscaldamento dei liquidi/stick di tabacco e dalla batteria.

Proprio per la mancata combustione/riscaldamento e per l’assenza di foglie di tabacco, i sacchetti di nicotina sono probabilmente un prodotto a minor rischio, se paragonato al fumo della sigaretta, ma non sappiamo con certezza quanto siano più sicuri proprio perché mancano studi definitivi, in particolare sull’uso prolungato.

Quindi i sacchetti di nicotina non si possono considerare non pericolosi, né tanto meno innocui: anzi, il pericolo dei nuovi prodotti del tabacco o nicotina (incluse e-cig e tabacco riscaldato) non va sottovalutato, soprattutto in un momento in cui sembrano andare molto di moda tra le nuove generazioni, attratte da aromi, design, facilità di utilizzo e marketing.

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Sono utili per smettere di fumare?

Non esistono prove scientifiche che dimostrano che i sacchetti di nicotina siano utili per smettere di fumare.

In Italia esistono altri prodotti a base di nicotina per questo scopo, regolamentati come farmaci e noti anche come terapia sostitutiva della nicotina: gomme, spray, compresse, cerotti che si utilizzano da anni per smettere di fumare. Questi prodotti hanno prove solide a sostegno della loro efficacia e sicurezza, i sacchetti no.

Hanno una quantità ben definita di nicotina (le compresse sono da 2-4 mg di nicotina ad esempio), hanno un foglietto illustrativo che dettaglia, tra le altre cose, dosi e durata del trattamento e come scalare la dose di nicotina per arrivare a smettere del tutto. I sacchetti di nicotina non hanno niente di tutto questo: come verrebbero usati, con quali livelli di nicotina, quante volte al giorno e per quanto tempo?

Cercare di smettere di fumare con i sacchetti potrebbe voler dire semplicemente passare dalla sigaretta a questo prodotto e quindi non si tratterebbe di uno stop, ma più che altro di un passaggio a un prodotto verosimilmente a minor rischio (anche se non ci sono dati definitivi) che però manterrà una dipendenza dalla nicotina. Senza considerare il rischio – cercando di smettere - di iniziare a usare entrambi, sia le sigarette che i sacchetti, come spesso accade con chi, senza essere seguito in un percorso apposito, comincia a usare sigarette elettroniche per smettere di fumare.

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Quanto sono usati e da chi? Preoccupano i giovani

A livello globale, i sacchetti di nicotina hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni: le vendite sono aumentate da 126,06 milioni di unità (agosto-dicembre 2019) a 808,14 milioni di unità (gennaio-marzo 2022) e ad aumentare più rapidamente sono state le vendite dei sacchetti con una concentrazione più elevata di nicotina.

Essendo per noi un prodotto nuovo, mancano dati sull’uso dei sacchetti di nicotina in Italia. Per capire cosa potrebbe succedere possiamo però far riferimento a quello che sta succedendo all’estero dove il prodotto c’è da più tempo e dove vari studi ne hanno rilevato la diffusione in particolare tra i giovani, che la utilizzerebbero molto insieme anche altri prodotti (sigaretta e sigaretta elettronica).

In particolare, negli Stati Uniti sono già diventati un fenomeno (soprattutto Zyn di Philip Morris), entrando nel dibattito pubblico: i rappresentanti politici americani hanno recentemente richiesto di indagare sulle strategie di marketing, la proliferazione di contenuti sui social media e gli effetti sulla salute, sottolineandone i rischi in particolare per i ragazzi.

Negli Usa, già nel 2021, il 4% dei 16-19enni, maschi in particolare, ha dichiarato di aver fatto uso di sacchetti di nicotina, dato in crescita rispetto all’anno precedente quando li usava il 3,5% (indagine International Tobacco Control Policy Evaluation Project Youth Tobacco, su un campione di 25mila americani).

In Danimarca i sacchetti di nicotina sono utilizzati da ben il 12% dei 15-24enni, anche in questo caso in particolare maschi (indagine Use of smokeless nicotine products among youth, Danish Health Authority, 2022).

Quanto al tipo di utilizzo, secondo vari studi molti giovani li usano in combinazione con altri prodotti del tabacco, come sigarette ed e-cig: Truth Iniziative ha svolto un’indagine su 7.832 giovani negli Stati Uniti e circa il 73% dei 15-21enni che usava i sacchetti fumava anche sigarette, il 49% usava anche e-cig con nicotina.

È chiaro, da questi dati, che in altri Paesi i giovani e i giovanissimi stiano già usando i sacchetti, spesso e volentieri in associazione a sigaretta ed e-cig: ed è questo che potrebbe avvenire anche in Italia (lo abbiamo visto anche per le sigarette elettroniche usa e getta, che si sono diffuse prima all'estero e poi anche nel nostro Paese). 

Senza contare le caratteristiche del prodotto, tipicamente giovanili: somigliano a caramelle o gomme da masticare, hanno un enorme varietà di gusti accattivanti (e gli studi hanno mostrato come i prodotti del tabacco con aromi attraggano molto i giovani), si nascondono facilmente, si possono usare ovunque anche a scuola, al bar e al cinema, sui mezzi di trasporto ecc.

E, per tutte queste ragioni, chi usa questi prodotti, giovani in particolare, potrebbe non avere percezione dei suoi rischi e degli alti livelli di nicotina. Ma va ricordato: la nicotina è una droga e crea forte dipendenza ed è dannosa per un cervello in via di sviluppo. Inoltre, l’uso in associazione con altri prodotti del tabacco (tendenza già emersa all'estero) non fa che aumentare il rischio di dipendenza e assuefazione.

Tutto ci dice, in conclusione, che sono fondamentali più ricerche e un'attenzione mirata ai giovani e all'uso che fanno dei sacchetti di nicotina.

A denunciarlo è anche l’Oms nel suo ultimo rapporto dedicato proprio ai nuovi prodotti, sacchetti inclusi, e ai rischi per i giovani: “L’industria del tabacco sta riuscendo nei suoi sforzi, creando una nuova generazione di giovani che fumano, svapano, succhiano bustine", si legge nel documento. "La gamma di prodotti utilizzati dall’industria per attrarre i giovani si è ampliata in modo significativo – prosegue – (...) i prodotti aromatizzati e gli additivi, il design elegante, il packaging e le immagini a misura di bambino rendono i prodotti che creano dipendenza ancora più attraenti per i giovani (…). Le aziende lanciano rapidamente nuovi prodotti che eludono o non sono inclusi nelle leggi attuali e utilizzano tutti i mezzi disponibili per espandere la propria quota di mercato prima che le normative possano raggiungerli. Le tattiche dell’industria posizionano molti prodotti a base di nicotina come “più sicuri” delle sigarette, distraendo potenzialmente politici e consumatori dal fatto che la nicotina stessa crea dipendenza ed è dannosa, in particolare per bambini e giovani”.

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